32. In attesa

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I segreti di ciascuno di noi sono la peggior arma con cui essere feriti.

I segreti di ciascuno di noi sono la peggior arma con cui essere feriti

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Mae


Sono in attesa.

Di cosa?

Non lo so, non lo ricordo più.

L'angusto corridoio di casa è immerso nell'oscurità. Avvicino le gambe al petto, avvolgendole con le braccia e posando il mento sulle ginocchia.  Rannicchiata nell'angolo più buio e lontano dalle scale, mi domando da quanto tempo io sia qui.

Sbadiglio, sento le palpebre farsi pesanti, ma non è il momento di dormire. Non ancora. Sono in attesa.

Di chi?

I piedi nudi contro il pavimento freddo si sono ormai congelati da tempo, il riscaldamento acceso non sembra sentirsi neanche più.

Sospiro, il corpo in preda a un tremore crescente. Dovrei essere a letto a quest'ora; finirò con l'ammalarmi e la mamma si arrabbierà. Non voglio che si arrabbi, non voglio che si preoccupi per me.

Sono in attesa.

Perché ci sta mettendo tanto?

Un ciuffo di capelli mi solletica il naso mentre il mio respiro si fa pensate.

Potrei dormire qui.

, potrei farlo.

Chiudo gli occhi solo per un attimo, un minuscolo istante. Trascorre qualche secondo, forse un breve minuto. O sono due?

Riapro gli occhi di scatto, il corridoio è ancora buio attorno a me ed io sono ancora in attesa.

Per quanto tempo ancora? Quanto tempo ci metterà a lasciarci stare?

Un'ora? Tutta la notte? Una vita intera?

Non ce la faccio più, non voglio più aspettare. Perché lo sto facendo, in fondo?

Il cuore mi balza in gola quando sento dei passi lungo le scale.

Mi pietrifico come se fino ad ora avessi mosso anche un solo muscolo. Trattengo il respiro, il cuore che batte alla velocità della luce persino contro i timpani delle orecchie.

Ho sbagliato a restare qui. E se non fosse lei?

Se invece fosse...

Un corpo esile compare in cima alle scale, la mamma si aggrappa debolmente al corrimano come se ne andasse del proprio equilibrio mentre sale a fatica l'ultimo gradino a piedi nudi.

La sua chioma color mogano appare in disordine nella semioscurità, il vestito leggero e a fiorellini che mi piace tanto le sfiora le caviglie sottili mentre avanza lentamente in corridoio.

La osservo in silenzio, il cuore che acquieta appena la sua corsa, ma i sensi ancora allerta. Non oso muovermi da dove mi trovo e so bene che lei non mi ha ancora vista. Getto un'occhiata alle scale, dietro di lei non c'è nessuno ed io mi alzo in piedi talmente piano che le gambe anchilosate sembrano andarmi a fuoco.

SILENT LOVEWhere stories live. Discover now