57. Intossicarsi l'anima d'amore

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È velenoso, l'amore.
E per l'anima degli amanti,
Stolte e fragili,
Non esiste antidoto che tenga.

 E per l'anima degli amanti, Stolte e fragili, Non esiste antidoto che tenga

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Mae


«Non penso di voler indossare questa specie di trappola mortale.»

«Lo indosserai, invece, e senza troppe discussioni.»

Arriccio il naso con disappunto, gli occhi fissi su una distesa di tessuto rosa semitrasparente adagiata sul mio letto con neanche troppa cura. È il terzo vestito che io ed Angie esaminiamo da circa un'ora ormai. Puntello le mani sui fianchi e piego la testa di lato – i capelli mossi, che Angie mi acconciato con il ferro non senza qualche mio borbottio di protesta, mi sfiorano con le punte un braccio, pizzicandomi la pelle.

«Non mi piace neanche questo» protesto, grattandomi un gomito.

Scruto a lungo l'abito, si tratta di un tubino troppo rosa e apparentemente troppo corto e piccolo per le misure di una donna già bella che è cresciuta. Trattengo un sospiro, mi domando come faccia Angie a indossare roba simile... si respira con uno di questi vestiti indosso, vero?

«Non è che non ti piace questo vestito» sbotta mia sorella, fulminandomi con fare austero, «non te ne piace nessuno

Incasso il suo rimprovero senza alcun rimbrotto, tornando a scrutare l'abito diffidente. Non è che non mi piaccia, è che... Restia, allungo una mano e ne sfioro il tessuto sottile, ruvido sotto i miei polpastrelli.

«Smettila di fare i capricci! È tardi e questa è l'ultima alternativa che ti offro. Prendere o lasciare.»

Questa volta sbuffo fragorosamente, sentendomi con le spalle al muro. O questo o... Getto un'occhiata terrorizzata ad un abitino verde smeraldo di raso che ho bocciato ormai un'ora fa. È talmente corto che mi si vedevano le mutandine e inoltre, per sfilarlo, ho rischiato di soffocare. No: questo rosa deve andarmi bene, punto e basta.

Deglutendo a vuoto, mi spoglio e afferro il vestito per indossarlo. Angie mi aiuta controvoglia, esasperata quanto basta per muoversi con fare goffo e rude.

«Attenta al trucco» mi rimprovera, «non ti rifarò l'eye-liner due volte.»

Annuisco ubbidiente mentre infilo la testa nel collo dell'abito. Lo tiriamo giù lungo il corpo, il tessuto è aderente, ma per fortuna anche lievemente elasticizzato. A metà coscia, l'abito si interrompe infine bruscamente come se avessero finito il tessuto proprio sul più bello durante la sua fabbricazione.

«Capolinea» sghignazza.

«Non ne hai uno più lungo?».

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now