Capitolo 48: "Un adesso infinito"

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SOPHIE

Scendo le scale in un lampo, senza pensare alla scena che ho visto poco fa, non posso ancora crederci. Le sue erano solamente scuse perché in realtà sta con un'altra donna. Ho troppa adrenalina nel corpo, per sentire dolore in questo momento, ma so che arriverà forte, inesorabile e lancinante come sempre.
Decido di chiamare un taxi, nella speranza di andare via di qui, lontana il prima possibile da questo incubo, da questo mio inferno personale e proprio mentre sto per farlo, mi sento tirare da un braccio e scopro con sorpresa che sono Angy e Leo. Li abbraccio come se fossero la mia ancora di salvataggio e poi inizio a piangere. Un pianto di dolore che mi soffoca dentro, come se avessi appena ricevuto un pugno forte dritto al petto.

<<Sophie non piangere, adesso ci siamo noi...andiamo a casa>> mi dice il mio Angelo.

<<Grazie ragazzi, non avrei voluto rovinarvi la festa>> dico ancora singhiozzante.

<<Che festa sarebbe senza di te!>> esclama Leo e solo adesso, penso a quanto sono fortunata ad avere non uno, ma bensì, due angeli custodi nella mia vita.

Raggiungiamo la macchina e per tutto il viaggio di ritorno, non penso a nulla, non sento più nulla, sono completamente apatica verso qualsiasi cosa. Sento solo dolore perché non indosso più la mia corazza, perché grazie a Daniel, sono riuscita a toglierla, pronta per affrontare di nuovo la vita.
Una volta arrivata a casa, i miei due angeli mi accompagnano dentro, insistendo a rimanere con me tutta la notte, ma alla fine sono riuscita a convincerli a tornare a casa, dicendoli che sarei stata abbastanza forte, da riuscire a mandare giù anche questa.
Ma la verità è un'altra!
Io, Daniel lo amerò per sempre, è lui e sarà solo lui!

Una volta raggiunto il mio letto, senza svestirmi, crollo in un pianto roco. Un pianto trattenuto, qui, in queste quattro mura, dove nessuno può sentirmi.

DANIEL

Tra qualche giorno, ci sarà la sentenza in tribunale di quel fottuto bastardo che ha rovinato la vita a chissà quanti bambini prima e dopo di me, ma soprattutto ad Ana, che porta ancora quei segni sulle sue braccia: striature imperfette sulla sua pelle marmorea.
Devo ammettere, che non sono riuscito a trattenermi quando l'ho incontrato a San Paolo, gli ho dato una bella lezione, ma la cosa che mi ha fatto più schifo è stato sapere che ha una moglie e perfino due figlie, ma adesso non farà più male a nessuno. Quando mi ha visto, lo stronzo, non mi ha riconosciuto subito, come avrebbe potuto!
Sono passati così tanti anni dall'ultima volta che ci siamo visti, ma mi è bastato ripetergli l'ultima frase, la stessa che mi aveva detto prima di andare via, per farlo tremare di paura come una foglia. Non aveva idea di chi fossi diventato negli anni, ma l'importante è che adesso lo sappia molto bene.

Vedere Ana, che lavorava in quel centro estivo con tutti quei bambini, mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Nonostante, ormai sia una donna, la vedrò sempre come quella bambina indifesa dai capelli biondi che ho abbandonato tanto tempo fa.
Dopo il nostro incontro, abbiano parlato per ore e ho scoperto che fa la cameriera in un pub per mantenersi e che proprio mentre lavorava, ha incontrato l'uomo da cui aspetta il suo bambino, che chiamerà Daniel proprio come me. Non potevo crederci, quando mi ha permesso di toccarle il suo pancione ancora abbozzato. Mi ha confidato che insieme a me, quella prigione, le sembrava quasi come una vera casa e che io, ero diventato come un fratello per lei. Mi ha raccontato anche, che poco dopo il nostro addio, una sua zia l'ha presa con sè, portandola via da quell'inferno e trattandola come una figlia. Quella donna le ha permesso di tornare a vivere di nuovo e gliene sarà sempre grata.
Da quel momento in poi, la sua vita è cambiata positivamente e adesso non vede l'ora di veder nascere e crescere il suo bambino. Mi ha detto che, in tutti questi anni, non ha mai dimenticato quel ragazzino dalla pelle ambrata, dai capelli neri e ribelli e che adesso che ci siamo di nuovo ritrovati, farò sempre parte della sua vita. Ha ammesso, che come me, anche lei non ha mai smesso di cercarmi. Mi ha perfino presentato al suo compagno come "O meu irmao encontrado".
Non potevo essere più felice di averla ritrovata così!

WARMWhere stories live. Discover now