31. Tre passi

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«Perché non mi odi?» domandò il Buio alla Luce.
«Come potrei?», rispose quest'ultima. «Non è forse nel buio della notte che persino la stella più lontana brilla dei suoi colori?».

Mae

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Mae


È trascorsa una settimana.

Una settimana esatta dal giorno in cui ho giurato a me stessa che avrei fatto di tutto affinché Curt non rovinasse tutto con i demoni che sembra portarsi dietro dal suo passato.

Una settimana esatta ed io non ho ancora scoperto un bel niente sul suo conto.

In effetti, potrei anche lasciar stare questa specie di ripicca che ho deciso di mettere in atto... Ma perché dargliela vinta ancora una volta, quando è chiaro che lui non si farebbe alcuno scrupolo a vincere questa partita?

Un gioco.

Ormai è questo che mi tiene legata a lui – e che, in qualche modo, potrebbe salvare la mia famiglia. Se mio padre vuole che lui resti in questa casa, io ho bisogno di sapere che i suoi demoni siano più innocui di quanto non sembrino. E per quanto deleterio possa sembrare, sono pronta a tutto pur di non lasciargli il potere di distruggere ogni cosa con il suo carattere schivo e gelido.

«Uff! Quel coglione non risponde ai miei messaggi e nemmeno alle mie chiamate. Sembra sparito nel nulla, ma non è possibile che sia così, giusto? Voglio dire: lui mi serve. Ryan O'Brien mi serve qui, ora.»

Sollevo – non senza un certo timore – lo sguardo su Angie, stravaccata sul mio letto da quasi un'ora ormai, con indosso ancora l'uniforme della Gloom e il volto corrucciato dall'ira.

Anche lei appare determinata tanto quanto me nei suoi piani. Certo è che potrà risultare, a tratti, un po' più aggressiva di me, ma è tutta una questione di indole e non biasimo nessuno se possiamo sembrare così diverse a volte.

Abbandono la matita nel libro di matematica, gettando una rapida occhiata al mio quadernino da disegno lì accanto sulla scrivania. La sua copertina dorata appare così invitante ed io ricaccio indietro la voglia che ho di mettermi ad abbozzare qualche nuovo schizzo per la gara di ritratti che ha organizzato quest'anno il professor Wilson. Per la prima volta, la partecipazione sarà obbligatoria per gli iscritti al suo corso. Dapprincipio, ammetto di aver nutrito un certo timore nello scoprire ciò, per poi farmi coraggio e accettare quella novità come l'occasione che stavo aspettando per mettermi alla prova e cominciare a dipingere qualcosa di un po' più serio – mettendo in pratica tutte le nozioni che ho appreso anche grazie a Wilson.

E stavo per l'appunto cominciando a disegnare quando Angie è piombata di colpo nella mia camera, decidendo che questo sarebbe stato il luogo ideale dove lamentarsi per il resto del pomeriggio.

«Dagli tempo: sarà solo un po' impegnato» dico, in realtà poco convinta delle mie stesse parole, mentre la raggiungo sul letto. Il materasso si piega sotto il mio peso, incrocio le gambe e osservo Angie sbuffare fragorosamente ancora una volta. Assume un ghigno scocciato mentre si mette a sedere in mezzo al letto e fa scomparire con un gesto isterico il cellulare sotto il cuscino.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now