Lame nell'oscurità

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"Ma siamo a Ferenzia!" disse Luke, scavando nei ricordi di Eruancalon che, molto spesso, assomigliavano a mappe e appunti disordinati di viaggio "Qui la gente venera quasi solo Feyth e Karmisia".
"Si, è vero" sorrise Klaus "Ma questo luogo è sacro a Roun da molto prima che il Reame di Ferenzia esistesse. Si dice che, durante la lontana e quasi dimenticata Prima Era del mondo, fu qui ..."
"Fu qui che si manifestò su Antheliar per la prima volta uno dei celestiali del dio della morte: il celestiale dell'inverno" lo interruppe Alexander. I ricordi di Atanvarno era molto chiari su quel punto: aveva vissuto come mago e non come chierico ma possedeva una vasta cultura in campo storico. I suoi ricordi erano come una grande biblioteca.

"E' tutto molto interessante ma come usciamo vivi da qui?" chiese Lawrence.
"Perché non ci hanno già attaccati?" domandò invece Sarah.
"Perchè hanno paura di voi" rispose Klaus.
"E come faccio a sapere se posso fidarmi?" urlò la ragazza, alzando una delle sue daghe al collo dell'elfo nero. Era stata fulminea come il balzo di una vipera.
"Sarah calmati: è stato lui a svegliarci e a dirci tutto" disse Lyon, cercando di frapporsi tra lei e il becchino.
"Io mi sono svegliata da sola!" protestò lei.
"Si ma Klaus dice di conoscere una via di fuga" continuò Lyon.
"A me pare la scusa più vecchia del mondo per attirarci in trappola!" continuò la ragazza.
"In effetti tutte le apparenze sono contro di lui" aggiunse Sarita, avvicinandosi alla porta e valutando se il suo grande scudo potesse coprirla tutta in caso di assalto "Voglio dire: è un elfo nero ed è un rounita".
"Evviva la fiducia!" disse Klaus con sarcasmo.

"Allora spiegaci perchè sei l'unico in questo posto che non vuole ucciderci" domandò Luke, gli occhi fissi sulle ombre del corridoio, inquietanti nella loro immobilità.
"Perché la vostra morte non avrebbe alcun senso" fece lui, senza perdere il suo sangue freddo.
"E da quando la morte dovrebbe avere un senso per voi?" incalzò Sarah.
L'elfo la fissò con uno sguardo duro, come se quella frase fosse il peggior insulto che una persona potesse rivolgergli: "La morte ha sempre un senso: altrimenti è solo massacro o follia ... altrimenti è solo blasfemia".
"Allora perchè gli altri invece hanno tanta fretta di mandarci al giudizio del tuo dio?" continuò Luke.
Klaus sospirò: "Non c'è tempo per spiegarvi tutto! Questo è Bosco del Corvo: qualunque cosa non sia di fede rounita qui dentro muore. E' così da sempre! Non ho idea di cosa vi tenga in vita ma è un caso unico nella storia: gli altri qui nella locanda vi vedono come un affronto alla volontà del dio. Se non vi hanno ancora attaccato è soltanto perchè hanno paura: non sanno cosa aspettarsi da voi. Per questo stanno invocando una benedizione da parte delle energie legate all'inverno, il potere che impregna questo luogo, ma state certi che attaccheranno appena avranno finito".

"D'accordo ma perchè ci aiuti? Perchè non ti fai semplicemente da parte?" domandò Lawrence.
Klaus sorrise di uno splendido sorriso che avrebbe fatto risplendere il cuore di diverse fanciulle: "Perchè mi siete simpatici".
"Oh, andiamo ragazzi!" iniziò a dire Sarah "Non possiamo davvero affidare le nostre vite al becchino rounita solo perchè lui dice che ..."
"Sto cercando di ragionare!" alzò la voce Alexander.
Il tono che aveva usato era molto autoritario, persino per i suoi standard.
Era il tono di Atanvarno.
Tutti fecero silenzio.

Il ragazzo si massaggiò le tempie: "Questa emicrania ... sono le energie sacre di questo posto. Le percepisco ma non le so gestire ... il mio talento è grezzo".
"Sei un apprendista mago?" domandò Klaus.
"Qualcosa del genere".
"Si, va bene, ma ciò non toglie che io mi rifiuto di andare a finire dritto in una trappola!" sbraitò Lawrence, mano alle spade.
"Se vi avessi voluti morti lo avrei già fatto, non vi pare?" commentò Klaus sarcastico.
"Avresti al massimo potuto tagliare la gola a me e a Luke ... forse. Ma da solo non potevi batterci tutti. Sapevi che qualcuno di noi si sarebbe accorto dei preparativi dell'attacco: la tua via di fuga non è altro che un trappola" il tono di Lawrence era di accusa diretta.
"Se avesse voluto ingannarci avrebbe trovato una scusa migliore rispetto a -Mi siete simpatici-" commentò Alexander, senza smettere di massaggiarsi la tempia "E' dura in queste condizioni fare un calcolo delle probabilità: è uno dei classici momenti in cui vorrei davvero essere Atanvarno".
"Strano: io, più passa il tempo, più vorrei essere solo Lyon" commentò sottovoce Lyon.
"Tuttavia ..." continuò Alexander "... le probabilità che Klaus sia sincero sono maggior rispetto a quelle che menta. Non è una prova ma è il massimo che abbiamo".

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now