Capitolo 28: "Sarai sempre la mia sfida"

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Arriviamo davanti a un viale circondato da tantissimi lampioni, che rendono il tutto molto romantico, una volta percorso, affidiamo la macchina a un parcheggiatore molto elegante ed entriamo dentro quella che sembra essere una villa. Veniamo subito accolti da una bella donna sui trent'anni ben vestita, che gentilmente ci accompagna al nostro tavolo.
Mentre camminiamo, non mi sento per niente a mio agio e noto la reazione di alcuni clienti che ci osservano mentre passiamo.
Rimango subito affascinata dall'arredamento di questo ristorante che è davvero lussuoso, ma in modo semplice senza troppe ostentazioni. Devo ammettere che non sono abituata a questo stile di vita e non so quanto effettivamente mi possa piacere e Daniel sembra averlo notato.

<<Non ti piace vero?>> mi chiede mentre guardiamo il menù, il più complicato che avessi mai letto.

<<Daniel è troppo per me! Davvero non dovevi...a me andava benissimo andare in un pizzeria o qualche posto simile>>.
Spero che le mie parole non lo abbiano fatto rimanere male.

<<Sì, ti capisco, ma Sophie per me adesso questa è la normalità! I miei primi anni di vita, gli ho vissuti in completa povertà, non avevamo neanche l'acqua corrente a casa, neanche i soldi per comprare un cazzo di gelato e dovevo accontentarmi di una granita al limone, improvvisata da mia madre, ma che per me, in quel momento, era la cosa più buona del mondo. Ero un bambino e a me andava bene cosi, perché per me quella era la normalità. Dopo scuola ogni tanto andavo a vendere le bottiglie di plastica vuote nella speranza di guadagnare qualcosa. Guarda dove sono ora!>> lo guardo stupita mentre mi racconta del suo passato.

Adesso capisco tanti suoi comportamenti e anche perché la sua scelta era ricaduta sulla granita al limone.

<<L'apparenza inganna, l'ho sempre saputo che eri diverso. Non sei così come appari. Un ragazzo bello, strafottente e che crede di poter avere tutto quello che vuole, dentro hai molto altro>> mi sorride sghembo, ma so che non si nasconde nulla di buono dietro il suo sorriso.

<<Qui ti sbagli! Io non credo di poter avere tutto, io posso avere tutto Sophie! Quando e dove voglio io!>> ha un tono freddo, quasi tagliente.

<<E immagino che quello che hai appena detto, pensi di poterlo fare anche con me, vero?>> mi alzo di scatto, non ho più fame.

Esco fuori dal ristorante e devo dire che mi sento molto meglio adesso, lì dentro mi sentivo soffocare.
Non so cosa fare, non ho la più pallida idea di che cazzo fare!

<<Sophie aspetta! Perché scappi sempre via da me?>> sento la sua voce alle mie spalle.

Ha anche il coraggio di chiedermelo!

<<Perché per te sono solo un gioco, per te sono una sfida vero?>> urlo arrabbiata nera.
Mi fermo e mi giro verso di lui.

<<Sì!>> mi risponde secco.
Mi sento di nuovo cadere nel vuoto. Avrei dovuto immaginare tutto questo.

<<Ciao Daniel>> non voglio più sentire niente.

<<Piccola, ma non lo hai ancora capito?>> mi chiede.
La sua bellezza è disarmante.

<<Capito cosa, quanto sei stronzo? Sì!>> le mie parole sicure sono come un taglio netto.
Mentre cerco di andare chissà dove, mi prende da un braccio e mi ferma, portandomi verso di sé.
Sono ad un palmo da lui, siamo talmente vicini che ho paura che possa sentire il battito del mio cuore.

<<Per me eri una sfida, per me sei una sfida e per me sarai una sfida>> mi zittisce completamente.

Sono senza parole.

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