La Fontana dei Sei Draghi

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Corridoi che sembravano navate di immense cattedrali, stanze grandi come palazzi e porte gigantesche come archi del trionfo di un esercito vittorioso.
Un reame di proporzioni ciclopiche, immerso nell'oscurità, nel freddo, nella polvere e nel silenzio: le memorie di un'era passata illuminate dalla fioca alla luce delle torce. Torce che Alexander si era convinto a far accendere dopo che i suoi amici si erano lamentati dei numerosi ostacoli sul percorso e comunque solo perchè che non vi era traccia di anima viva a parte loro.

Era molto arduo riuscire a camminare in quella città sotto la montagna, forse un tempo abitata da giganti e ormai una rovina: pavimenti dissestati, stucchi e cornicioni caduti dalle lontanissime volte e fracassatisi a terra, colonne crollate in tutta la loro vertiginosa altezza e intere aree ricoperte da frane che, col tempo, avevano aperto parte del soffitto sotto il peso del Massiccio del Grifone.

Tuttavia accendere le torce aumentò di molto la sensazione sentirsi dei piccoli punti in un mare di oscurità: non era quella oscurità innaturale e crudele che avevano trovato nell'Abisso di Nythuel ma bensì l'oscurità del tempo e della memoria, che gravava al pari del silenzio e del freddo su quel luogo.
La loro luce illuminava piccoli angoli di un regno un tempo sicuramente meraviglioso e risplendente di marmi e di colori ma che adesso era soltanto una tomba per segreti che forse ormai nel mondo nessuno più ricordava.

Camminarono e cercarono in ogni stanza, in ogni corridoio e in ognuno di quegli ambienti grandi come regge ma trovarono solo ciò che rimaneva di antichissimi affreschi e di ancestrali statue; tutte molto rovinate e quindi probabilmente prive della protezione magica che aveva assicurato la perfetta conservazione del portale.
Dopo un numero di ore incalcolabili, ma sicuramente assai elevato, Sarah e Klaus si sedettero su delle rocce (che forse un tempo erano state le mura di qualche gigantesco appartamento o casa) e dissero che per quella giornata non avrebbero fatto un solo passo in più.
Alexander sembrava non darsi pace: a livello storico quella poteva essere una scoperta eccezionale, eppure della Ballata dei Sette Re non vi era la minima traccia.

La notte passò nel silenzio e nell'umidità, anche se forse non si poteva nemmeno parlare di notte dato che non avevano la benché minima idea di che ore fossero nel mondo in superficie.
Il silenzio di quel luogo era spezzato dal rumore di blocchi di pietra o antico legno che si incrinavano, gocce di acqua che cadevano da chissà dove ed echi spettrali che sembravano sempre vicinissimi al luogo del ristoro dei ragazzi.
Probabilmente l'origine di quei rumori era invece molto lontana ma, come un fantasma, il suono trasportava in un sadico scherzo quei suoni attraverso le aule tenebrose fino alle orecchie delle prime anime viventi che calpestavano quel suolo da secoli.

Al mattino si concessero una parca colazione con del latte e dei biscotti che avevano preso dai contadini ferenzi. Klaus aveva con sé delle patate cucinate alla maniera degli elfi neri ma che adesso, ovviamente, erano diventate fredde e dure.
Tuttavia, in quel regno tenebroso e gelido fuori dal tempo, sembrò quasi un banchetto.
Continuarono a cercare e a cercare, vagando per quei corridoi giganteschi e quelle stanze che avrebbero potuto ospitare palazzi interi, con Alexander che cercava di tracciare una mappa usando del carboncino e un foglio di pergamena, mentre Sarah tentava di utilizzare tutte le capacità e i ricordi di Aranel la scura per lasciare dei segni poco visibili che aiutassero a ricostruire il loro passaggio.

Andò avanti così per molte ore finché non imboccarono un corridoio così alto che il suo soffitto si perdeva nelle tenebre e così largo che avrebbe potuto contenere una cattedrale: sembrava un ambiente enorme persino per quella città ciclopica, nel quale loro camminarono come formiche all'interno di un luogo grande come un universo.
E quello che trovarono alla fine del corridoio, fece sembrare tutto quello che avevano già visto solo una prova generale del concetto di "grandezza".
Impossibile dire quanto fosse immensa la sala sotterranea dove il corridoio li aveva portati: probabilmente sarebbe bastata a contenere un intero borgo del mondo di sopra.

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now