55. Meno tre

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Non ti fidare di una ferita che non brucia più:
Quando riprenderà a sanguinare,
farà più male della prima volta.

Curt

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Curt


«Io mi fido di te, Curt.»

Respiro piano, in silenzio. Vorrei smettere di farlo, vorrei trattenere il fiato fino a farmi esplodere i polmoni e sentire dolore da qualche parte – sentire qualcosa che possa controllare, che possa gestire.

Il dolore. Un'arma infame, a doppio taglio, ma pur sempre una sensazione – l'unica briciola di umanità che le mie ombre mi concedono di provare.

Serro le dita attorno al volante dell'auto di Nathan, le nocche si fanno bianche, i polsi duri e tesi. Cerco di calmarmi, chiudo gli occhi e trattengo un sospiro.

«Io mi fido di te, Curt.»

La voce di Mae non mi dà tregua però e gli occhi mi si spalancano di colpo, in preda ad uno spasmo quasi animalesco di impotenza e rabbia. Sono incazzato nero. Con Mae, con Unknown, con me stesso.

Mae. Tiro un pugno al volante, una fitta di dolore troppo leggera si dirama dal palmo al polso in una scarica fulminea. Non ho sentito niente.

«Io mi fido di te.»

Fidarsi... di me. Che cosa senza senso, che scelta incauta, da sciocchi.

Sbuffo, l'aria consumata nell'abitacolo mi secca la gola mentre la notte gelida fuori minaccia l'ennesima tempesta.

«Forse nevicherà stanotte. Perché non resti a casa? Perché devi uscire proprio adesso?».

Sono scappato, ecco qual è la verità. Da quello che ci siamo detti questa sera, dalla sua folle speranza, ingenuità, dolcezza.

Cazzo. Finirò per impazzire se Mae continuerà a comportarsi in questo modo. Non riesco a controllarla, non riesco a respingerla e non riesco nemmeno a proteggerla. Mi ha raccontato tutto. Dei messaggi ricevuti da Unknown, delle sue paure, del piano del cazzo che ha ideato Angie per dimostrare a tutti che Ryan è uno spacciatore... Quella ragazza non se ne frega niente di Mae, visto che ha deciso di gettarla completamente da sola nelle grinfie di Mostro durante la notte degli orfani.

Tiro un altro pugno al volante, questa volta il dolore che sento è più forte, ma non basta lo stesso. Mi massaggio le tempie, non so che fare, come comportarmi e quanto ancora riuscirò a reprimere la rabbia. Il dolore non sta funzionando, il silenzio assordante nell'abitacolo non mi aiuta affatto.

«Chi ti dice che Ryan c'entri con la morte di Abby?».

«Nessuno. Ma Angie vuole vendicare l'amica per quello che le ha fatto in passato ed io non posso lasciarla da sola in questa battaglia. E poi, tu stesso mi hai detto che anche Abby riceveva messaggi da Unknown. E se...».

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now