Il Giglio Bianco e il Fuoco Purificatore

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Il Sole splendeva alto ma senza il calore eccessivo del giorno pieno: la mattina nella campagna ferenze era clemente.
Sarita scrutava il mondo dalla cima della collinetta, ai cui piedi scorreva placido un piccolo fiume, oltre ilm quale si estendevano boschi fitti come mai nella sua vita aveva immaginato potessero esistere. Verdi, rigogliosi, bellissimi con la loro promessa di frescura e ombra.
Al di là di quel grande mare verde, c'erano campi coltivati di tutte le tonalità pastello del giallo, del rosso e del violetto.
Sarita si concentrò sul fiume, inspirando l'aria ancora fresca della mattina.

Sarah la raggiunse poco dopo, lenta ma silenziosa tanto che l'amica si accorse di lei solo quando le fu accanto.
"Bella giornata, eh?"
"Si, decisamente
Rimasero in silenzio a osservare i campi, i boschi e, più vicino, il fiume. Soprattutto il fiume.
"Se vuoi rimango io qui di vedetta"
"No, tranquilla, vai pure dagli altri"
"Ma no, davvero, vai tu: la tua colazione si raffredderà"
"Ho mangiato una fetta di pane con la marmellata. La locanda è stata generosa, anche se credo avremmo dovuto prendere la confettura di albicocche e non ..."
"Ma non puoi camminare tutto il giorno solo con quello! Devi andare a mangiarne ancora. Rimango io qui"
"Figurati, sto benissimo e ..."

La voce di Lyon alle loro spalle le fece sobbalzare: "Ma che cavolo state facendo quassù?".
Quando era arrivato? La furtività non era mai stata il suo forte.
Arrossirono, fissando fugacemente il fiume.
"Controllavo se ci fossero tracce dell'Orda" si affrettò a dire Sarita.
"Io sono venuta a chiamarla per fare colazione" annuì Sarah.
Lyon le guardò dubbioso, come se i conti non gli tornassero.
Poi fissò il fiume proprio nel momento in cui il menestrello ne stava uscendo, al termine del suo bagno mattutino.

I capelli neri gli aderivano alle larghe spalle e centinaia di gocce d'acqua scendevano lungo il suo torace ben delineato. Le gambe toniche parlavano di un uomo che sapeva camminare senza lamentarsi per leghe intere e i suoi occhi brillavano ancora di più nella tenera luce del mattino.
Due cose però colpivano lo sguardo ancora di più.

(AVVERTENZA : linguaggio esplicito)

La prima era come il suo corpo fosse letteralmente ricoperto di tagli e cicatrici, segno di una vita nella quale doveva averne viste tante.
La seconda era invece la causa principale del rossore sulle guance delle ragazze.
"La lunghezza è nella media" dichiarò Lyon con voce atona "Ma dalla larghezza sembra un boccale da birra: secondo me vi farebbe malissimo".
Sarita e Sarah divennero istantaneamente di tutte le sfumature del rosso, del porpora e del magenta, affastellando parole in parte di giustificazione e in parte di ira, in uno strano misto di falconiano, elfico e idiomi sconosciuti a Lyon.
"A quanto pare le due Aranel ne conoscevano di lingue" continuò il ragazzo, calmo e serissimo "Però se volete conoscere anche la lingua del nostro amico bardo, credo dovreste almeno andare a parlargli".

Detto questo si voltò e iniziò a scendere dalla collina silenzioso come era arrivato. Strano: la furtività non era mai stata il suo forte.
Era il forte di Erucallo.
Sarita e Sarah si fissarono, ancora con i rossori sul viso.
Dal pendio lungo il corso d'acqua, il menestrello le salutò mentre si strizzava i lunghi capelli neri. Aveva un largo sorriso e qualcos'altro che, lentamente, stava diventando a sua volta largo. O meglio, più largo.

(fine linguaggio esplicito) 

Le due ragazze tornarono dai loro amici con una sospetta velocità ed a testa bassa.
Nessuno di loro fece commenti, tranne una sibillina frase di Luke (che stava friggendo della pancetta) a proposito di "cibi che non si ha il coraggio di mangiare".
Finirono la colazione sedendo in cerchio attorno al piccolo focolare. Il prato era verde e rigoglioso, pieno di fiori e dei profumi della piena estate.

Il menestrello arrivò poco dopo, vestendo solo i pantaloni e servendosi dell'ultimo paio di fette di pancetta su una spessa fetta di pane.
Lyon e Alexander stavano contando i soldi rimasti, mentre Luke spegneva le braci e Lawrence iniziava a portare la padella e gli utensili al fiume per lavarli.
"Credo che dovremo stare attenti alle spese" disse Alexander, torvo "La cena in taverna è costata due pezzi d'argento, anche se abbiamo mangiato e bevuto bene"
"Sono comunque prezzi alti" sentenziò Sarita, assumendo l'espressione pragmatica della matrona di paese.
"L'oste ci ha detto che è per via dell'Orda: la guerra non fa bene ai commerci e all'agricoltura" commentò Lyon.
"Le provviste che abbiamo comprato per il viaggio hanno fatto partire altri tre pezzi d'argento: è vero che ora abbiamo una buona scorta di pancetta, pane, formaggio, patate e carne secca però mi chiedo se abbiamo fatto la scelta giusta".
"Potremmo fare le Patate Patrizia !" fece Sarah sbattendo le mani per la gioia.
" Avremmo potuto risparmiare e mangiare di quello che si poteva raccogliere e cacciare" fece Lyon.
"Avreste perso troppo tempo" esordì il menestrello, finendo di mangiare "Se volete arrivare a nord prima dell'autunno, non potete fermarvi così spesso".

Di luce riempiròOù les histoires vivent. Découvrez maintenant