46. Farfalle nello stomaco

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Un cuore innamorato batte come le ali di una farfalla,
Che libra alta nel cielo in preda alla felicità.

Un cuore innamorato batte come le ali di una farfalla, Che libra alta nel cielo in preda alla felicità

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Mae


Ho sete.

Questo è tutto ciò che mi viene in mente adesso. Sento la gola stringersi, la lingua impastata appiccicarsi al palato. Sospiro e chiudo gli occhi, la testa gira vorticosamente e lo stomaco supplica pietà.

Getto un'occhiata su Curt, l'auto di Ben non mi è mai sembrata più piccola e claustrofobica di così. L'aria tesa nell'abitacolo è irrespirabile, la mia sete non fa che aumentare.

Curt guida in silenzio, non so di preciso da quanto tempo siamo ripartiti dall'Hell. L'auto sfreccia talmente tanto veloce ed io ho bevuto così tanto, che rischio di vomitare da un momento all'altro.

Osservo le sue mani ben salde attorno al volante, le nocche bianche per via della forza con la quale lo sta stringendo. Il suo profilo è un ombra che si staglia nel buio, i suoi occhi sono fissi sulla strada e ben vigili. Il silenzio profetico che regna sovrano tra noi è assordante. Vorrei che dicesse qualcosa, qualunque cosa, ma non lo fa.

Trattengo un sospiro, ho ancora sete e lo stomaco sottosopra. Sally si lamenta distesa sui sedili posteriori. Per un attimo, mi sono persino dimenticata di lei...

«Puoi andare un po' più piano? Sally vomiterà di nuovo se continui così.»

Curt si limita a gettarmi un'occhiata di tralice, ma non fa come gli ho chiesto. La verità è che Sally ha già rimesso tutto l'alcol ingerito nel parcheggio desolato del vecchio capannone prima di tramortire nella nostra auto, e questo Curt lo sa meglio di me. Eppure, io ho davvero bisogno che rallenti, altrimenti sarò costretta a chiedergli di accostare, incapace di trattenere l'ennesimo conato.

Un brivido in tutto il corpo mi coglie di sorpresa ed io mi avvolgo con le mie stesse braccia, rimpiangendo di aver indossato questo stupido vestito. Le paillettes argentate mi pizzicano la pelle nuda, mi viene la pelle d'oca sulle cosce e torno a fissare la strada, ricacciando una smorfia di nausea.

«Hai freddo?».

Il mio cuore perde un battito nel petto, Curt mi sta osservando gelidamente.

«No», mento.

«È colpa del vestito» insiste però lui.

«Il vestito è perfetto.»

«Il tuo vestito è troppo corto. Sei praticamente nuda, Mae.»

Il suo tono di voce brusco si tinge di una nota di biasimo. Affondo la testa nel poggiatesta e non rispondo, lasciandomi travolgere dall'ennesimo capogiro.

«Rallenta, ti prego» lo supplico, stringendomi la pancia dolorante.

«Pff! Guarda come ti sei ridotta» commenta di rimando. Gli lancio un'occhiataccia, sono troppo ubriaca per mantenermi calma.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now