29. Rischiare la pelle

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«La follia», disse l'amore.
«È la follia a rendermi così ingenuo.»

Mae

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Mae


Quando torno a casa da scuola, quel giorno, ho tutte le intenzioni di chiudermi in camera mia a studiare e disegnare per il resto del pomeriggio, senza alcun tipo di distrazione e isolandomi dal resto del mondo.

Il fatto è che, trascorrere l'intera giornata ad evitare i miei problemi, mi ha stressata fino a prosciugarmi tutte le energie. Un esempio di problema da cui sto scappando? Curt Davis.

Di fatti, dopo essermi trovata sola al mio risveglio in camera sua questa mattina, ho avuto un mezzo attacco di panico per la follia compiuta stanotte e me la sono data a gambe prima che facesse ritorno in stanza. Stanotte devo aver completamente perso il senno: ho infranto l'accordo che avevamo stretto, ho rischiato che qualcuno ci vedesse e dato adito ad un desiderio che avrei dovuto ignorare... Cosa mi è preso, di preciso? Perché quando si tratta di Curt, la mente smette di ragionare lucidamente ed ogni buon proposito non sembra avere più alcun senso di esser rispettato?

Come se non bastasse, mi sono ritrovata ad ignorare persino le chiamate di Ian, sentendomi troppo confusa per mettermi a parlare con lui come se nulla fosse e dileguandolo con un banale e breve messaggino.

Eppure, i miei piani crollano come un castello di sabbia in riva al mare non appena metto piede in casa e scopro che Angie ha avuto la bella idea di invitare un ospite.

Nell'ingresso, poso lo zaino e appendo il cappotto all'appendiabiti mentre odo chiaramente la voce di un uomo che non conosco provenire dal salotto.

Dinanzi a me passa Gwenda sgambettando sulle sue gambe corte, in mano stringe un vassoio con una tazza di tè caldo e una birra ghiacciata. Io la fermo, indagando sul presunto ospite di mia sorella.

Gwenda si stringe nelle spalle poco interessata all'argomento. «Pare si chiami Ryan O'Brien. Sua sorella ha detto che è un suo amico. Suo e del signorino Curt. Mah! Io però non l'ho mai visto prima d'ora...».

Annuisco meditabonda, mentre Gwenda torna a lavorare ed io studio celermente il mio aspetto nel piccolo specchio appeso nell'ingresso. Sebbene stanotte abbia dormito come un ghiro accanto a Curt, ho l'aspetto di un panda e l'aria stravolta.

Mi sistemo meglio la frangia sulla fronte, poi passo alla montatura degli occhiali sul naso e infine al colletto della camicia bianca dell'uniforme della Gloom. Prendo un bel respiro e assumo un'aria quanto mai rilassata e sciolta entrando in salotto. Quindi fingo un lieve stupore notando un ragazzo seduto sul divano di casa nostra totalmente a suo agio, con una gamba poggiata sull'altra e il sorriso sfrontato e affascinante. I suoi occhi scuri e affilati si posano immediatamente su di me con interesse non appena faccio il mio ingresso in salotto.

«Oh, Mae, già di ritorno? Non mi ero proprio accorta che il tempo fosse passato così velocemente», cade dalle nuvole Angie, sorridendo pacatamente con le sue labbra sottili tinte di rosa mentre osserva l'ora sul suo piccolo orologio da polso.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now