28. La partita è ancora aperta

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Tre cose perseguiteranno ovunque la mente umana:
La paura, il dolore e il passato.

Curt

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Curt

Mi rigiro nel letto, non riesco a dormire bene.

Ho una gamba addormentata e l'altra schiacciata da un peso.

Corrugo le sopracciglia, ho sonno, non voglio aprire gli occhi, ma non riesco comunque a dormire.

È ancora notte? Che ora è?

Mi rigiro un'altra volta, il cuscino sembra un mattone sotto la mia testa. Strofino una guancia contro la federa morbida: non è più tanto morbida, però.

Socchiudo un occhio, la mia camera è immersa nell'oscurità. Apro anche l'altro, c'è qualcosa che non va.

Cerco di sollevarmi, ma non ci riesco. La vista si abitua a fatica a tutto quel buio, ma alla fine riesco a distinguere nitidamente un'ombra al mio fianco. Quando riconosco Mae, distesa nel mio letto che dorme serenamente come un bambino, il cuore mi balza in gola.

Lei è qui.

Lei è davvero qui.

Gli eventi di stanotte si susseguono uno dopo l'altro in un solo attimo di lucidità. Cosa cazzo mi è preso? Perché le ho chiesto di restare?

Il suo profumo di vaniglia ha riempito il mio letto adesso, il mio cuscino sa di lei e...

Sollevo il capo a fatica, notando solo ora che, in realtà, Mae mi ha rubato il cuscino e che è il materasso duro quello su cui ho dormito per tutto il tempo.

Roteo gli occhi, sospirando. Lei si lamenta nel sonno ed io trattengo il respiro fino a quando non mi sono assicurato che non l'abbia svegliata.

Resto a fissarla a lungo. Il suo respiro regolare è delicato e a malapena udibile. Sembra un angelo ed io sono il diavolo di cui lei si è fidata venendo qui.

Avevamo un patto, ricordo a me stesso. Avevamo un patto che Mae ha infranto su tutta la linea. Io gliel'ho lasciato fare, certo, ma adesso? Adesso che lei qui, a pochissima distanza da me, nel mio letto, sotto le mie coperte, come posso mettere a tacere i miei impulsi e i miei desideri?

«Hai commesso un grave errore» la biasimo, sussurrando in punta di labbra le mie parole. Lei si rigira nel letto come se mi avesse udito. Si distende supina per qualche tempo e poi torna a girarsi su un fianco – prendendo come ad osservarmi, con quei suoi occhi vitrei, da dietro le palpebre chiuse.

Poi si fa un po' più vicina a me, intreccia le gambe nude alle mie e sorride. Io mi mordo un labbro fino a spaccarlo – il sapore ferroso del sangue mi riempie la bocca e mi sporca la lingua.

Tutto questo è impossibile da sopportare. Cosa credevo? Che avremmo dormito serenamente fianco a fianco come se nulla fosse? Come due amici o due fratelli addirittura?

SILENT LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora