17. Essere nessuno

2.4K 142 134
                                    

Il desiderio è il peggiore degli impulsi.

Il desiderio è il peggiore degli impulsi

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.



Curt


Ho sempre amato starmene da solo.

Fatta eccezione per quei momenti in cui ho sentito il bisogno di qualcuno da toccare e stringere tra le braccia con ardore, la solitudine è sempre stata mia alleata e compagna fedele.

Eppure in questo, di momento, sento che la solitudine non saprebbe consolarmi.

Adesso, non è di stare da solo che ho bisogno – per quanto abbia provato a reprimere i miei impulsi evitando di restare a casa con Mae, la mia testa non riesce a smettere di pensare a lei e sento quasi di stare per impazzire se non trovo subito un modo per tenere impegnati i miei demoni crudeli.

Mi muovo nervosamente sullo scomodo sgabello del Night, ingurgitando l'ennesimo drink che Tessa, una bellissima ragazza di origini colombiane che lavora come cameriera qui dentro da qualche mese ormai, mi ha servito sorridendomi languidamente e senza mai staccarmi gli occhi di dosso.

Non ricordo con esattezza quando tempo fa me la sia portata a letto, ma quella che c'è stata tra noi è stata solo una prima e ultima volta, visto che ho scoperto a fatti ormai compiuti che il suo presunto fidanzato sia proprio il proprietario del locale. È ovvio che, per quanto mi piacciano le donne sfrontate e coraggiose come Tessa, non voglio avere problemi e anche adesso, infatti, sto facendo una fatica immane ad ignorare i mille segnali che la colombiana mi sta lanciando pur di attrarmi nella sua trappola.

Sbatto con poca forza la base del mio bicchiere sul bancone, invitando Tessa a versarmi un altro drink. Lei mi raggiunge subito con una bottiglia in mano e mi serve, gettandomi una lunga occhiata con la quale, se potesse, proverebbe a spogliarmi qui davanti a tutti.

«Vuoi proprio darci dentro stanotte, Davis» biascica lei, sibillina.

Porto il mio sguardo nel suo, i suoi occhi nocciola mi osservano vigili come un leone e maliziosi. Poi mi sorride, affascinante, mentre spinge il bicchiere nuovamente pieno verso di me sporgendosi sul bancone tra noi – i miei occhi si tuffano nella sua profonda scollatura, intravedendo un capezzolo scuro del suo seno morbido e prosperoso.

«E tu saresti disposta a darci dentro con me, Tessa?» le chiedo, sorridendo con malizia a mia volta e portandomi il bicchiere alla labbra. Bevo il mio drink tutto d'un fiato e senza mai staccare gli occhi dai suoi. Quando ho finito, mi lecco le labbra umide con la lingua – Tessa si morde un labbro, eccitandosi visibilmente dinanzi a me.

«Di bere non se ne parla: qui a lavoro non mi è permesso. Però» si sporge in avanti una seconda volta, sorridendomi, «ho la pausa tra dieci minuti. Se vuoi, possiamo andare al piano di sopra in una delle stanze libere».

La osservo a lungo, meditabondo e con la gola arsa nonostante stia bevendo da quasi un'ora ormai. In altre circostanze, sarei stato addirittura io a proporre un piano simile. Eppure, per qualche strana ragione, adesso non è di lei che ho voglia – e una parte di me si convince che sia solo perché Tessa è fidanzata ed io non ho intenzione di smettere di venire al Night per aver fatto una cazzata.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now