L'inizio di una Nuova Avventura

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(ai piedi del Massiccio del Grifone)
Se Sarita avesse dovuto elencare le tre più grandi difficoltà di quei giorni sicuramente esse sarebbero state: scendere incolumi dai ripidissimi sentieri che correvano lungo i fianchi del Massiccio, riuscire a staccare Alexander dal diario dello stregone e riuscire a tirare fuori Lawrence dalla tinozza dell'acqua calda una volta giunti alla prima locanda.
Queste erano state le tre più grandi difficoltà, elencate in ordine crescente.

Davanti a un'ottima zuppa calda e vicino al camino della locanda, in un piccolo paese della Ferenzia del Nord in vista del grande Massiccio, Alexander decise che era giunto il momento di condividere le informazioni che aveva trovato all'interno di quel libricino.
"Sì ma togliti quel sorrisino compiaciuto dalla faccia" disse Sarita all'amico.
In effetti Alexander era orgoglioso come se fosse stato appena scelto per diventare l'avatar di Nuvak nel mondo. Persino Klaus sghignazzò a quella vista.
"Come vi dicevo ho condotto un lungo e approfondito studio sul diario dello stregone" fece Alexander.
"Perché stai parlando come se ti aspettassi una musica di accompagnamento di tamburi e organi da chiesa?" domandò Lawrence sorridendo e avvicinandosi sempre di più al camino.
Alexander lo fulminò con gli occhi: "Mi sono confrontato anche con il reverendo Klaus su quanto abbiamo scoperto, dato che lui è una grande autorità a proposito degli stregoni. In particolare quello che abbiamo ucciso si trovava sul Massiccio del Grifone con lo scopo di esplorare le profondità di quella città perduta sotterranea. Non è chiaro che cosa stesse cercando, tra le pagine pare soltanto chiaro che fosse stato mandato lì da un organizzazione chiamata -Gilda delle anime perdute-".
Alexander guardò con una certa dose di dubbio e astio verso Klaus, che invece stava tranquillamente sorseggiando del tè. Si poteva leggere chiaramente in faccia al ragazzo che probabilmente c'era stata una lunga discussione a proposito di questa gilda e altrettanto probabilmente Klaus non aveva rivelato molto su di essa.

"Comunque" continuò Alexander "Nelle profondità della città sotterranea, molto più di quanto siamo riusciti a spingerci noi, lo stregone aveva trovato qualcosa. Non è totalmente chiara la natura della sua scoperta ma dovrebbe aver trovato una qualche sorta di documento che gli ha fatto capire due cose. La prima è che un gruppo di persone, probabilmente questo famigerato Clan del Crisantemo, hanno soggiornato nella città moltissimo tempo fa (diversi secoli come minimo), anche se non è chiaro se fossero gli abitanti originali del luogo".
"Ne dubito" fece Sarah "A meno che non fossero un clan di giganti"

"Klaus, non è che vorresti dirci cosa è davvero il Clan del Crisantemo?" domandò Sarita "Ormai è chiaro che tu non sei davvero un becchino e che non li sta inseguendo perché hanno causato un'invasione di non morti nel tuo paese".
L'elfo nero rise, continuando a sorseggiare il suo tè caldo: "In realtà la mia è davvero una famiglia di becchini e anche io ho svolto questa attività, quando ero molto giovane, prima di prendere i voti circa sessant'anni fa".
I ragazzi lo fissarono tutti in faccia con grande attenzione: nella scala umana Klaus non pareva arrivare neanche ai trenta.

"Se il reverendo è in missione per conto della sua chiesa allora è ovvio che non possa parlare. Tuttavia è sufficiente usare la logica" disse Alexander.
"Gira voce che la logica tolga anche le macchie ostinate dai vestiti" mormorò Lawrence.
Con volto dignitosamente offeso, Alexander continuò: "Il reverendo Klaus è un inquisitore, di conseguenza la spiegazione più logica è che questo Clan del  Crisantemo non sia altro che un gruppo di eretici o di stregoni o un culto di apostati magari guidato da alcuni blasfemi".

(NOTA DELL'AUTORE: consultate il capitolo "Wikipedia di Antheliar" all'interno di questo romanzo per la spiegazione di tutti questi termini. Per comodità trovate nei commenti a questo capitolo un estratto che spiega meglio la differenza tra eretici, stregoni, apostati e blasfemi)

L'elfo nero si limitò a guardare il caminetto scoppiettante.
"Però comunque ci hai mentito" fece Sarah.
"Sì beh, sai ... sono un elfo nero: mentire è esattamente quello che noi di solito facciamo".
Lo disse con un tale disarmante sincero candore che i ragazzi non trovarono niente di meglio da fare che fissare anche loro il fuoco nel camino.

Effettivamente era affascinante rimanere al calduccio e guardare le fiamme, ricordandosi che fino a pochi giorni prima erano in un selvaggio luogo gelido che sembrava i confini del mondo e dove avevano combattuto contro qualcosa che traeva i suoi poteri da un altro universo.
Erano stati lì ed erano tornati per raccontarlo: la taverna era calda e accogliente ma fuori di essa il mondo era meraviglioso e terribile.

Alexander continuò: "La seconda cosa di cui lo stregone era certo riguarda la Ballata dei Sette Re".
Dalle finestre della taverna si udì più forte il rumore del vento della notte, un rumore che sembrava quasi portare con sé il suono di un mazzo di carte che si mescolava ... ma forse era solo suggestione: quello era semplicemente il primo vento dell'autunno imminente.

"Il Clan del Crisantemo, per ragioni che non sappiamo, quando ha lasciato il Massiccio del Grifone ha portato con sé il testo della Ballata e lo ha condotto in un posto che, almeno nel documento con lo stregone aveva trovato, essi definiscono -il luogo dove vengono nascosti i segreti-".
In quel momento Klaus interruppe Alexander, senza perdere la sua voce calma:
"L'accordo che sto per proporvi si basa sul fatto che, per vostra fortuna, io so dov'è quel luogo".
"Ma hai appena detto che voi elfi neri siete abituati a mentire" fece Lawrence, con sguardo sarcastico, appoggiandosi allo schienale in legno della sua sedia e facendolo scricchiolare.
Klaus sorrise di nuovo.
Suggestione o no, Sarita ebbe davvero la sensazione che fuori il vento ululasse più forte e più freddo di prima

Di luce riempiròWhere stories live. Discover now