Neri come la morte e belli come la vita

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(ai piedi del Massiccio del Grifone)

Il sentiero venne trovato dopo molte ore di ricerche.
Le pareti di quei monti erano ripide, quasi oblique, rocciose e dotate solo di fenditure sparse come appiglio. Arrivare in cima scalando era tecnicamente possibile ma estremamente pericoloso e sfibrante.
I soldati ferenzi gli avevano detto che dei sentieri c'erano anche se comunque non erano particolarmente agevoli.
Avevano ragione: si trattava solo di una sorta di canalone di scolo scavato dall'acqua nel corso dei millenni, era scivoloso e impervio ma almeno era percorribile e puntava verso l'altro.

"Non sono brava in queste cose da esploratori come lo erano Luke e Lyon ma credo che sia percorribile" disse Sarah con occhio esperto "Aranel la scura era più tipa da ambienti urbani ma credo che sia fattibile, si".
Alexander sembrava convinto suo malgrado: "L'altopiano in cima è molto in alto, anche sperando che il sentiero porti fin lassù ci vorranno ore".
Lawrence bevve un lungo sorso di acqua e limone dalla borraccia e, senza nemmeno guardare l'amico, disse sarcastico: "Pensavi di trovare la tua fottuta Ballata scritta sulle pareti del Massiccio appena arrivato?".
"Beh la Ballata magari non c'è ma qui delle incisioni io lo vedo" fece Sarita.
Fecero capannello attorno a lei: era vero, a poche iarde dell'inizio del sentiero scosceso c'erano delle lettere disegnate sulla roccia con qualche tipo di forte inchiostro.

"Cosa c'è scritto? Non conosco questa lingua" fece Sarah.
"E' sacrale" rispose Alexander, mentre la sua mente cercava i ricordi di Atanvarno.
"Sacrale? La lingua dei chierici?" domandò Lawrence.
"Si ma che c'è scritto?" incalzò Sarah.
Alexander la guardò malissimo, lo sguardo che da diversi giorni aveva usato quando minacciava di trasformarla in un incrocio tra uno squalo e un rettile.
Lawrence era sicuro che un tale incantesimo non esistesse ma Sarah non voleva rischiare.

Dopo alcuni minuti Alexander disse: "Dice solo -Corvo in volo radente- e c'è la data di tre giorni fa"
"Si ma ... che vuol dire?" domandò Sarita.
Alexander sospirò, con l'espressione che aveva sempre quando non trovava risposte soddisfacenti: "E' un codice. Spesso i chierici usano codici del genere in modo tale da confondere anche chi sappia leggere il Sacrale".
"E' Atanvarno non conosceva questi codici?" domandò Sarah.
"Atanvarno era un mago, non un chierico: conosceva qualche codice della chiesa di Nuvak ma pochi anche quelli" continuò lui.
"Beh una cosa la sappiamo di certo: un chierico è passato di qui tre giorni fa" fece Lawrence.
"Già ..." mormorò Alexander, alzando la testa e lasciando vagare lo sguardo sul sentiero che si inerpicava verso la lontanissima cima del Massiccio "Ma mi preoccupa di più cosa potrebbe essere venuto a fare".


(accampamento dell'Orda in riva al lago)

Mordred sedeva nudo sulla brandina da campo della propria tenda.
"Posso fare altro per voi, lord comandante?" chiese lo scudiero.
Lui lo fissò senza dire una parola: il giovane si rivestì e corse fuori, lasciando Mordred da solo coi propri pensieri. Silenziosamente prese a sfogliare il libro che aveva sul comodino, intitolato "Storia militare dei ducati ferenzi": dallo stato del volume era ovvio che fosse stato consultato molte volte di recente.

Alcuni minuti dopo uscì dalla tenda, indossando l'armatura e con l'alabarda legata alla schiena: le armate del duca di Valois erano vicine.
Uno dopo l'altro, come una nera marea di carne e metallo, i suoi cavalieri lo affiancarono e marciarono verso il patibolo che era stato eretto in riva al lago.
Le migliori truppe dell'Orda erano radunate in quel punto ed erano ancora abbastanza numerose da occupare lo spazio di un'armata al completo. Erano le stesse forze che avevano sfondato le linee difensive del ducato di Breizh mentre i loro confratelli più deboli venivano immolati alla gloria di Laudian nel (riuscito) tentativo di confondere le forze di difesa ferenzi.

Come da accordi con il Cardinale, I Cavalieri della Mano Rossa si schierarono sul lato sud del patibolo.
Il lato est era un terreno pieno di sterpaglie, sassi e avvallamenti: improbabile che i ferenzi attaccassero da là, quindi vi si erano schierato gli elfi neri della quarta armata imperiale che, essendo tutti schermagliatori, godevano di maggior mobilità. Non erano in molti: parecchi di loro stavano pattugliando i dintorni cercando di avvistare Valois e i suoi, muovendosi come ombre tra gli alberi degli infiniti boschi di Breizh.
La quarta armata imperiale dello Shwarzrosraik era composta interamente da fedeli di Lerial: su Antheliar alcuni veneravano Lerial perché era la dea della disperazione e altri in quanto protettrice dei segreti ma la quarta armata dello Shwarzrosraik la pregava come dea dell'oscurità, patrona di spie, esploratori e di tutti coloro che si muovevano nell'ombra.

Di luce riempiròKde žijí příběhy. Začni objevovat