Il momento in cui gli Dei dissero "Così ha inizio"

1.2K 91 153
                                    

Accade di frequente nelle storie di persone destinate a cambiare il mondo che vi sia il problema di quando cominciare a raccontare gli eventi; quegli eventi che sarebbero poi divenuti leggenda. Spesso infatti vi sono molti possibili inizi dai quali la storia potrebbe cominciare ad essere narrata.
Tuttavia, nonostante questa sia sicuramente una storia di eroi destinati a cambiare il mondo, questa narrazione ha un inizio ben preciso e non potrebbe essere altrimenti.
La pianura si estendeva in tutte le direzioni da orizzonte ad orizzonte: piatta, senza boschi degni di questo nome (che erano lontani) o rilievi (che erano ancora più lontani). Solo un insieme sgargiante e splendido del verde dei prati e del giallo dorato dei campi coltivati. In lontananza verso est si vedeva piccolissimo e quasi indistinto il profilo delle montagne ma solo un abitante del villaggio era mai stato fin laggiù per raccontare di averle viste da vicino. Il vento, invece, soffiava con gentile fermezza da ovest, forse persino dal lontano mare, e muoveva come onde le spighe di grano ed i cespugli dei prati.
Fu allora che il mercante fece ritorno dopo molto tempo dalla sua ultima visita.
E fu allora che questa storia ebbe inizio. In quel preciso momento e non un attimo prima o un attimo dopo.
Il carrozzone era molto grande ed erano necessarie due coppie di cavalli robusti per trainarlo. Un enorme telo cerato copriva tutta la parte posteriore; nessuno poteva vedere là sotto ma tutti sapevano che vi erano stipati oggetti che tintinnavano ad ogni spostamento sulla strada.
Il mercante era molto ricco ed i suoi affari principali erano con nobili, potenti signori, alti prelati e militari di rango; tuttavia era anche originario del villaggio e tornava spesso e volentieri là con oggetti meravigliosi ad un prezzo enormemente di favore. Anche perché i più esotici dei suoi pezzi nessuno avrebbe potuto permetterseli tra quelle persone semplici.
La strada di terra battuta passava in mezzo ai campi e proveniva dal centro urbano più ad est, distante diversi giorni di viaggio. C'erano solo dei casolari isolati prima del villaggio vero e proprio quindi le persone delle fattorie che si trovavano in quella direzione furono le prime a notare il carrozzone: la voce si sparse subito, soprattutto tramite i bambini che sciamarono di podere in podere ad avvertire gli amici che il mercante era tornato con un nuovo carico di meraviglie.
Quando arrivò nella piazza del paese ormai si era radunata una bella folla.
La piazza era composta di piccoli ciottoli bianchi ed era circondata da casette a due piani di una pietra color latte e con i tetti di legna marrone. Erano più o meno tutte uguali ed abitare là era un grande vanto perché solo i benestanti se lo potevano permettere. Molte cose al villaggio erano tutte uguali, compresa la quasi totalità delle giornate.
Le persone che stavano per cambiare il mondo avevano desiderato spesso che quella routine venisse spazzata via. Quello che però ancora non sapevano è che sarebbero stati non solo presto accontentati ma anche che, prima della fine delle loro avventure, avrebbero desiderato molte volte di tornare a quei giorni tutti uguali sotto al sole della sconfinata pianura.
Lawrence era appoggiato al muro dell'unica taverna, mentre si preparava un piccolo sigaro di foglie aromatiche.
"Dovremmo andare a vedere, sarà da un anno che lui non tornava qui" disse.
Era entusiasta ma come sempre non lo dava a vedere.
"Ma quale un anno? Saranno come minimo due" rispose Luke, che era seduto accanto a lui mentre lavorava alle doghe rotte di quella che una volta era una botte.
"Meglio ancora" fece Lawrence sorridendo, con aria da sbruffone che non impressionò l'amico "Chissà quante cose avrà portato, forse anche cose da oltre le montagne".
Luke imprecò e lanciò lontano due doghe ormai inutilizzabili: "Le cose che vengono da oltre le montagne non se le può permettere nemmeno il borgomastro e non importa che sconti il mercante ci farà. Però ha sempre con sè dei bei giocattoli ad un prezzo fattibile, solitamente quelli che vengono dalla costa sono i migliori".
Luke collezionava giocattoli anche se ormai aveva superato i vent'anni: era l'unico lusso che si concedeva.
Lawrence si staccò dalla parete e si avvicinò al carrozzone, dicendo solo "Io vado" all'amico. Luke guardò arrabbiato ancora per qualche secondo i pezzi della botte, poi lo seguì.
Il mercante si era fermato proprio al centro della piazza, alzandosi in piedi sulla cassetta dalla quale guidava: vestiva gli abiti variopinti e colorati nello stile dei menestrelli ed i suoi abiti erano sempre di ottima fattura.
"Amici, sono felice di essere tornato qui" annunciò con un largo sorriso. Ci furono diverse grida di giubilo e qualche applauso, sembrava un eroe tornato dalla guerra.
"Per prima cosa voglio dirvi che ho con me tantissime cose da vendere e da barattare, come sempre al prezzo di favore che faccio solo al mio villaggio natale, ai miei amici, alle persone che mi hanno visto crescere".
Ci furono altre manifestazioni di gioia.
"Domani ci sarà la festa di Litha, il solstizio d'estate, ed io sono venuto a festeggiare con voi questo momento e stavolta ..." fece una pausa ad effetto durante la quale tutti trattennero il fiato "... stavolta ho qualcosa di davvero speciale, di talmente unico che intendo annunciarlo alla festa. Prima ne parlerò col borgomastro però: non voglio portare qui un oggetto così importante senza avvertire l'autorità".
La faccia del mercante era serissima, qualcuno pensò che la sua fosse solo una vanteria perché aveva sempre portato cose meravigliose e non si era mai fatto tutti quei problemi ma altri affermarono che con lui non si poteva mai sapere.
Il borgomastro si fece largo tra la folla ed andò incontro al carrozzone. Appena sotto la cassetta spalancò le braccia e sorrise: "Mio vecchio amico! Sei sempre più che benvenuto a casa tua. Vieni scendi, andiamo da me e beviamo qualcosa mentre mi parli dei fantastici oggetti che hai portato".
Alle spalle di Luke e Lawrence si udì una voce pacata ma irritata: "Credo che mio padre voglia solo accaparrarsi la cosa più rara che le sue finanze potranno permettergli".
La figura alta e magra di Sarita si avvicinò ai suoi due amici. La sua pelle olivastra tradiva le origini della madre, che veniva dalle terre assolate del sud.
"La figlia del borgomastro dovrebbe avere più rispetto per l'autorità paterna" disse Lawrence assolutamente serio.
Lei sbuffò: "Non ci credi neanche tu, smettila".
Lawrence sorrise con faccia sbarazzina ed aggiunse: "Comunque non sei la sola ad avere dei dubbi, guarda là" indicando la parte opposta della piazza.
I tre bardi che erano venuti per lo spettacolo di Litha erano visibilmente contrariati: si aspettavano di essere loro la sorpresa principale dell'evento ed avevano capito che il mercante gli aveva appena soffiato quel ruolo. Le loro facce erano tetre: meno interesse da parte del pubblico significava meno soldi.
"Secondo me se ne andranno" disse Lawrence.
"O forse si impegneranno di più" rispose Luke.
Il mercante iniziò a portare il carrozzone verso la villa del padre di Sarita e la folla prese a disperdersi, perché per il momento non c'era altro da vedere.
"Quello è Alexander" osservò Lawrence.
Dalla massa di persone la figura familiare del loro amico si stava facendo strada verso di loro.
"Fammi indovinare" disse Lawrence "Eri al tempio, vero?.
"Ovviamente" rispose Alexander, con la faccia di chi non voleva darla vinta "Qualcuno dovrà ricordare a Nuvak che in questo luogo sperduto veneriamo anche lui".
Il tempio del villaggio non era altro che un'abitazione adibita a luogo di culto. La gente familiarmente lo chiamava Tempio di Ashanna ma in realtà tutte e dodici gli Dei erano là adorati, comprese le quattro divinità dell'oscurità (che di solito venivano pregate con degli scongiuri affinché si limitassero a stare lontani dalla gente del luogo). La maggior parte degli abitanti del villaggio veneravano in particolare Ashanna, la signora della natura, della vita, dell'agricoltura e delle messi; da cui il nome comune del piccolo tempio. Alexander invece era l'unico fedele locale di Nuvak, il dio del ragionamento e della logica.
"Magari un dio mi aiutasse a riparare quella botte" disse Luke senza far capire se fosse serio o se fosse una burla.
Lawrence si propose di portare una borraccia di buona birra fresca presa dalla cantina della locanda, Alexander si offrì di accompagnarlo, Sarita mentre aspettava il loro ritorno stese su una piccola tovaglia dei dolci di cioccolato e peperoncino che sua madre aveva fatto la sera prima. Luke tentò eroicamente di finire la riparazione della botte ma alla fine, senza dire una parola e con perfetta calma, prese l'ennesima doga rotta e ci devastò quanto restava del resto.
"Solo tu nel villaggio potevi fare tutto questo rumore" fece una voce alle spalle dei ragazzi che ormai stavano facendo una merenda di birra e dolci.
Bisognava ammettere che il fisico di Lyon era imponente e massiccio, forse il più robusto di tutti loro. Inoltre (su questo il giudizio delle ragazze risultava assai contrastante) era anche molto villoso, cosa che (su questo invece tutte le ragazze erano d'accordo) gli donava un'aria da barbaro sceso dalle montagne a fare razzie.
Il fatto che nessuna ragazza del villaggio avesse mai visto un barbaro non era qualcosa che potesse scalfire questa idea diffusa.
"Sei in fuga dall'erborista?" domandò Lawrence.
"No, ho finito prima di fare gli infusi e non avrò altro da fare prima del raccolto delle nuove piante officinali" rispose l'altro, sedendosi sul terreno e guardando ciò che era rimasto da mangiare.
"Allora stai scappando da Aisa" ridacchiò Sarita.
Lyon la guardò male ma non negò quanto detto.
"Dai, è carina" disse Luke.
"Ha un bel seno" rincarò Lawrence.
"E' simpatica" fece Alexander.
Ci fu un momento di silenzio nel quale i tre fissarono l'amico senza dire altro, con l'aria assolutamente seria di chi non sta assolutamente prendendo in giro nessuno.
"Si ma è completamente pazza!" urlò Lyon quando lo sguardo degli altri divenne insostenibile.
Scoppiarono tutti a ridere, Sarita ebbe almeno il buon gusto di dare delle pacche in amicizia sulla spalla di Lyon, il quale borbottò qualcosa a proposito della vera amicizia mentre si riempiva la bocca di dolcetti.
"Sta arrivando Sarah" disse sottovoce Luke.
"Sta provando a nascondersi come sempre dietro la casa dei Rochester?" chiese Alexander.
"Non si rende conto che ci prova da anni e non ci riesce mai?" domandò Lyon.
Un'ombra tutt'altro che furtiva stava sgusciando da un edificio vicino fino al luogo del pic-nic improvvisato: tutto nei suoi movimenti gridava al mondo la propria furtività, tutto tranne il talento.
"Ciao Sarah" disse Lawrence passando la borraccia di birra e Sarita.
La nuova arrivata si fermò interdetta, con una faccia nella quale si poteva leggere a chiare lettere lo stupore.
"Mi avete sentita arrivare?" chiese.
"Come avremmo potuto? Eri quasi invisibile" fece Lawrence serio.
"Davvero?" improvvisamente il viso di Sarah si era illuminato.
"Certo. Pensa che è dovuta scendere un'anima eletta della dea Lerial a rivelarci questo segreto".
Sarah iniziò a prenderlo a pugni sulla spalla con l'ira che solo una giovane donna offesa può avere; in seguito tutti affermarono che, a difesa di Lawrence, la di lui dichiarazione di scuse era molto credibile.
Quello fu l'inizio: l'inizio della storia che sarebbe terminata solo molti anni dopo. Dopo sangue, lacrime e lutti. Dopo eventi così strani e fantastici, avvenuti in luoghi così meravigliosi e terribili, che persino i saggi del mondo si sarebbero stupiti al loro racconto.
Ma quel momento di semplice gioia fu prima. Prima di tutti gli eventi che li avrebbero travolti: prima del Patto Oscuro, prima delle ali del Re Nibbio, prima dell'ira delle diecimila bestie, prima dell'avvento e dell'ascesa della paladina del silenzio e della rovina, prima che nel cuore di uno di loro nascesse l'Amore per le tenebre e prima che un'antica promessa fatta migliaia di anni prima venisse alla fine onorata.
Prima di tutto questo ci furono i loro sorrisi in quel lontano giorno di Sole.

Di luce riempiròTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon