36. Qualcuno che sappia ascoltarmi il cuore

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Un cuore che batte, ama a gran voce.
Un cuore che tace, lo fa in silenzio.

Un cuore che tace, lo fa in silenzio

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Mae


Non ho mai ascoltato il mio cuore prima d'ora.

Questo, è qualcosa di cui mi rendo conto solo adesso, dopo tutto questo tempo trascorso in una bolla fatta di silenzio, gentilezza, pazienza.

D'altronde, è stata la mamma a insegnarmi ad accontentarmi solo di questo.

Ascolta, Mae.

Ascolta sempre e fallo anche con il cuore.

Ed il mio, di cuore? Chi saprà – e vorrà – ascoltarlo?

Capisco solo ora che non mi è mai importato fino in fondo saperlo. Eppure, questa mattina mi sono alzata con la consapevolezza che le cose non sono più le stesse e che fingere che sia ancora così sarebbe solo una menzogna. E all'improvviso, ho realizzato che mi manca quello che non ho mai conosciuto – mi manca avere accanto qualcuno che mi desideri e che mi faccia sentire importante, perché sa ascoltare quello che il mio cuore ha da dire.

Sospiro, il rumore dei miei anfibi che affondano nella neve è l'unico suono che spezza il silenzio della mattina.

È tutto così calmo, così tranquillo. Invece, dentro di me infuria una tempesta fatta di pensieri, fastidio, frustrazione.

Aver mentito a Curt, ieri pomeriggio a scuola, mi ha condannata a un senso di colpa che non mi ha più abbandonato fino a stamattina. Tentare di distrarmi studiando e poi disegnando non è servito a nulla: il peso martellante della bugia detta non mi ha dato tregua nemmeno per un minuto.

Levo lo sguardo dalla strada sul bosco innevato che la costeggia. È così bello, coperto del suo morbido manto bianco, silenzioso e immobile.

Un po' la invidio, quella quiete della quale si veste, perciò distolgo lo sguardo e torno a fissare la strada verso casa di Sally. Giusto ieri sera, infatti, ho deciso che le avrei fatto una sorpresa raggiungendola a casa sua questa mattina per andare a scuola insieme. Ammetto che la paura che scompaia di nuovo per via di quello che sta succedendo nella sua famiglia sia uno dei motivi per cui sto facendo tutto questo: tengo a lei e non voglio che si senta sola a tal punto da isolarsi una seconda volta.

Quando suono al campanello di casa Monsters, dunque, indosso un sorriso enorme e mi strofino le mani fredde attendendo paziente che qualcuno venga ad aprirmi.

Trascorrono almeno un paio di minuti, però, prima che questo avvenga. Ed io quasi sto perdendo la speranza, quando la porta viene aperta da un uomo sulla cinquantina e il sorriso affabile e cortese.

«Buongiorno! Desidera?».

La sua voce matura è talmente gentile da suscitare in me un certo stupore, mentre gli dedico una rapida occhiata.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now