Lo Splendore degli Arcani delle Meraviglie

18 3 0
                                    

All'inizio sembrò che la fuga fosse facile: le tre macabre figure luminose erano estremamente lente e, mentre i ragazzi correvano, quelle si limitavano a camminare.
Ben presto la distanza fu tale che i tre Strigoy sembrarono soltanto tre piccole fiammelle in lontananza e, poco dopo, anche quel lumino malevolo e fastidioso venne inghiottito dalle tenebre.
Nella frenesia della fuga e, soprattutto, a causa delle torce spente non era stato possibile ritrovare il gigantesco corridoio che avevano attraversato e che conduceva in direzione dell'uscita, che comunque era molto lontana. Erano allora scappati alla cieca in quell'immensa aula sotterranea, come formiche che correvano dentro una gigantesca scatola priva di punti di riferimento.
Alexander li guidava, cercando di parlare a voce non troppo alta e orientandosi con i suoi occhi da aquila: uno dei doni che il sacrificio di Atanvarno gli aveva lasciato.
Lawrence fu il primo a pensare che fosse stato tutto troppo facile.

Pochi secondi dopo quelle tre fiammelle ricomparvero alle loro spalle: d'improvviso e senza alcun rumore di passi.
Dopo alcuni momenti di panico, Alexander guidò il gruppo verso quella che ipotizzava essere la parte est di quella grande sala, il lato dove da qualche parte si trovava il grande corridoio.
Le tre figure marcescenti e barcollanti scomparvero di nuovo alle loro spalle, per riapparire circa un minuto dopo a non più di cento iarde davanti a loro.
Seguirono una serie di imprecazioni che un tempo avrebbero fatto arrossire Sarita, se non fosse che adesso lei stava imprecando più di tutti.

Decisero un altro improvviso cambio di direzione, tornando sui loro passi verso la fontana, nella speranza di trovare quell'unico punto di riferimento e poi da lì il grande corridoio.
Appena le tre figure non furono più distinguibili dietro di loro, per incanto ricomparvero più vicine: ognuna a poche decine di iarde da loro. Una davanti al gruppo, una alle spalle e una sul fianco destro.
In un ultimo disperato tentativo di fuga, Alexande guidò il gruppo nell'unico lato che gli Strigoy non coprivano: quella sinistro.

Fu inutile: una delle tre fiammelle scomparve di colpo per poi ricomparire a pochi passi da Alexander stesso, che si ritrovò improvvisamente faccia a faccia con quell'essere, che era circondato da una luce così fastidiosa e innaturale da essere la blasfema corruzione di tutto ciò che il ragazzo aveva sempre considerato luce.
Il viso della creatura era devastato dalle rughe, tanto da sembrare un vecchio libro ammuffito, e questo rese ancora più agghiacciante il sorriso che maliziosamente rivolse ad Alexander.
Il gruppo si fermò, in preda al panico.

Anche gli altri due Strigoy sbucarono fuori dalle tenebre, chiudendoli in una morsa a triangolo.
Klaus iniziò a balbettare qualcosa nella lingua degli elfi neri, qualcosa che conteneva molte volte il nome Roun, ma ogni suono e ogni voce venivano soverchiati dal gracchiare proveniente dello Strigoy di fronte a loro: la sua bocca emetteva il rumore di una vecchia porta aperta a fatica dopo molto tempo e il suo fiato portava lo stesso gelo dell'interno di una tomba antica.
"Presto sarete parte della luce dell'altro mondo, presto sarete parte della vera luce e smetterete di brillare" furono le sue parole.
La sua voce agghiacciante era un sussurro appena udibile.
La voce di Sarita invece si udì perfettamente:
"Infatti noi non brilleremo!"
Alexander sentì un movimento d'aria accanto a sé e ci mise più di un istante a comprendere che la sua amica si era lanciata, scudo in pugno, verso lo Strigoy.
"Noi splenderemo!" urlò la ragazza, impattando con il suo scudo contro la creatura.
"Noi saremo così abbaglianti che tutto quello che riuscirete a vedere sarà lo splendore degli Arcani delle Meraviglie!"

Tutto accadde in pochi secondi: lo Strigoy cadde a terra e parve innaturalmente accartocciarsi sotto l'impatto dello scudo. Poi la sua luce malevola si espanse, quasi esplodendo e inglobando lui e Sarita.
Le altre due decrepite creature, vestite di antichi laceri abiti, emisero un urlo che né persona né bestia avrebbero mai potuto imitare, qualcosa a metà tra la sofferenza e la rabbia. Poi si lanciarono con improvvisa forza verso i ragazzi.

Sarah sparì nelle ombre, estraendo in fretta le sue due daghe. Klaus si pose accanto ad Alexander, brandendo la sua pala e mormorando preghiere a Roun in lingua sacrale. Lawrence fronteggiò spade in pugno uno dei due esseri, con lo sguardo confuso di chi non sapeva come condurre una tale battaglia.
Dalla sfera di oscena luce che aveva avvolto Sarita provenivano le urla sia della ragazza che della creatura, in una tale cacofonia da renderemo impossibile comprendere se fossero urla di dolore, trionfo o ira.
Lawrence cedette tatticamente terreno muovendo le sue due spade in una versione un po' più goffa della danza di guerra di Rinon, cercando di evitare il contatto con la creatura ma contemporaneamente tentando di ferirla: le sue lame incontravano sicuramente qualcosa che offriva resistenza quando colpivano il corpo dello Strigoy e, a ogni colpo, le vesti di quell'essere sembravano lacerarsi rivelando una carne sottostante marcia e incartapecorita.
Tuttavia se questo avesse o meno alcun effetto sull'essere non si poteva dire.

La terza creatura tentò di avvicinarsi ad Alexander e Klaus: l'elfo nero gli si però innanzi continuando a mormorare le sue preghiere al dio della morte. Sembrava molto più arrabbiato che spaventato.
Alexander durante tutto il tempo della fuga aveva preventivamente cercato nei ricordi di Atanvarno qualunque cosa potesse essergli utile e aveva individuato un sortilegio che gli sembrava potesse essere una qualche sorta di cerchio magico protettivo contro il male. Senza avere niente da perdere, Alexander aprì l palmo della sua mano destra aperta verso lo Strigoy e cominciò a mormorare parole nella lingua dei draghi.
Contro ogni sua aspettativa, l'aria attorno a lui e a Klaus iniziò a farsi piena di piccole delicate scintille di luce, minuscoli risplendenti fiocchi di neve.
Immediatamente la creatura arrestò il suo passo e fece una smorfia che rese il suo volto ancora più orripilante.

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now