L'abisso della Notte senza Stelle

60 10 14
                                    

I ragazzi non riuscivano a capire se si trattasse di una corsa verso la salvezza, di una fuga o di una ritirata strategica.
Sapevano solo che ogni formazione tattica era saltata.
Atanvarno era la guida, dato che il suo bastone emanava l'unica fonte di luce. Eruancalon ed Erucallo correvano come forsennati: a volte avanti, a volte sui lati e a volte alle spalle del gruppo, parlando in elfico in maniera concitata e palesemente allarmata. Aranel la scura non si vedeva quasi più: ogni tanto appariva accanto ad Atanvarno, sussurrava qualcosa e poi spariva di nuovo nelle tenebre della notte. Rinon cercava di tenere d'occhio sia i suoi compagni sia i ragazzi ma la preoccupazione era evidente anche nel suo sguardo. Aranel la chiara correva accanto ai giovani umani e pareva l'unico baluardo tra loro e qualunque cosa potesse sbucare fuori dai costoni rocciosi o da oltre la successiva collinetta.

Sarah e Sarita, indubbiamente le meno atletiche del gruppo, si ritrovarono presto col fiatone e col cuore che gli stava esplodendo nel petto.
"C'è la fai?" domandò Luke.
"S... si" rispose Sarah.
"Te l'avrò chiesto almeno tre volte, ogni volta tu dici -si- ma rallenti il passo: che cazzo di problema avete voi donne quando dite che va tutto bene?" protestò il ragazzo con veemenza.
"C'è la sto mettendo tutta!" urlò Sarah, con gli occhi imperlati di lacrime. Forse era stanchezza, forse era paura, forse ero solo lo sforzo.

Sarita si fermò di colpo, appoggiandosi alle proprie ginocchia: provò a dire qualcosa ma il suo fiato era ormai finito.
"Fanculo! Così non ce la faremo!" sbraitò Lawrence "Luke, fai come me". Detto questo, prese di malagrazia Sarita e se la caricò in spalla.
Luke, con ancor meno delicatezza, caricò Sarah sopra di sé come i sacchi di patate che trasportava al villaggio.
Ripresero a correre: Lawrence era più veloce ma Luke più resistente. Riuscirono a reggere quell'andatura per un altro po'.

Tuttavia il paesaggio attorno a loro sembrava la ripetizione innaturale degli stessi luoghi, degli stessi sentieri e valli, in una ciclo sconfortante che non sembrava portare da nessuna parte.
Alla fine anche Lawrence iniziò ad avere il fiatone ... nemmeno ricordava l'ultima volta che gli era capitato durante una corsa. Il suo orgoglio, tuttavia, gli impediva di cedere per primo.
"Basta, non resisto più!" fece Alexander, accasciandosi al suolo.
In una maniera totalmente irrazionale, Lawrence gliene fu grato.
"Il tuo ridicolo stupido orgoglio!" urlò Lyon precipitandosi su Alexander e mettendogli una mano sul collo "Il tuo cuore sta per scoppiare! Come pensavi di reggere?"

Aranel la chiara urlò nella lingua comune falconiana: era la prima volta che i ragazzi sentivano della vera autentica paura nella sua voce.
"Atanvarno: gli umani non reggono più! Quanto manca alla discesa verso Ferenzia?"
"Troppo!" urlò Eruancalon, scendendo da una collinetta rocciosa dove era andato di vedetta "Non la raggingeremo prima che quella cosa ci sia addosso".
Il cuore di tutti i ragazzi perse un colpo.
"Quella cosa ... cosa ?" domandò Sarita, mentre Lawrence la posava a terra esausto.
"C'è un'empia oscurità su questi monti!" urlò Erucallo, da qualche parte alla loro destra, nelle ombre.
"E' notte e non c'è la Luna! Qui tutto è oscurità!" protestò Lyon.
"La vostra razza è terribilmente limitata: non è una normale tenebra, non è naturale. E' qualcosa che non dovrebbe esistere" sbraitò Atanvarno.

Aranel la scura sbucò alle sue spalle e persino il mago sobbalzò.
Per i ragazzi quello fu, più di tutto il resto, il segnale che la situazione era davvero grave: Atanvarno non era più il freddo capo che avevano conosciuto. Persino la sua spia di fiducia che gli sbucava vicino, come tante volte era successo, lo faceva innervosire.
Molti anni dopo Alexander disse: "Fu come la prima volta che vidi in crisi mio padre: per un bambino è lo stesso effetto di una certezza che crolla. E noi eravamo come bimbi davanti a lui".

"Non riusciremo a evitarla: siamo circondati" disse Aranel la scura, ansimando.
Il mago si guardò attorno, come se da un momento all'altro si aspettasse di vedere un'orda di non-morti apparire dalla cima dei costoni rocciosi. 
Invece regnava un totale silenzio: era un momento di calma assoluta. Appena gli elfi avevano smesso di correre e di urlare, sulla cima di quegli altissimi monti era scesa una calma che mai e poi mai avrebbe fatto presagire l'arrivo di una tempesta.

Di luce riempiròحيث تعيش القصص. اكتشف الآن