Capitolo 26: "Ritornare a vivere"

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<<Sophie>> dice guardandomi con i suoi occhi screziati.
Non ha più il respiratore ed il suo viso statuario è in bella vista. I suoi occhi non li avevo mai visti più vivi di così, come se non vedessero l'ora di rivedere il mondo, rivedere me.

<<Daniel, sono qui con te>> gli sussurro commuovendomi.

Carlos ci lascia soli e io mi avvicino a lui, sfiorandogli la mano dolcemente, come se fosse una rosa delicata.
<<Come ti senti?>> gli chiedo contenta di vederlo sveglio.

<<Devo dire di essere stato meglio! Ma adesso che mi sono svegliato posso anche andarmene da qui>> mi dice con sguardo truce.

È tornato il Daniel di sempre.

<<Non puoi andartene, guardati! Non sei guarito del tutto>> taglio corto.
Le mie parole non servono a calmarlo perché, in un attimo, cerca di togliersi i tubi che ha ancora sulle braccia, nonostante avessi cercato, in qualche modo, di fermarlo senza risultati.
Non riesce proprio a stare fermo nel letto!

<<Non mi dire quello che devo fare!>> esclama alzando il tono della voce. Sembra un bambino in questo momento, un bambino che mi sta facendo davvero arrabbiare.
Non capisco perché mi sta trattando così!

<<Daniel come vuoi, non so davvero come comportarmi con te, ma sei già stato abbastanza chiaro!>> gli dico arrabbiata.
Gli volto le spalle, sto per andarmene.

<<Sophie, fermati! Anche io non so come comportarmi con te. A volte penso che sia più giusto lasciarti andare, ma poi, quando ti vedo, capisco che non è la soluzione migliore. Ti guardavo mentre dormivi sotto quelle lenzuola e mi sembravi così innocente. Uno come me ti farà solo del male!> le sue parole sincere mi fanno cambiare idea.
Mi volto di nuovo verso di lui.
Come posso dargli torto!
Anche io sono combattuta, ma non posso andare contro qualcosa di così forte. Non posso andare contro un uragano perché tanto, qualsiasi cosa facessi, verrei travolta in ogni caso. Non esiste una via d'uscita.

<<Dammi la possibilità di scegliere, io mi sono sempre ripromessa tante cose, ma questa volta vale la pena rischiare. Io sto bene quando sto con te e questo come può essere male!?>> lo guardo sulla porta della stanza: <<Daniel basta scappare da me, tanto sarebbe inutile e lo sai! Guarda cos'è successo!>> mi viene quasi da piangere se ripenso a lui in coma.

<<Vieni qui adesso, piccola>> mi dice.

Non me lo faccio ripetere, mi avvicino a lui e facendo attenzione, lo bacio. Lo volevo fare fin dall'inizio ed è sempre come se fosse la prima volta, le nostre lingue si muovono all'unisono e so che non potrei mai farne a meno. Da questo non si può scappare!

<<Adesso anche tu mi hai visto in uno dei miei momenti peggiori>> e ridiamo, per poi rincominciare a baciarci e insieme torniamo a respirare come se, entrambi per farlo, avessimo bisogno l'uno dell'altro.

Alla fine, Daniel mi ha convinto a tornare a casa e se i suoi valori si stabilizzeranno, uscirà dall'ospedale tra una settimana.
Mi sento molto meglio adesso e anche più sollevata!
Oggi è stata davvero una giornata impegnativa, soprattutto dal punto di vista emotivo e rientrata a casa, entro subito in doccia e inizio a pensare alla scorsa notte, al suo corpo nudo davanti al mio, al suo tocco e alla sicurezza che mi dà quando mi sta vicino. Lo desidero tantissimo e non riesco a smettere di pensare a lui.
Voglio provarci e non mi importa del resto, non mi importa se mi farà soffrire, voglio correre questo rischio, perché anche se dovesse andarsene ora, so che sarebbe troppo tardi. Un labirinto senza uscita, sarebbe la mia vita senza di lui.

Quando sono nel mio letto, sento ancora il suo profumo sul cuscino e mi addormento pensando a Daniel.

Sì, è decisamente troppo tardi!

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