Alighiero che arrivò in un giorno d'estate

55 9 0
                                    

La corsa di Lawrence era selvaggia, disperata e senza riserve: la corsa del giovane cervo che deve scappare dalla pantera.
I suoi amici lo ritrovarono mille iarde circa fuori dal bosco: sudato, a occhi chiusi, con indosso solo i pantaloni, sdraiato sull'erba, baciato dal Sole e sorridente.
"Ma perchè sei corso in avanti? Lo sai che nessuno riesce a tenere il tuo passo" disse Sarah con il fiatone.
Lui sorrise ancora di più, senza aprire gli occhi e con aria beata: "Sole, caldo, estate ... questa è la vita. Se fossi stato un'altra ora nel freddo di quel bosco sarei morto".
La felicità sul suo viso era evidente, forte, innegabile, raggiante, splendida.
"Preferisco sudare mille volte in un pomeriggio di Sole che vivere in quel gelo" aggiunse.

Alexander invece aveva lo sguardo rivolto all'indietro, fissando il luogo dal quale finalmente erano riusciti a uscire: con tutta la sua oscurità e i suoni sommessi, il Bosco del Corvo appariva come un paesaggio vasto ma alieno nell'ancor più grande affresco della campagna ferenze avvolta dalla piena estate.

Davanti a loro adesso c'era un dolce paesaggio collinare fatto di campi arati su lievi pendii, ruscelli sul fondovalle, fattorie colorate e scuri ma bellissimi monti in lontananza,
"Dai adesso alzati però, Lawrence" disse Sarita.
"Io ... io invece vorrei riposarmi" fece Sarah sdraiandosi accanto all'amico.
"Non è una cattiva idea" aggiunse Lyon "Abbiamo dormito poco, corso molto e preso parecchio freddo" concluse aprendo la sua borsa delle erbe e facendo una smorfia.
"Qualcosa non va?" gli chiese Sarita.
"Molte erbe sono finite: posso medicare Lawrence ancora una volta ma poi dovrò cercarne altre .... e alcune sono rare" rispose Lyon.

Luke era salito sopra un albero di fico per scrutare l'orizzonte, dove era rimasto a lungo a fare da vedetta. Dopo un bel po' era saltato giù con un balzo che aveva scosso i rami, portato il dolce profumo dei frutti e alzato una polvere che sapeva di estate.
"I ricordi di Eruancalon non sono così precisi" disse "Ma vedo una città verso nord, circa a due leghe da qui. Credo che sia Aulnay-de-Choisienge: se è così abbiamo fatto un quinto della strada verso Albione".
"Solo un quinto?" chiese allarmata Sarah, spalancando gli occhi e risvegliandosi dal suo riposo sull'erba calda.
"Ben un quinto, vorrai dire" fece Alexander col sorriso "Pensavo fossimo più indietro".

Il vento dell'estate iniziò a spirare proprio dalla città, portando con sé l'odore di tutti i campi che si trovavano tra i ragazzi e quelle mura: odore di grano maturo pronto per il raccolto ma anche di innumerevoli girasoli, lavande, gerani e persino qualche effluvio di oleandro e ibisco.
"Sapete che domani è Lammas, vero?" disse Sarita.
Non era una vera domanda.
I ragazzi si fissarono a vicenda: come Litha era il Solstizio d'Estate, l'inizio della stagione, così Lammas era il cuore del periodo caldo dell'anno, la Mezzestate. Era una delle otto feste sacre che scandivano da sempre lo scorrere del tempo.
Significava che il loro viaggio era iniziato da un mese e mezzo.
"Soltanto un mese e mezzo ..." mormorò Alexander.
"Ben un mese e mezzo" gli fece il verso Lyon sorridendo, mentre applicava un cataplasma alle ferite sul braccio di Lawrence.
"E siamo dall'altra parte del mondo" sospirò Sarah.
"In realtà abitavamo piuttosto vicino alle Grandi Montagne, anche se non lo sapevamo" intervenne Luke "E da quando le abbiamo varcate abbiamo fatto solo trenta leghe: abbiamo visto una piccola parte della Ferenzia, che a sua volta è una piccola parte del continente".

Lasciarono che il loro sguardo si perdesse in lungo e in largo per i colli e per le valli, per i campi coltivati e per le fattori di pietra bianca.
"E' un momento importante, anche se non saprei dire perchè" disse Alexander, stranamente rilassato.
"Tu pensi troppo ... abbiamo rischiato di morire ma siamo sopravvissuti: ecco perché è un momento speciale" rispose Luke, sistemandosi meglio sulla schiena lo spadone di Eruancalon.
"Non è la prima volta che sfuggiamo alla morte" protestò l'amico.
"Ma è la prima volta che ci riusciamo da soli" rispose Luke, iniziando ad incamminarsi verso la città.
"Non eravamo soli! Ci ha aiutati Klaus!" fece Alexander stizzito.
"Segnati allora che dobbiamo un favore agli elfi neri" chiosò Luke, senza voltarsi e continuando a camminare.
Alexander mise il muso, non trovando una risposta adeguata.

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now