🔥SERIE "SILENT LOVE"🔥 -
Il seguente volume contiene la prima e la seconda parte della serie.
DARK ROMANCE
«Mi hai chiesto tu di starti lontano, Curt.»
«Avresti dovuto rendermi le cose più facili, però.»
La vita di Mae è sempre stata silenziosa...
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Mae
La vita è come una scatola vuota: giorno dopo giorno, sin da quando nasciamo, a ciascuno di noi spetta riempirla di momenti e ricordi che ci appartengono. Ogni attimo trascorso è un pezzetto di vita che, nel bene o nel male, viene conservato per sempre al suo interno.
Tuttavia, la differenza tra gli uomini risiede nella capienza di ciascuna di queste scatole.
Nessuno di noi saprà mai quanto è grande la propria e quando l'ultimo rintocco scoccherà preciso e inevitabile, sarà allora che avremo riempito fino all'orlo la nostra scatola.
In quel momento, saremo arrivati al capolinea.
In quel momento, non resterà che svuotare la nostra scatola e guardarci all'interno.
Vuoto.
Sarà questo che spetterà a ciascuno di noi.
Vuoto.
È quello che esiste dopo la morte.
Quello che possiamo immaginare.
Quello che saprà farci meno male.
Il vuoto.
Io l'ho visto da vicino, tempo fa. E ricordo bene la sensazione che ti provoca riconoscerlo, scovare il vuoto dentro se stessi in seguito alla morte di qualcuno.
Di mia madre non mi resta che il vuoto ad oggi.
Nessun ricordo che non sia sbiadito, nessuna immagine, poche sensazioni.
Ho solo il vuoto in mente quando ripenso a lei.
Un frustante, oscuro e crudele vuoto che mi impedisce di ricordare ciascun momento trascorso con lei nitidamente – anche un minuscolo e insignificante dettaglio degli ultimi momenti insieme.
Mia madre è morta ed io la ricordo a stento.
Mia madre è morta e qualcosa è scattato nella mia mente – una sorta di corazza con cui ho provato a proteggermi dal dolore.
«Tu la ricordi bene la mamma?» domandai una volta a papà.
Quel giorno d'estate avevo trascorso l'intera mattinata a provare ad abbozzare un suo ritratto sul mio quadernino, ma invano: non ero riuscita a ricordare i lineamenti del suo volto e mi ero cocciutamente rifiutata di ricopiare una sua fotografia. Giunta l'ora di pranzo, quindi, mi ero sentita terribilmente in colpa e frustrata per quella mia incapacità.
