Capitolo 6 parte prima: "Primo appuntamento"

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Osservo il suo profilo mentre guida, i suoi occhi concentrati sulla strada, si rivolgono verso di me.
<<Alla fine hai smesso di scappare e hai accettato l'invito>> mi dice.

<<A quanto pare, guarda dove sono! Mi dispiace deluderti, ma io non scappo e comunque, non avevo nulla da perdere.>>
Forse sono stata troppo dura, ma non devo e soprattutto, non voglio pendere dalle sue labbra.

<<Hai proprio un bel caratterino e mi piace>> mi sorride.

<<Anche a me>> rispondo dal nulla. Mi guarda con complicità.

<<Siamo arrivati>> mi dice mentre parcheggia in una zona riservata davanti a un locale tutto illuminato che non conosco.
Poi, scendendo, mi apre la portiera e questo gesto non posso che apprezzarlo.
Chi l'avrebbe mai detto!

<<Vieni con me>> mi prende la mano e io lo lascio fare, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Come se le nostre mani fossero sempre state unite anche se metaforicamente. La sua mano grande, è così calda ed accogliente, in contrapposizione con il suo essere, che apparentemente mi sembra così freddo.

Quando entriamo dentro, se l'entrata sembrava molto semplice, vedendo l'interno rimango a bocca aperta, sembra un giardino al chiuso, è molto grande e ovunque ci sono luci soffuse che scendono dal soffitto come se fossero liane. Qua e là ci sono opere d'arte, quadri e sculture, in perfetta sintonia con l'arredamento e le piante.
Veniamo subito accolti da un cameriere molto giovane, che si rivolge a Mister so tutto io: <<Buonasera Signore, è sempre un piacere averla qui.>>
Si conoscono. Deve venire molto spesso qui e chissà con quante donne. Non devo pensarci.
<<Ecco qui il tavolo che ha chiesto>> gli dice, accompagnandoci verso un tavolino molto appartato, lontano da qualsiasi sguardo indiscreto.
Ringrazia il cameriere e ci accomodiamo.

È davanti a me e solo adesso con la luce del locale, mi rendo conto del colore dei suoi occhi, sono un misto di sfumature tra l'oro, il verde e il marrone. Anche se credo, che non sarò mai in grado di definirlo veramente. Non avevo mai visto degli occhi così espressivi e particolari.

<<Allora che ne pensi? Ti piace?>> dice prima di ordinare.

<<Devo ammetterlo il proprietario deve avere davvero un buon gusto...ottima scelta, quella scultura è bellissima!>> esclamo, indicando una statua che raffigura un angelo che abbraccia con le sue ali, un corpo di una donna dai lunghi capelli e le forme generose.

<<Sì, è davvero sensuale e ultraterrena allo stesso tempo. Quindi devo dedurre che "ottima scelta" è riferito al proprietario e non a me, giusto?!>> dice divertito.

<<Giusto, ottima intuizione Mister so tutto io!>> rispondo, stufa di chiamarlo con soprannomi.
Credo proprio che sia giunto il momento di chiederglielo.

<<Adesso che siamo qui...vorrei sapere il tuo nome, sconosciuto>> spero solo mi risponda subito e che questa sia l'ultima volta che lo chiamerò così.

<<Piacere Daniel>> mi dice porgendomi la sua mano. Ogni volta che ci sfioriamo, vorrei abbracciarlo. Sorrido come una bambina.

<<Finalmente anche lo sconosciuto ha un nome>> gli dico tutta contenta. Alla fine è stato più facile di quanto pensassi, in fin dei conti abbiamo mantenuto entrambi l'accordo. Daniel, che bel nome. Sembra l'uomo perfetto, ma chi voglio prendere in giro, sarò solo un passatempo per lui. Non può essere altrimenti.

<<Allora, adesso che sai come mi chiamo, vorrei sapere qualcosa di più di te>> mi dice incuriosito.
<<Al momento, so solo che vai in palestra con un motorino datato e che ti piace andare a ballare.>>
Che spiritoso!

WARMWhere stories live. Discover now