La fuga nel bosco delle fiabe e ciò che avvenne al suo termine

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"Non osate toccare le vostre armi" disse sir Muhoozi, sempre con l'espressività di una roccia calcarea.
In effetti Lawrence, Lyon e Luke erano già vicini ai loro foderi, che erano stati lasciati per terra accanto ai giacigli.
La situazione era grave: i ragazzi si guardarono velocemente tra loro, in preda al dubbio. Quanto al bardo, era chiaro fosse preso da pensieri tutti suoi.

Poi la testolina di Sarah apparve dai cespugli alle spalle dei cavalieri, come un folletto burlone che sbucasse dal folto del bosco. Fece il segno del silenzio col dito sulle sue labbra: era perfettamente a suo agio nascosta nelle ombre della notte.

Lyon cercò gli occhi di Alexander ma l'amico era troppo occupato a elucubrare, con la mente persa in chissà quali piani di fuga.
"Troppo cervello" pensò Lyon "Troppa teoria: Erucallo era un tipo più pratico".
Capì serviva era prendere tempo.
"Noi siamo popolani, nobile cavaliere, non sappiamo niente di processi o altro" disse "Per favore diteci di più".
Sir Muhoozi inarcò un sopracciglio: la prima emozione che aveva lasciato trapelare.
"Popolani pesantemente armati: una spadone, una coppia di spade gemelle, un arco e un grosso scudo".
"C'è l'Orda di quel dannato Cardinale!" continuò Lyon "Dobbiamo difenderci".
"Quelle armi costano parecchie monete d'oro ... dovete avete trovato i soldi?" continuò il cavaliere dalla pelle scura, con fare calmo ma imperioso.
Lyon non seppe cosa rispondere.

Il silenzio avrebbe potuto essere imbarazzante se non fosse stato per l'urletto impaurito di Sarita. Lyon impiegò un attimo a capirne la ragione.
Sempre alle spalle dei cavalieri, non lontano da Sarah, era davvero apparso un folletto burlone dei boschi.
Seminascosto tra i cespugli c'era un esserino vestito di stracci, alto poco più di un metro, dalla rugosa pelle nera come l'inchiostro e dai capelli bianchi come neve e raccolti in un ciuffo sulla cima della testa. Un piccolo arco e delle frecce dalla punta di pietra erano nelle sue mani: grandi come un giocattolo per bambini ma dall'aria ben più pericolosa.
Il suo sorriso ironico era comunque la cosa più inquietante dell'intera scena.

"Perché gridi?" chiese sir Muhoozi a Sarita.
Il bardo corse subito a consolarla, stringendola forte in un abbraccio.
"E' ovvio che sia spaventata!" urlò "Voi Purificatori siete famigerati torturatori: lei è solo una ragazzina!".
La faccia del cavaliere si contorse in una smorfia di cortese disapprovazione: "Noi siamo i Cavalieri del Fuoco Purificatore ... quel soprannome popolare che avete usato è ridicolo. Il nostro codice ammette la tortura, è vero, ma solo perchè stregoni e blasfemi spesso sono immuni alla capacità di coercizione dei nostri chierici. Se siete innocenti, o se siete accidentalmente entrati in contatto con l'Abominio, basterà l'aura sacra dei reverendi sacerdoti feythiti a stabilire la vostra posizione".

Sarah iniziò a sgattaiolare lentamente alle spalle di uno dei cavalieri, silenziosa come un'ombra nella notte.
"Ve lo chiedo per l'ultima volta: seguiteci senza fare storie" disse sir Muhoozi, con aria definitiva.
In quel preciso momento Sarah impugnò l'elsa di metallo di una delle sue daghe e la calò con tutta la forza sulla testa di uno dei cavalieri.
Non era una gran forza ma Aranel la scura avrebbe saputo benissimo dove colpire: di conseguenza anche Sarah lo sapeva.
Il cavaliere crollò a terra privo di sensi.

"Cosa sta ... ?" urlò sir Muhoozi.
I suoi fratelli fecero un passo in avanti verso i ragazzi, stringendoli in cerchio.
Una freccia venne scoccata dal buio, proprio alle spalle del cavaliere dalla pelle d'ebano, e andò a colpire uno dei Purificatori dalla parte opposta del perimetro: la punta di selce appuntita gli si conficcò nel collo con uno schizzo di sangue color rosso.
L'esserino dalla pelle nera ridacchiò con maliziosa gioia.
Il tutto era avvenuto nell'arco di pochissimi secondi.

"Attaccateli! Lasciatene solo uno vivo!" ordinò il chierico con la veste bianca.
Il menestrello si lanciò immediatamente verso il cavaliere accanto a quello che Sarah aveva colpito: una mossa assurda, veloce e imprevista. Darne Pong schivò un colpo di spada con un'agilità sorprendente e piantò il palmo della propria mano sul viso del cavaliere, sbilanciandolo e gettandolo a terra.
Con due di loro fuori combattimento, si era aperto un varco.
"Con me se volete vivere!" urlò il bardo correndo nel buio del folto bosco.
I ragazzi lo seguirono, senza nemmeno avere il tempo di raccogliere le armi. Anche così i Purificatori gli erano comunque quasi addosso: sfuggirono dalle loro lame per poche spanne di vantaggio.

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now