Gli orrori di quelle antiche notti

44 7 0
                                    

(nella piazza antistante le porte della città)
Il menestrello maschio parlava alla folla mentre la sua compagna accendeva le lampade sul palco, poichè ormai era notte.
"Sapete cosa sono le Rose Infere?" chiese.
Le persone, specie i giovani, iniziarono a mormorare di trepidazione.
"Ancora quella canzone" sospirò Alighiero "Quel tizio non può scrivere una cosa per la sua donna che subito tutti i bardi di Antheliar ci ricavano da vivere per anni".
"A cosa ti stai riferendo?" chiese Sarita.
"Stanno per fare la canzone del momento. Adesso sentirai" rispose lui.

Il menestrello continuò a parlare, forse solo per fare scena dato che il pubblico sembrava già sapere di cosa si trattasse:
"Quando un'anima muore essa raggiunge i Paradisi della propria divinità ... ma solo se è stata pia e giusta! Se invece non lo è stata, verrà mandata nei Nove Inferni della dea Rahs ... che Feyth ci protegga da lei!".
Il menestrello, la sua compagna e quasi tutti i presenti fecero un gesto beneaugurante verso est.
"Ma che fine fanno i seguaci di Rahs che sono meritevoli?" il menestrello sembrava divertito dal far aspettare la gente, ormai trepidante "Magari gente timorata come voi non lo sa: essi diventano i carnefici dei Nove Inferni".
La menestrella iniziò a pizzicare la sua chitarra, sedendosi su una sedia di legno sotto una delle lampade. I ragazzi e le ragazze ferenzi presero a mormorare ancora più forte, sebbene qualche anziano si allontanasse piccato borbottando qualcosa.

"Perchè quegli anziani sono arrabbiati?" chiese Sarah.
"Sono convinti che questa canzone sia ... inappropriata. Per via dei temi che tratta, delle parole che usa e del suo autore. Tuttavia ai giovani piace molto e quindi i bardi la cantano" rispose Alighiero, vagamente divertito.
"Tutto questo trambusto per una canzone?" fece Lawrence stupito.
"Alcuni vescovi feythiti ne hanno addirittura chiesto la proibizione ma i karmisiani hanno detto che si sarebbero opposti ad ogni tipo di censura verso l'arte" Alighiero adesso era leggermente malinconico "Soprattutto verso l'arte che parla d'amore. La regina, alla fine, ha dato ragione ai karmisiani: sia perché non voleva perdere tempo su questa questione sia perché ... beh, perchè ha sedici anni e presumo anche lei vada pazza per questo canto".

Il menestrello stava prendendo posto accanto alla sua compagna, pizzicando il proprio liuto, da come i due si guardavano era chiaro che si amassero molto:
"E si narra, ma forse questo già lo sapete, che quando un'anima rahssita diventa carnefice allora, nel giardino della dea del Caos, spunta una rosa in suo onore. Una rosa per ognuno dei carnefici della dea della Sopraffazione. Alcuni sostengono che queste rose siano rosse, altri che siano nere, altri ancora che grondino sangue e forse sono vere tutte queste cose insieme, perchè il Caos è sempre Caos. Tuttavia una cosa è certa ..." guardò la sua compagna, sorridendole dolcemente e lasciando che la tensione nell'aria crescesse "... si chiamano Rose Infere".

I giovani iniziarono ad applaudire e, quando partì la melodia, parve chiaro come già conoscessero perfettamente metrica, battute e parole.
Le note erano allegre, anche se pervase da una lievissima malinconia, tutto sommato però sembrava la classica canzone da dedicare ad una ragazza per una serenata sotto il cielo estivo.
In effetti era la serata perfetta: le stelle brillavano sopra Ferenzia, splendendo così tanto che sembravano voler urlare al mondo che il male si era estinto e che ora regnava solo la speranza.
"Splendete per sempre ..." sussurrò Luke, lasciando perdere il suo sguardo nella volta celeste.

Alcune coppie ferenzi si strinsero le mani, guardandosi con dolcezza nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
"Sta bene, Alighiero?" domandò Sarita "Mi sembra teso"
"Sto benissimo"
"E' sicuro? Eppure ..."
Si guardarono negli occhi.
"Sarita, perché ti tremano le gambe?" chiese Sarah.
"La ... la stanchezza" rispose l'amica.

Intanto il menestrello aveva iniziato la canzone:
"Credo di poterti sentire da qualunque distanza\ e il vento porta fino a me il tuo odore che manca\ vorrei che questa notte non passasse mai e che il mio viaggio non debba ricominciare\ ma se mi guardi così il mio cuore inizierà a tremare\ ti lascerò due rose infere sul lenzuolo andando via\ così quando ti svegli ti ricorderai che sei oscura e bellissima\ così rendi dolore ciò che un abbraccio è\ rendi gioia a questa lama su cui cade la neve dell'est\ e appena potrò io tornerò\ e la notte sarà un inferno di carne e violenza\"

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now