Capitolo 27: "Una granita al limone"

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<<Mi sei mancata piccola>> mi dice, aprendomi la portiera.

Porta un cappellino nero con la visiera all'indietro che gli sta benissimo ed è vestito sportivo. Devo dire che mi piace anche con questa tenuta.

<<Anche tu>> gli dico e prima di partire, ci baciamo.

Amo sentire le sue labbra carnose sulle mie, sono come una droga.
Nonostante abbia appena avuto un incidente in auto, non perde il vizio di correre per le strade, soprattutto quando raggiungiamo l'autostrada, non rispetta nessun limite di velocità e non so se iniziare a spaventarmi dopo quello che è successo.
Mentre sfrecciamo sulla strada completamente libera, ogni tanto mi giro per guardare il suo profilo perfetto che un giorno vorrei tanto poter disegnare. Nonostante lo conosco da un po', sono sempre terribilmente agitata con lui, ma Daniel cerca in tutti modi di togliere le barriere che ho ancora verso di lui.

<<Come mai oggi sei così silenziosa?>> mi chiede a un certo punto.

<<Non so cosa aspettarmi, mi sembra di essere sulle montagne russe quando sto con te>> lo guardo ed è proprio così che mi sento.

<<Ed è un male?>> si gira un attimo verso di me per guardarmi negli occhi.

<<Non ne ho la più pallida idea ed è anche questo che mi piace, pensavo che non ti avrei più visto quando ho letto quel bigliettino, invece adesso sono qui con te, in questa macchina stupenda che corriamo non si sa dove>> cerco di spiegargli.

<<Sophie so che è difficile stare con una persona come me, ho 26 anni e non ho mai amato nessuna donna a parte mia madre, ho sempre pensato a me stesso, alla boxe, al mio lavoro, a fare soldi. Ma con te è diverso, non so come spiegarti perché io quando sto con te non so come comportarmi e non mi era mai successo. Non riesco ad essere più razionale e per me è qualcosa di nuovo. Io non scapperò più, anche se per te sarebbe meglio che lo facessi>> mi dice tutto d'un fiato.
Sembra così sincero.

<<Daniel qualsiasi cosa succederà, è qui che voglio essere e poi chi ti ha detto che non mi piacciono le montagne russe!>> esclamo.
Sentendo le mie parole, mi sorride e continua a guidare, mantenendo la sua velocità constante.

<<Ho sbagliato ad andarmene quella mattina, non avrei dovuto farlo! Però l'importante è che siamo qui e vedrai ti piacerà il posto in cui stiamo andando, lo amavo quando ero piccolo, ma non ci vado da un po', mi farebbe piacere ritornarci con te>> si sistema un attimo il cappellino.

Quanto gli sta bene!
Tutto gli sta benissimo!

<<Davvero? Mi devo ritenere fortunata allora, Mister so tutto io! Mi dispiace deluderti, ma forse ho capito dove stiamo andando>> mi viene in mente quando in ospedale avevo parlato con Carlos.

<<Non credo proprio! Ma sentiamo un po' dove credi che stiamo andando, Miss so tutto io!>> mi chiede con un tono di sfida.

<<Nella casa sul lago della famiglia di Carlos! In ospedale, mentre aspettavamo che ti svegliassi, abbiamo parlato tanto e mi ha raccontato di quando da piccolo sei scappato e ti sei rifugiato lì>>.
L'ho preso alla sprovvista e noto che sta cercando di nascondere il suo sorriso.

<<Sì, devo dire che già da bambino ero piuttosto sveglio! Maledetto Carlos, quando lo vedo lo sistemo io>> è sempre il solito presuntuoso, ma inizia piacermi perfino questo aspetto di lui.

Dopo più di un'ora e mezza, arriviamo e rimango estasiata di fronte alla vista del lago, il sole è ancora alto e risplende sopra l'acqua.

<<Daniel...è bellissimo>> mi sembra di essere completamente su un altro pianeta.

WARMWhere stories live. Discover now