59. Bambola rotta

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L'uomo è una bambola di pezza rattoppata qua e là:
Soffre, viene ferito e si lacera.
Eppure sopravvive sempre,
Arrancando malridotto verso ciò che finirà per ferirlo ancora.


 Eppure sopravvive sempre, Arrancando malridotto verso ciò che finirà per ferirlo ancora

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Curt

Quattro anni prima

«Cazzo, Haylay, ti stai un po' ferma? Sto cercando di concentrarmi.»

Sollevo per un solo secondo lo sguardo dal libro che sto leggendo, le gambe accavallate su una morbida poltrona sotto la finestra dello studio e l'aria impregnata della puzza di sigarette.

Haylay si lamenta sulle gambe di Jacob, continuando a leccargli il collo con lo stesso livore di un attimo fa. O non ha recepito il messaggio oppure è davvero senza cervello. La studio da dietro il mio libro aperto, i pantaloncini di jeans sdruciti sono così corti da lasciare intravedere la curva inferiore delle natiche sode. Le gambe abbronzate e nude sono accavallate sul bacino di lui, lisce e lucide di sudore.

In questi giorni di fine estate, su questa piccola cittadina dimenticata da Dio ai confini con il bosco, sembra essere calato l'inferno e il caldo e l'afa opprimente persistono nonostante sia già iniziato settembre da qualche giorno ormai.

Sbuffo in preda all'irritazione al solo realizzare che sono quasi ormai due mesi che vivo in questo postaccio. Un mese e ventinove giorni, per l'esattezza. Un mese e ventinove giorni da quando ho conosciuto i signori Parker e il pallone gonfiato che si ritrovano per figlio: Jacob Parker.

Arriccio il naso disgustato come ogni volta alla visione del suo naso prorompente, le sue mani troppo grandi e viscide sempre posate sul corpo di una qualche ragazza senza cervello e senza occhi in grado di notare quanto orripilante sia il mio nuovo fratellastro.

Questo posto è uno schifo. Quest'estate è stata uno schifo. Il Cage è uno schifo visto che mi hanno lasciato in affido in questa casa di merda.

L'unica cosa bella è questo studio. Il signor Parker mi ha dato libero accesso ai suoi libri, alla sua poltrona e persino al suo ventilatore per leggere durante gli afosissimi pomeriggi d'estate. Ed è quello che ho fatto proprio fino a una settimana fa, quando poi Jacob ha pensato bene di spostarsi qui dentro a limonare con le sue ragazze impossessandosi dell'unico ventilatore della casa. Stronzo.

«Ao! Ma non vuoi capire oppure sei sorda?» grida tutto a un tratto, scollandosi di dosso la ragazza con uno spintone e balzando in piedi appesantito dal ventre non proprio piatto. Nel fare ciò, però, Haylay finisce al suolo rovinosamente, battendo con il sedere per terra senza alcuna delicatezza. Jacob le scocca un'occhiata severa e disgustata dall'alto, rigirandosi l'ennesima sigaretta ormai quasi finita tra le labbra.

«Lasciami respirare, cazzo!» esclama, infuriato. Haylay si alza e si lascia cadere sul divano proprio laddove un attimo prima sedeva Jacob. Accavalla le gambe e mette il broncio scoccandogli un'occhiata fulminante.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now