Capitolo 34: "Portami via..."

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DANIEL

Finito di lavorare, decido di andarla a trovare, è stata una giornata impegnativa, anche se finalmente le mie ricerche stanno portando ai risultati sperati. Prima di andare da lei, guardo velocemente i voli per il Brasile. Mi manca la mia terra e approfitterò del matrimonio di mia cugina per ritornarci e concretizzare le mie ricerche.
Raggiungo il parcheggio, finalmente ho riavuto la mia macchina, è nuova come prima e a tutta velocità parto e raggiungo la casa di Sophie, sarà sorpresa di vedermi. Le ho promesso che sarei andato a prenderla dopo l'esame, so che ci tiene e in questo momento ho solo bisogno di vederla felice. Ho come la necessità di proteggerla.
Con mia madre non ci sono riuscito, neanche con Ana.

FLASHBACK

Eravamo nel cortile davanti la mia "prigione", stavamo giocando con dei bambini, quando vidi uno di loro allontanarsi e andare verso Ana, lei era sola, aveva un vestito bianco, dello stesso colore della sua pelle.
Era di spalle.
Il bambino, più grande di noi di qualche anno, l'aveva raggiunta e aveva iniziato a prenderla in giro, cercando di toglierle quel poco che aveva addosso.
Lei non si muoveva, non sentiva.
D'istinto li avevo raggiunti, non avrei potuto stare a guardare!
Mi ero avvicinato a loro, l'avevo presa per mano, la sua mano era così fredda e senza esserci detti niente, la portai via con me, in un praticello secco dall'altra parte del cortile.
L'avevo guardata, stava piangendo.
Sembrava non sentire.
Lei aveva sentito.

<<Grazie>> mi aveva sussurrato.
Non avevo mai sentito la sua voce prima. Era così delicata e inaspettatamente calda.

<<Io sono Daniel>> mi ero presentato.

<<Io Ana>> aveva sussurrato con tono flebile.

<<Lo so, Ana da adesso in poi ci sono io con te>>.
Esclamai queste parole con la naturalezza di un bambino.

Mi aveva sorriso e mi aveva abbracciato. Il suo abbraccio era improvviso e stranamente caloroso come la sua voce, non me l'aspettavo.

<<Grazie due volte Daniel>> mi aveva ringraziato, donandomi una margherita. In quella prigione, non ne avevo mai visti di fiori, ma in quel momento, fui grato di averne trovati due.


FINE FLASHBACK

Una volta arrivato sotto casa sua, raggiungo il citofono, provo più volte a suonare, ma non risponde nessuno. Sicuramente sarà ancora all'allenamento di kick.
Decido di aspettarla e ritorno in macchina, ma proprio in quel momento vedo arrivare, dallo specchietto retrovisore, una macchina nera che accosta davanti casa sua e poco dopo la vedo scendere sorridente.
Provo a vedere il guidatore, sembra un ragazzo, ma non faccio in tempo a focalizzarlo, che è già partito.
Con chi era Sophie?
Scendo velocemente dalla macchina e la raggiungo nervoso.

SOPHIE

<<Ciao Daniel, che sorpresa!>> esclamo stupita di vederlo.
Sono decisamente disorientata, non mi aspettavo di trovarlo qui.

<<Non hai risposto alla mia domanda!>> esclama con un tono che non promette nulla di buono.

<<Tu non rispondi mai a nessuna delle mie>> lo sfido.
Sorride e alza gli occhi al cielo.

<<Non rispondo quando lo vuoi tu, sono io a decidere quando farlo>> il suo tono sta prendendo decisamente una brutta piega.

Ma poi che significa!

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