66. Meno quattro (parte due)

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«Dov'eri finita, Mae? Ti abbiamo cercata ovunque, ho temuto che Ryan ti avesse fatto del male», mi stringe a sé, sento il suo petto tremare, ma io torno a guardare in direzione di Sally senza riuscire a risponderle. Eppure, della mia amica non ve n'è più traccia. Che mi sia sbagliata?

«Sto bene» biascico, ma mia sorella non si fida e mi studia da capo a piedi, toccandomi ovunque con apprensione.

«Stai bene?» ripete, forse più a se stessa per convincersene che a me, «e questo? Questo chi te lo ha fatto? È stato quel viscido? È stato Ryan?».

La sua mano è sul mio collo, proprio sul succhiotto di Curt. Serra le labbra in una smorfia di rabbia e disgusto. Ma io scuoto il capo, arrossendo leggermente.

«No, no, non è stato lui, sta' tranquilla.»

La sua espressione muta repentinamente. Dalla rabbia alla confusione e infine alla realizzazione. Capisce al volo, ma non dice niente davanti a Jack ed io gliene sono grata.

«D'accordo» sospira dal sollievo o forse con biasimo, «ma dov'è adesso Ryan?».

Mi stringo nelle spalle. «L'ultima volta che l'ho visto era a tavola. Poi sono andata al bagno e d'improvviso ho sentito quegli spari e sono corsa a cercarvi.»

«A questo punto non ha più importanza» sentenzia lei, «l'importante è che tu sia riuscita a registrare qualcosa. Hai ancora con te il cellulare, vero?».

Annuisco piano, lei sembra calmarsi un po'. «E le registrazioni della serata?».

Sbatto le palpebre, di colpo mi sento come se quelle registrazioni siano l'arma che mi ucciderà definitivamente. Scuoto il capo, non posso più.

«Mae?» insiste, «hai ancora le registrazioni, vero?».

La sua voce si tinge di panico, i suoi occhi vispi si fissano nei miei con autorità. Faccio un passo indietro, rendendomi conto di trovarmi in trappola. Se Unknown fosse realmente Ryan, se quella foto l'ha scattata lui ed io portassi quelle registrazioni alla Polizia per incastrarlo, verrebbe di certo fuori anche quello che è successo tra me e Curt in quel salone. Il panico si fa strada dentro di me, ma sotto insistenza di Angie mi ritrovo ad annuire, confermando il possesso di quelle dannate registrazioni.

«Va bene, va bene» si calma alla fine, scuotendo il capo come a volersi biasimare per aver dubitato di me. «Adesso cerchiamo papà, dev'essere qui in giro.»

La seguo dentro, muta come un pesce. La sento discutere con Jack, ma alla fine mi estraneo, tornado con la mente a Curt. L'idea che possa essere chissà dove da solo a cercare una pistola mi fa venire la pelle d'oca. Quindi mi metto a cercare lui al posto di mio padre, percependo in me farsi strada un brutto presentimento. D'un tratto, però, sento il cellulare suonare nuovamente. Lo recupero con mani tremanti e mi stacco da Angie incurante delle direttive di Curt. Apro un nuovo messaggio di Unknown trattenendo il respiro.

Unknown:
Sali al piano di sopra, Mae: ti aspetta una sorpresa.

Rileggo quel messaggio due volte, confusa e terrorizzata. So che non dovrei farlo, eppure alla fine sto al suo gioco e seguo le sue istruzioni. Corro al piano di sopra allontanandomi da Angie e Jack, il cellulare ancora stretto in mano. Una volta raggiunto il secondo piano, mi guardo attorno non sapendo dove andare. È tutto buio, i dormitori abbandonati sono silenziosi e quieti. Ma c'è una porta aperta, l'unica camera da dove proviene uno strano sibilo. Mi dirigo in quella direzione, scoprendo subito che quel rumore molto basso è in realtà quello del vento che, intrufolandosi dentro dalla finestra lasciata aperta, fa cigolare le ante arrugginite delle persiane.

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⏰ Last updated: May 23 ⏰

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