La caccia del sangue e dell'odio

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Il rumore delle frecce di Erucallo saturò l'aria persino dentro il carro: un suono quasi ininterrotto a parte le grida di dolore del mostro, che non erano né umane né animali né riconducibili a qualsiasi altra cosa i ragazzi avessero mai sentito.
Pochi secondi dopo arrivò anche il rumore della folle cavalcata della bestia: sovrastò il suono degli zoccoli dei cavalli in maniera così netta da far pensare che, qualunque cosa lo stesse producendo, dovesse essere molto più pesante e veloce di uno dei destrieri della carovana.
I ragazzi notarono subito quando le spalle di Eruancalon ebbero un tremito; capirono che sul viso doveva essersi dipinta un'espressione tesa, con la quale accompagnò qualche parola preoccupata nel proprio linguaggio.
"E' un maschio e ... quanto hai detto che è grande ?!" disse Aranel la chiara spaventata. Lo scudo iniziò a tremarle.
"Non capisco il bisogno di metterne al corrente gli umani" la voce di Eruancalon era molto arrabbiata "Ma è il più grosso che io abbia mai visto: è alto tre metri e lungo quattro".
Aranel corse verso l'amico mettendosi al suo fianco: "Non deve nemmeno toccare il carro: lo devasterebbe in un solo colpo e noi ..."
"Noi cadremmo a terra in balia sua" concluse Rinon "Devo venire anche io a combatterlo!".
"No!" urlò Atanvarno "Non avresti spazio di manovra tra loro due in uno spazio così stretto. Poi non possiamo escludere ci sia anche la sua femmina nelle vicinanze, se non l'ha già divorata".
L'urto che seguì fece volare tutto in aria: le sacche dei ragazzi, gli oggetti, persino gli elfi. Tutto e tutti tranne Atanvarno, che sembrava inchiodato al suolo.

NOTA: (la narrazione seguente contiene scene di violenza. Continuate nella lettura solo se tale elemento non vi reca fastidio. Una seconda nota nel testo indicherà la fine delle scene di violenza)

Eruancalon imprecò nella sua lingua, che comunque risultava musicale anche in quel momento. Lo spadone dell'elfo roteava nell'aria fuori dall'ingresso posteriore del carro mentre Aranel si muoveva per coprire il compagno ogni volta che scopriva il fianco dopo un fendente. Schizzi di un sangue rosso come magma iniziarono a spargersi per le pareti di legno ed urla di dolore uscite da qualche incubo si alzarono come trombe provenienti dell'inferno stesso.
Ci fu un altro urto, meno forte del precedente ma i ragazzi erano appena riusciti a rimettersi seduti dopo il precedente: dolorosamente finirono gli uni sugli altri senza nemmeno riuscire ad udire le proprie grida a causa del frastuono.
Erucallo si era posto direttamente sul bordo del tetto sopra l'entrata posteriore e lanciava frecce in maniera ossessiva su qualunque cosa ci fosse là sotto. Eruancalon si stava coordinando in maniera perfetta con Aranel, danzando con lei nel mortale turbine dello spadone e dello scudo, impattando spesso e violentemente con qualcosa che ai ragazzi, in quella confusione, parve un'indistinta massa rossa.
"Quella ... cosa non dovrebbe essere così grande" urlò Rinon sopra il frastuono.
"Questa cosa non dovrebbe nemmeno essere qui!" strillò più forte Aranel la chiara.
"Stiamo viaggiando con sei Arcani delle Meraviglie al seguito!" urlò più forte di tutti Atanvarno "Smettetela di pensare a cosa potrebbe succedere e cosa no".
Il carro iniziò ad ondeggiare come impazzito, sbandando a destra ed a sinistra, con i cavalli ormai quasi pazzi dalla paura. Perle di sudore imperlarono la fronte del mago, che strinse le palpebre in un grande sforzo solo in parte percepibile dai sensi.
Imprecazioni in elfico arrivarono dalla cima del carro: frecce iniziarono a piovere dall'alto come grandine e gli schizzi di sangue color rubino divennero un'incessante pioggia nauseabonda che colorò le pareti del carro ma anche le facce di Aranel ed Eruancalon.
"I finimenti dei cavalli finiranno per rompersi!" urlò Rinon "Andremo a sbattere o una delle bestie si azzopperà"
"Se succede allora la bestia peggiore salta qui dentro e chiudiamo i giochi!" gridò Eruancalon con la voce distorta dallo sforzo.
"Smettetela di sottolineare l'ovvio!" fece Atanvarno "Tra poco il sentiero si ricongiungerà con la strada fuori dal bosco ma i cavalli hanno tanta paura che non so se riuscirò a fargli prendere la strada giusta. Dovete ucciderlo prima".
"Vado dietro!" fece Rinon iniziando a muoversi.
"Non c'è spazio" urlò Aranel la chiara "Ci saresti solo di intralcio".
In quel momento il mostro vibrò un colpo contro lo scudo dell'elfa, che risuonò come un malefico gong in tutto il carro: Aranel arretrò di molti passi per il contraccolpo. Eruancalon disse qualcosa nella sua lingua con un misto di ira e tensione, vibrando un colpo con lo spadone caricato al massimo della sua potenza di braccia, tanto che la terribile massa d'acciaio in movimento parve spostare l'aria afosa dentro tutto il carro.
L'urlo della creatura che seguì sembrò contemporaneamente sia l'inquietante vagito di dolore di un neonato sia il ruggito di rabbia di un leone: un fiume color porpora si riversò nel carro, che a sua volta si muoveva e sussultava come sotto convulsioni. I ragazzi finirono di nuovo uno sull'altro, gemendo di paura e di dolore, mentre i loro corpi in balia della tempesta sbattevano violentemente tra loro e sulle pareti di legno.
Quando Sarah riuscì a tornare presente a sé stessa sentì qualcosa di caldo e vischioso sul proprio volto: si toccò con la mano e trovò qualcosa di appiccicoso, come miele quasi bollente. Quando guardò il proprio palmo lo trovò ricoperto del sangue rubino della creatura. Iniziò ad urlare così forte che Sarita e Luke dovettero abbracciarla, la prima sussurrandole parole di conforto e l'altro in parte incitandola ed in parte rimproverandola: non fu importante perché Sarah non udì mai quelle frasi. In quel momento nel carro ogni cosa era puro caos: compresi suoni e rumori.
Il portellone posteriore, alto solo fino al bacino, si stava incrinando sempre di più sotto gli incessanti attacchi del mostro, che pareva quasi non curarsi della continua pioggia di frecce di Erucallo e dei continui fendenti di Eruancalon con quell'oggetto che veniva definito spada nonostante l'enorme mole. Aranel la chiara parava colpi su colpi ogni volta che lo Kraznysver alzava la testa per mordere, spingere o afferrare: a tratti si riusciva persino ad intravedere l'essere nonostante gli elfi ed il folle movimento del carro. Sembrava simile ad un bufalo ma aveva delle corna a metà tra quelle di un toro e di un ariete, il suo pelo era rosso quasi come il suo sangue ed aveva ogni fascia del corpo tesa in uno sforzo folle ed innaturale, come se le sue fasce sotto la pelle dovessero spezzarsi da un momento all'altro.
Ma la cosa più inquietante era un solo particolare: lo sguardo del Kraznysver.
Aveva gli occhi di un animale arrabbiato eppure qualcosa sembrava donargli un'aria umana: un umano che provasse un incommensurabile odio.
Anche se nessuno espresse quel pensiero a parole, si udì la voce di Atanvarno risuonare innaturalmente chiara e cristallina sopra il fragore: "Hanno bevuto l'acqua del perduto tempio di Laudian, lontano ad oriente. Forse quel liquido era imbevuto del sangue stesso del dio dell'odio".
"Si fotta la teologia: io devo fare qualcosa!" urlò Rinon.
I movimenti di Eruancalon e di Aranel si erano fatti più lenti e stanchi, persino il rumore dell'arco di Erucallo adessp era più rado.Atanvarno pensò per alcuni secondi, poi disse: "Passa da sopra".
Rinon si lanciò con un'agilità sorprendente sul tetto del carro.
"Ma hanno detto che non c'era lo spazio per farlo combattere!" urlò Sarita rivolta al mago.
"Hanno detto che non c'era spazio dentro al carro" rispose l'elfo.
Luke fu il primo a capire cosa intendesse e sbiancò.
Pochi istanti dopo una figura si lanciò dal tetto del carro sopra l'enorme Kraznysver: alcune volte i ragazzi avevano visto un rodeo con un toro, sebbene pochi nel loro villaggio fossero specializzato in quel gioco folle. Nessuno aveva però mai immaginato di vedere un elfo cercare di restare sul dorso di un bufalo rosso alto tre metri: Rinon non era affatto basso eppure pareva scomparire sopra quell'essere talmente grande da sembrare uscito dall'incubo di una mente febbricitante.
Erucallo piantò una freccia tra gli occhi del Kraznysver ed Eruancalon lo ferì nello stesso punto con la punta della spada: nessuno dei due riuscì ad accecarlo ma il sangue che copioso usciva dai tagli finì comunque per entrargli negli occhi.
Con la vista offuscata dal suo stesso plasma, la creatura iniziò a muoversi con più cautela: era tutto ciò che Rinon sperava. Prese le sue due spade e, con un unico rapido gesto, le conficcò nel corpo del Kraznysver fino alle else: il rumore con cui le lame entrarono fu simile a quello che avrebbero prodotto penetrando uno spesso corpetto di rigido cuoio stagionato.
L'essere urlò di dolore e, per la prima volta, ogni accenno di odio passò in secondo piano nel suo gemito.
Atanvarno urlò qualcosa. Un'ombra si lanciò dall'oscurità verso l'essere: Sarah la osservò con orrore.
"C'è ne è un altro!" urlò
"E' troppo piccolo" la rassicurò Sarita.
Infatti era decisamente minuta la figura che si era lanciata contro il Kraznysver partendo da sotto il carro: si muoveva con l'agilità di una danzatrice, tanto da far sembrare goffo lo stesso Rinon. Solo quando fu sopra l'essere puntandogli i pugnali alla gola, i ragazzi si reso conto che si trattava di Aranel la scura.
Gli elfi alzarono un grido di incoraggiamento e la creatura reagì con delle frenetiche convulsioni di panico, Rinon estrasse in fretta le sue due spade dal corpo del mostro e si gettò giù dritto nelle ombre del bosco.
Con un sorriso malevolo, Aranel la scura tagliò la gola del Kraznysver con due rapidi tagli dei suoi pugnali.
Incredibilmente la creatura non morì subito: ansimò, urlò, si contorse cercando di portare via qualcuno dei suoi aggressori nella morte. Fu inutile: Aranel la scura lo cavalcava con grazia quasi fatata e lo tempestava di colpi con il pugnale stretto nel braccio sinistro, mentre col destro teneva la creatura per una sorta di criniera che aveva sul collo.
Eruancalon era troppo lontano ormai (il carro aveva guadagnato terreno) ma Erucallo riuscì ancora a piazzare altre frecce sul corpo del mostro. Quando il Kraznysver si fermò stremato, tornò anche Rinon di corsa, in un turbinio delle sue due spade, e quella fu la fine del combattimento.
La creatura cadde con un tonfo sordo ed Aranel la scura saltò via come un acrobata, atterrando  elegantemente in piedi; la stessa cosa evidentemente prima non era successa a Rinon, dato che l'elfo era coperto di foglie, ramoscelli e fango.
Atanvarno impiegò un po' a convincere i cavalli a fermarsi e, quando vi riuscì, erano in vista della strada principale, ai limiti del bosco. Rinon ed Aranel la scura tornarono sui carri cosparsi di quel sangue rosso rubino che brillava sotto la luce della Luna e delle stelle.

NOTA: (da questo punto in poi non ci sono più scene contenenti forte violenza in questo capitolo)

Aranel la chiara fu la prima a ricordarsi dei ragazzi: si accorse che tremavano di paura (anche se i maschi non lo avrebbero mai ammesso) e si premurò di prestargli le prime ferite per i molti lividi e tagli che quell'inseguimento aveva procurato. Rimasero in silenzio, senza parlare, mentre gli altri elfi fuori dal carro discutevano nella loro sconosciuta e bellissima lingua. Poi Aranel prese una bottiglia di liquore molto forte e lo passò ai ragazzi: tutti ringraziarono con un cenno della testa ma nessuno disse niente. Era un qualche alcolico affine al whiskey o al brandy ma più dolce in ogni caso ed era molto intenso e diffuse un piacevole senso di torpore dentro di loro.
Il primo a riprendersi fu Luke, che si avvicinò al portellone posteriore ormai quasi a pezzi.
"Dobbiamo ripararlo o cadrà mentre viaggiamo" commentò con aria esperta "Sarebbe lavoro da un'oretta, con gli attrezzi giusti".
"Ce ne occupiamo domattina" commentò Atanvarno mentre gli altri elfi riprendevano posto sui carri "Adesso la priorità è andare via di qui".
"Hai detto che quella cosa era sola" disse Alexander.
"No: ho detto che era improbabile che fosse in compagnia. C'è una differenza tra -improbabile- ed -impossibile-" rispose il mago.
"Non avrebbe dovuto essere qui, vero? Siamo stati noi a farlo arrivare, giusto?" domandò Lyon ma la sua era quasi un'affermazione.
Rinon guardò il cielo stellato ed il suo volto piano piano divenne più sereno: "E' vero, potreste persino averlo fatto comparire qui dal niente. Involontariamente, solo grazie al potere degli Arcani. Ma ci sono altre possibilità" disse guardando Atanvarno "Potrebbe essere un regalo del Cardinale".
Il mago annuì: "Potrebbe ma, se quel mezzelfo riesce davvero a lanciarci addosso un Kraznysver così grande da oltre le montagne, allora il casino che ci aspetta dall'altra parte non è nemmeno ipotizzabile".
"Non è naturale che una di quelle bestie abbia quelle proporzioni" disse Eruancalon "E nemmeno che resista a tutti quei colpi".
"Adesso cerchiamo di non farci prendere dal panico: ogni razza animale ha i suoi esemplari giganti" fece Aranel la chiara.
"Eruancalon ha ragione" commentò Erucallo "Io e lui abbiamo passato metà delle nostre vite a cacciare mostri nelle terre selvagge: nessun Kraznysver può raggiungere quelle dimensioni. Non in maniera naturale, almeno".
"Quindi o il Cardinale è riuscito a potenziare quelle bestie oppure gli Arcani ce ne hanno attirato addosso l'esemplare più grande al mondo: un titano della loro razza" fece Rinon.
"Qualcuno ha la buona creanza di spiegarci di cosa parlate?" alzò la voce Sarita.
"Non ci vuole un genio a capirlo: basta leggere tra le righe e trovare le informazioni" fece Alexander "Chiunque sia questo Cardinale è un mezzelfo ed è molto cattivo. Stava creando qualche sorta di problema oltre le montagne e le cose potrebbero essere peggiorate. Dico bene?"
"Dici bene" rispose Atanvarno "Il Cardinale è un chierico molto potente di Laudian, il dio dell'odio. Se, alla fine, è davvero riuscito a convincere la chiesa di Laudian a seguirlo in una crociata nera ufficiale allora sono problemi seri".
"Che cosa vuole questo tizio?" domandò Lawrence.
"Quello che vogliono le persone davvero pericolose: seguire i propri ideali fino in fondo, senza compromessi e con totale sprezzo delle conseguenze" rispose Erucallo.
"Beh mi sembra una cosa bella. Avere degli ideali, intendo" disse Sarah.
"Dipende" fece Atanvarno "A volte l'ideale di alcune persone è soltanto voler vedere il mondo intero bruciare per mano loro. Sfortunatamente per noi, il Cardinale morirebbe pur di raggiungere proprio questo tipo di ideale ... anche se, più spesso, fa morire gli altri per raggiungere questo tipo di ideale". 

Di luce riempiròOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz