Alla locanda del Fuoco Fatuo

33 9 0
                                    

Il cameriere stava portando i piatti a tavola: sorprendentemente quella non era una buona notizia.
Non solo in cucina avevano impiegato un sacco di tempo a prepararli ma, alla fine, si erano rivelati scodelle fumanti di una zuppa così nera e densa da ricordare più la pastoia dei maiali che cibo per le persone. Persino la faccia di Luke, con stupore di tutti, fissava la ciotola con estrema diffidenza.
"Che cos'è il Clan del Cristantemo?" domandò Lyon, forse per distogliere la vista dal cibo.

Klaus si sfregò le mani e sorrise compiaciuto alla vista della cena: "Chi sono? Oh, si vocifera che siano le persone che hanno fatto arrabbiare il sommo Roun e scatenato la sua ira. Ira che, ovviamente, ha poi causato il risveglio di massa dei non-morti nella mia città".
Il modo sereno in cui parlava di un'apocalisse divina, per quanto solo locale, era da brividi lungo la schiena. 
"Ma che razza di vita fanno nello Shwarzrosraik se riescono a parlare così tranquillamente di morti che escono dalle tombe?" pensò Sarita.

"E cosa hanno fatto per farlo arrabbiare così tanto?" chiese Lawrence infilando con diffidenza il cucchiaio nella ciotola "Suppongo che una divinità non si adiri per poco".
"Beh, questo è esattamente ciò che vorrei scoprire" rispose Klaus iniziando a soffiare sulla zuppa fumante.
Ci furono attimi di silenzio diffidente: non tanto per le parole del becchino, quanto per l'aspetto della cena.
L'atmosfera della locanda non contribuiva affatto a rendere il pasto più gradevole: scure candele di sego emanavano una luce cimiteriale che lasciava vaste aree d'ombra, gli altri (pochissimi) avventori avevano facce diffidenti e non c'era la solita allegria che di solito si respirava nelle taverne. Sopra ogni cosa aleggiava poi quello strano innaturale freddo, anche se si era alle porte di Lammas, la festa di mezzestate.

Il rumore che fece tornare tutti i ragazzi a pensieri più sereni fu il serrato aspirare di Luke nel cucchiaio, in un assalto molto deciso verso la molto poco invitate zuppa.
"Mmmhhhh sei sicuro di sentirti bene?" chiese Lyon "Questa roba sembra il mangime delle galline annacquato".
"Mangiatelo" lo sguardo di Luke era assai serio "Mangiatelo e poi mi dite".
Lawrence alzò un sopracciglio prima di mettere in bocca il primo assaggio. Gli altri, titubanti, lo imitarono.
Sbarrarono gli occhi tutti insieme e, per un pò, non sentirono il bisogno di fare altri commenti ma solo di mangiare il più possibile.

"Queste ... queste sono tutte erbe di prima scelta e spezie rare!" esclamò Lyon ammirato "Ortica di alta montagna, tarassaco, bietola selvatica e radicchio montano ... e sono anche freschissime! E le spezie ..."
"Spezie?" chiese dubbiosa Sarita "Non ci possono essere spezie nella zuppa di una locanda! Le spezie costano più dell'oro!"
Lyon la guardò offesa: "Nonostante io attualmente sembri Erucallo e vada in giro con il suo arco, in realtà sono un erborista".
Prese un'altra cucchiaiata e la assaporò lentamente, concentrandosi:
"Cannella, ginepro, zenzero, chiodi garofano, noce moscata e curcuma".
"Ma è economicamente impossibile" protestò Sarita, con lo sguardo da fiera donna d'affari ma la mano che non riusciva a smettere di portare altra zuppa alla bocca.
"Impossibile o no, io ne prendo un'altra scodella" annunciò Luke, cercando di attirare l'attenzione del cameriere.
"Ma non sappiamo nemmeno quanto ci verrà a costare, se gli ingredienti sono così ricercati!" la voce di Sarah risuonava allarmata.
Klaus sbatté con allegra forza la ciotola, ormai vuota, sul tavolo: "Non temete! I prezzi qui non sono molto più alti che altrove. Ne prenderò un'altra anche io!".

"C'è però una cosa che non torna ..." sussurrò Lyon.
Gli altri lo fissarono.
"Beato te che ne vedi una sola che non torna ..." mormorò Alexander massaggiandosi la tempia.
"Non solo sono spezie preziose ma sono tutte tipiche dei piatti invernali. Anche le erbe nella zuppa sono tutte tipiche dell'inverno. Non possono essere così fresche a Lammas!".

Klaus sbuffò e si alzò in piedi: "Oste! Capisco l'atmosfera mesta ma non ci sarebbero un bardo o un cantastorie nell'attesa del secondo giro di zuppe?".
L'oste, nella penombra del bancone, lo fissò stupito e spazientito: "Raccontala tu una storia, viaggiatore".
Per la prima volta anche un'altro degli avventori, su un tavolo lontano, aprì bocca: "Si, raccontaci una storia degli elfi neri!".
In attesa della risposta di Klaus, si accese la pipa. Quel gesto così comune, nella sua semplicità, rasserenò molto i ragazzi: era davvero solo una locanda come tante, anche se strana.

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now