22. Meno uno

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In amore si gioca contro il destino:
L'ultima mossa spetta a chi ha giocato meglio le proprie carte.

Curt

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Curt


«Stai giocando col fuoco, Curt».

Abby mi raggiunge fuori, nel bellissimo e curatissimo giardino di casa Sanders.

Questo posto è orrendo. I genitori di Duke devono essere due ricconi dai gusti orripilanti a giudicare dalla potatura perfetta e geometrica con cui hanno deciso di abbellire ciascun albero e cespuglio qui fuori.

Piego le labbra in una smorfia di disgusto osservando un angioletto nudo che sputa uno zampillo d'acqua dalla bocca nel bel mezzo del giardino. : tutto è estremamente ricco ed esagerato in questo posto.

Abby incrocia le braccia al petto al mio fianco, prendendo ad osservarmi seriosa, tuttavia io non mi muovo da dove mi trovo, appoggiato con la schiena contro il muro in mattoni con una birra quasi finita in mano.

Ne bevo un sorso e resto a fissare il giardino davanti a me, l'aria gelida della notte mi riempie i polmoni, ma non ci faccio caso.

«Non so a cosa tu ti riferisca» ribatto poi, gelido.

La verità è che una mezza idea ce l'ho, ma non ho intenzione di beccarmi un rimprovero proprio da una come Abby.

Io e lei siamo sempre stati simili.

Spietati, passionali, distaccati. Al Cage facevamo sesso senza sentimenti, perché andava bene ad entrambi e perché sapevamo che avremmo potuto appagarci l'un l'altra senza pretese o coinvolgimenti emotivi.

Quel periodo mi è piaciuto, mi sono divertito, ma adesso è finito. Lei è stata adottata, io anche. Fuori dal Cage le cose non possono tornare come erano all'epoca: tra noi non può esserci più niente e il fatto che questo lei non voglia capirlo e che continui a venirmi dietro come se nulla fosse cambiato, mi infastidisce e mi rende nervoso.

«Sto parlando di Mae.»

Mi irrigidisco impercettibilmente al solo sentir nominare questo nome dalla sua bocca. Le scocco un'occhiata di tralice e bevo ancora per tenere a freno la bocca. Il calore dell'alcol non è sufficiente a scaldarmi e neanche a spegnere il fastidio che sento crescere in me.

«Ti sbagli: non sto giocando con nessuno al momento» pronuncio, cercando di mantenere la calma.

«Stai mentendo» mi accusa lei.

«E anche se fosse? A te cosa importa?».

«A me niente, ma al suo paparino importerebbe eccome. Pensa se venisse a sapere che stai giocando a un gioco perverso con sua figlia: Mae è il fuoco in questa storia e uno tra voi due finirà col bruciare vivo.»

Abby mette il broncio ed io scoppio a ridere. Non so il perché, ma il fatto che abbia già capito tutto mi mette di buon umore.

Mi conosce bene e questo dovrebbe mettermi in guardia. Eppure, per qualche strano motivo che al momento mi sfugge, la sua paternale mi sembra piuttosto un disperato tentativo di ricondurmi a lei.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now