18. Rosso come il peccato

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Si infiammano, le anime degli amanti.
Bruciando al solo sfiorarsi con i loro sguardi.

 Bruciando al solo sfiorarsi con i loro sguardi

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Mae


È mattina.

La sveglia sul mio cellulare suona a lungo, disturbando il mio sonno già irrequieto.

Mi rigiro nel letto, costringendomi ad aprire gli occhi, e sbadiglio. Resto a fissare il soffitto per un tempo che mi sembra infinito, la sveglia continua a suonare, ma la sua suoneria giunge come ovattata alle mie orecchie distratte.

Ho fatto un sogno stanotte.

Un sogno proibito, uno di quelli che mi vergogno anche solo a ricordare.

Sbadiglio ancora, mettendomi a sedere in mezzo al letto e stropicciandomi gli occhi con i palmi delle mani.

Mi sento ancora stanca e, fosse per me, dormirei un altro paio d'ore. Sospiro, decidendomi infine a cominciare la giornata.

Mi sporgo verso il comodino, inforco gli occhiali e corrugo le sopracciglia, notando che il mio cellulare non si trova come al solito al loro fianco. Mi chiedo dove abbia potuto metterlo, cominciando a cercarlo in mezzo al letto.

La suoneria della sveglia sembrerebbe provenire da...

«Trovato!» esulto sottovoce, ripescandolo da sotto le coperte, ai piedi del letto. «Come mai sei finito lì?».

Il cellulare non mi risponde, io disattivo la sveglia e sospiro, grata del silenzio che finalmente è tornato ad aleggiare nella mia stanza.

Poi mi gratto la testa, sbloccandolo e notando il messaggio di Ian. Lo rileggo stupita e contrariata da me stessa per non avergli risposto: che mi sia addormentata ancor prima di rispondergli?

Storco il naso, decidendo di inviargli un semplicissimo cuoricino fucsia, e infine blocco il cellulare, abbandonandolo sul letto e alzandomi controvoglia per cominciare a prepararmi.

Vado al bagno, la mia mano cerca nel buio l'interruttore della luce lungo la parete, e infine lo trova. Raggiungo il lavabo, mi lavo la faccia con acqua gelida e poi i denti. Tampono il volto con l'asciugamano e il mio riflesso nello specchio fa lo stesso.

Tuttavia, quando lo vedo un secondo dopo, il sangue mi si gela nelle vene ed io mi pietrifico seduta stante, incredula.

Sgrano gli occhi, ingoiando saliva a vuoto. La mia attenzione ricade su un punto in particolare del mio collo, il mio sguardo scruta a lungo una macchia violacea sulla mia pelle chiara.

Ne resto esterrefatta, immobile a fissarla con un labbro tremante.

Il mio sogno...

Quel sogno...

«Oddio!» esclamo inorridita, stupita, confusa e totalmente nel panico.

Scuoto la testa. Prima piano e poi sempre più intensamente, sempre con più forza.

SILENT LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora