Storia della caduta di Damian Cassio

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(Città di Tergetz, Regno di Hesperia, Cattedrale di Iaboth)
Blade si concesse un sorriso vagamente sadico prima di continuare: un sorriso reso ancora più inquietante dalla luce rossa del tramonto che gli illuminava i lineamenti.
"Ci riversammo per le strade di Aretis ma Cassio giocò sporco anche in quell'occasione, ovviamente: alcuni palazzi della città erano stati indeboliti per farli cadere su di noi con un gioco di corde e leve ... Aretis iniziò a crollarci tutta attorno ma quello fu solo l'inizio. I nhurriti sapevano di non poter competere a viso aperto contro di noi: si barricavano sui luoghi più elevati per riempirci di frecce e olio bollente, a volte sbucavano fuori dalle fognature per assaltarci alle spalle ... le loro armi, ovviamente, erano sempre avvelenate. Il particolare più odioso però furono le loro barricate ..."

A quel ricordo, il vescovo strinse i pugni con rabbia.
"Erano state fatte con legno e pietra ma anche con i civili vivi legati a fare da scudo. Fu una battaglia terribile e loro fecero di tutto per trasformarla in una carneficina: Nhur è il demone del massacro"
Si prese qualche secondo per ripensare a quella lontana giornata e ai suoi incubi. Si domandò se un giorno avrebbe mai smesso di fare male.

"In ogni caso la crociata riuscì ad arrivare nel cuore della città in due giorni di combattimenti strada per strada: Cassio si era asserragliato proprio nella cattedrale di Iaboth che aveva sconsacrato. Lo sentivamo urlare da fuori: gridava ai suoi seguaci che era stato tradito e che un giorno ci sarebbe stata una resa dei conti. Ancora oggi credo che non si riferisse a noi ..."
Il vescovo rimase pensieroso per qualche secondo, perso in ipotesi sulle quali ragionava da anni.

"In ogni caso gli rimanevano ancora parecchi blasfemi, ognuno con poteri da chierico dei demoni. Damian Cassio poi era il più potente di tutti loro ... con questi miei occhi l'ho visto reggere l'urto di un'intera brigata quando tentammo di riprenderci la cattedrale: la sua spada grondava sangue corrotto in continuazione ... qualcuno diceva che fosse il sangue stesso del demone Nhur! Qualunque cosa fosse riusciva a tagliare le armature come burro e quelle ferite non lasciavano scampo: guaritori e cerusici non riuscivano a curarle. Quando Cassio fu circondato dai nostri, notai che ogni colpo che lo raggiungeva sulla schiena non sortiva effetto: veniva come riflesso sul corpo dell'attaccante come in un invisibile contrattacco. Quel bastardo si muoveva agilmente, nonostante la sua armatura, e confondeva i nostri con illusioni e miraggi, creando copie di se stesso o apparendo là dove in realtà non si trovava. La cosa più abominevole però era che ogni uccisione lo rendeva più potente: tutte le volte che la sua immonda spada spezzava una vita, Damian Cassio sembrava tornare fresco come una rosa e attaccare con maggior forza. A dargli maggior potere erano le morti ottenute con disonore: persone colpite alle spalle, soldati ammazzati dopo che si erano arresi, chierici che avevano abbassato la guardia perchè Cassio aveva finto di essere ferito a morte ... quel verme si potenziava con la carneficina, non con una guerra onorevole: lui era davvero il paladino del demone del massacro"

Le tenebre avevano ormai invaso lo studio, l'assistente andò a prendere delle candele.
"Tutta la sua potenza però non poteva compensare il fatto che noi fossimo molti di più, anche se gli devo dare atto che resse l'urto finchè non si fece avanti il patriarca Roccaforte in persona ad affrontarlo. Per gli Dei, quanto avrei voluto vedere quella sfida! Cassio invece preferì non rischiare e si trincerò dentro la cattedrale. Ci preparammo all'assedio, ovviamente, consapevoli che c'erano potenti difese magiche erette dai blasfemi"

"Quanto durò l'assedio?" domandò l'assistente, con gli occhi brillanti per quella gloria alla quale palesemente avrebbe voluto aver partecipato
"Molto poco " sorrise sarcastico il vescovo "Tutto divenne frenetico quando percepimmo che Damian Cassio e i suoi stavano tentando un rituale blasfemo dentro la chiesa: una mossa disperata, utilizzando ogni oggetto sacro della nostra fede come combustibile ... il demone del massacro apprezza molto la distruzione di tutto ciò che è sacro al divino Iaboth"
La mani di Blade si strinsero fino a farsi venire le nocche bianche
"La cosa più probabile era che volessero evocare un anima caduta dagli abissi di Nhur ... forse più di una ... alcuni ipotizzarono persino un abissale, anche se era improbabile. Tuttavia, qualunque cosa fosse, non potevamo permettere l'Abominio dentro alla nostra cattedrale"
"E allora cosa faceste?" l'assistente si era accorto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento
"La chierica karmisiana ricomparve e conferì con Morion, che all'epoca era un semplice vescovo: non ho mai saputo cosa si dissero, solo Roccaforte ne è informato. Sta di fatto che quando lei si mostrò davanti alla cattedrale, Cassio uscì furioso e senza curarsi di nient'altro ... ci doveva essere un profondo odio tra quei due. In ogni caso il paladino di Nhur uscì e trovò Morion ad aspettarlo".

"Perchè lui?" chiese l'assistente "Perchè non Roccaforte?"
"Come ho detto non lo so: Morion aveva al collo un ciondolo magico che la chierica karmisiana gli aveva donato. Dal poco che sono riuscito a ricostruire, pare che solo lui potesse indossarlo ... vai a capire il perchè! E ovviamente non era l'unica cosa magica che avesse indosso: il terrificante spadone di Morion gli era stato regalato da suo zio, il capofamiglia degli Alessidi, e costava quasi quanto la rendita annuale di una piccola baronia. Anche il mantello di Morion e i suoi stivali, parabraccia e gambali erano magici: tutti doni della sua famiglia. Eppure ... eppure tutti eravamo sicuri che Cassio lo avrebbe fatto a fettine"
"E invece?" chiese il giovane assistente con occhi sognanti.
"Beh ... mi pare che Morion sia vivo e vegeto, no? Almeno per ora ..." sorrise malizioso Blade
L'assistente arrossì un po' per la propria domanda sciocca ma il vescovo gli carezzò i capelli con fare paterno.

"Morion ebbe la meglio: è sempre stato un ottimo guerriero, glielo riconosco, ma non c'è l'avrebbe fatta se non avesse indossato tutta quella roba. Non so se fu merito di tutte le cose che la famiglia Alessidi gli aveva regalato o se la differenza la fece il ciondolo della karmisiana. Lo spadone di Morion riusciva a parare i colpi della spada di Damian Cassio e tutti i trucchetti di quel verme, tutti i suoi miraggi e illusioni, sembravano non funzionare contro Morion. Molte volte il bastardo paladino di Nhur provò a dargli le spalle, nella speranza di essere colpito alla schiena e di poter riflettere magicamente il colpo: per quanto io non stimi molto l'intelligenza di Morion, quella volta non fu così stupido da colpire Cassio alla schiena. La cosa andò avanti molto a lungo, sotto le urla e gli incitamenti sia dei nostri che dei loro: domani ti mostrerò in giardino ogni singola stoccata di quel combattimento ... le ricordo ancora tutte a memoria. Per il momento ti basti sapere che Cassio cadde e che Morion fu acclamato come un eroe. Privi del loro capo, i blasfemi provarono una folle resistenza ma non potevano fermarci: all'alba successiva non c'era più un nhurrita vivo in tutta Aretis"

"Non si sono arresi?"
"Qualcuno lo fece"
"Ma noi non ammazziamo la gente che si arrende!" protestò l'assistente.
Blade lo guardò con un misto di divertimento e rimprovero: "Ovviamente: altrimenti saremmo come loro. Accettamo la loro resa ... ma poi li processammo per blasfemia, un crimine che è punito con la morte sia dal nostro codice ecclesiastico che dalla legge del regno di Hesperia. Morirono, certo, ma ebbero un regolare processo" 
Blade sorseggiò con tranquillità il suo secondo tè.

"E Morion?"
"Sfruttò quella fama per diventare arcivescovo del culto di Iaboth nel regno di Hesperia"
"E ... quella chierica di Karmisia?"
Blade fu impressionato: "Non mi aspettavo questa domanda! Anche tu hai notato che è quello il fatto più strano, vero? Scomparve subito dopo la morte di Cassio: alcuni dissero di averla vista ridere felice quando lui morì ... un atteggiamento molto strano per una sacerdotessa della Dea dell'Amore. Così come è strano che il paladino di Nhur sia uscito fuori urlando dalle sue ben difese fortificazioni non appena la ebbe vista. Ancora oggi mi chiedo che rapporti ci fossero tra quei due"
"Che fine fece lei?"
"Anche su questo non posso illuminarti: tornò in Ferenzia, sicuramente. Diceva che c'era un suo amico poeta che le mancava tanto, probabilmente era un suo allievo o un suo amante ... forse entrambe le cose. Oltre questo non so dirti altro"

Il vescovo Christopher Blade tornò a guardare la mole di lettere da scrivere e a cui rispondere, mentre il suo assistente accendeva altre candele. Il profumo di cera d'api accompagnò l'aroma della spalla di maiala marinata che un altro servitore stava portando nella stanza.
Blade sapeva che dopo mangiato avrebbe dovuto passare una lunga notte a scrivere: il gioco delle alleanza in vista del conclave era un gioco molto duro.
"Ragazzo" disse al suo assistente "Portami dell'altro gin: la bottiglia intera. Iaboth sa che ne avrò bisogno nelle prossime ore"


(Città di Caletum, Reame di Ferenzia, moli fluviali in direzione di Albione)
Sui moli l'attività era a dir poco frenetica: gente che andava e gente che veniva, casse che salivano e casse che scendevano dalle stive, animali che muggivano e nitrivano mentre le carrucole cercavano di caricarli sulle navi, viaggiatori di ogni razza e nazione, tante lingue differenti, tante storie differenti.

Mentre cercavano di capire come trovare un capitano che lì portasse ad Albione, passarono accanto a un bardo che stava bevendo una birra in una piccola taverna di quel molo fluviale ... Poco più che una baracca con dei barili pieni per le bevande e delle botti vuote come sedie. Non che i marinai si formalizzassero per questo genere di cose e, a quanto pareva, neppure il bardo, che aveva la classica aria della persona abituata a prendere gli eventi col sorriso

Alexander e Sarita procedettero in cerca della nave mentre Sarah e Lawrence decisero che qualche informazione in più non poteva che fargli bene. D'altronde Lawrence era figlio di un taverniere e sapeva benissimo che la frase "Il prossimo giro lo offro io" scioglieva la lingua a chiunque: anche ai bardi.
Forse soprattutto ai Bardi.
 
Dopo un buon boccale di birra chiara ai due malti, il cantastorie divenne molto loquace:
"Ferenzia è un bellissimo posto per chi fa il mio mestiere ma, da quando c'è quel dannato Cardinale, è diventato tutto troppo pericoloso. Io pensavo che fosse finito dopo tutte le botte che aveva preso dal duca Valois e dopo il va te faire foutre che gli ha dato sir Mordred ... e invece sembrerebbe che l'Orda si stia riorganizzando neanche troppo lontano da qui: tra i ducati di Breizh e Grande Valee"
"E l'esercito non fa niente?" chiese Lawrence
"Ovviamente la nostra regina stava pensando di mandare lì gran parte delle nostre armate ma il Cardinale ha fatto una contro-mossa: è palese che fosse pronto a questa guerra da molti anni. Credetemi: è pazzo ma non è stupido!"
"Cosa ha fatto?" chiese Lawrence, più curioso che preoccupato
"E' saltato fuori che vari culti locali segreti dell'Orda stavano aspettando un suo ordine: ci sono stati i massacri, saccheggi e incendi dolosi in un sacco di città ferenzi lontane dalla zona di guerra ... tutti compiuti di laudianiti scalmanati che invocano il cardinale come profeta della loro fede: lo chiamano apostolo, ci credereste?"
"Quindi?" domandò Sarah
"Quindi, finché non si riesce a riportare l'ordine, molti nobili non sposteranno le loro truppe dai propri feudi: i popolani hanno paura di uscire di casa e quindi non coltivano più i campi o li trovano direttamente dati alle fiamme. Gli artigiani non producono più o hanno la bottega devastata. Stessa cosa per i mercanti che non si fidano più di fare lunghi viaggi ... Ferenzia rischia carestia e crisi economica. E' ovvio che i nobili si tengano stretti i loro soldati per salvare il salvabile"
"Ma questo significa ..." fece Sarah.
Lawrence la interruppe: "Che adesso ci sarà la seconda parte di questa guerra ... e Luke sarà da qualche parte a combatterla"


Di luce riempiròWhere stories live. Discover now