Capitolo 9: "Un angelo azzurro"

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Un'altra settimana sta passando e di lui nessuna traccia. La mia vita è alternata tra le lezioni, lo studio, le chiamate di Angy e gli allenamenti in palestra. Inizio a pensare che forse non lo rivedrò più, non li ho più visti, né lui né la sua moto nel parcheggio.

È già giovedì e pomeriggio ho chiesto alla mia amica Bianca di accompagnarmi in centro, per prendere il regalo di compleanno del mio Angelo. Siamo nelle vie principali di Milano e guardo ogni passante nella speranza di vedere l'uomo dagli occhi screziati. A quest'ora sarà sicuramente lavorando, a quanto pare gestisce qualcosa di importante.
Chissà cosa!
Continuo a girare tra i negozi, quando finalmente, i miei occhi stanchi cadono su una vetrina molto appariscente, dove vedo il regalo perfetto per il mio migliore amico. Entro immediatamente dentro, come se avessi paura che possa scomparire da un momento all'altro, come se fosse un miraggio nel deserto. Mentre guardo la commessa, che gentilmente mi impacchetta il suo regalo, penso a quanto sarà contento il mio migliore amico, quando lo vedrà e soprattutto lo indosserà.

Usciti dal negozio, ringrazio la mia amica che ha sempre troppa pazienza con me poi, raggiungiamo la metro e rimaniamo insieme per qualche fermata, prima di salutarci e dividerci.
Una volta tornata a casa, dopo essermi preparata, mi fiondo in palestra perché tra poco inizierà un corso che seguo da mesi. Durante l'allenamento, metto tutta la mia carica e la mia buona volontà per farlo al meglio, avevo proprio bisogno di sfogarmi e rilassare tutti i miei muscoli. La palestra è diventata come una valvola di sfogo e quando entro dentro, lascio fuori ogni mia preoccupazione e pensiero.
Finito, mentre sto per andare nel parcheggio, ormai per abitudine, mi guardo intorno nella speranza di vedere qualche traccia di lui, godendomi l'aria fresca della sera, mi sembra di vedere una moto fiammante simile alla sua, sfrecciare via.
Sophie sai quante moto uguali alla sua ci saranno a Milano?! Scendi dalle nuvole e torna con i piedi per terra! È la mia coscienza che mi sta parlando.
Poi, quando sto per avvicinarmi al mio motorino, mi fermo di scatto, notando nello stesso posto dell'altra volta, un bigliettino giallo.

Quando deciderai di cambiarlo?
A presto
Daniel

Ah, adesso si firma pure!
Devo ammetterlo, quando l'ho visto ho fatto un sorriso che avrà visto anche un signore che stava camminando dall'altra parte della strada. Inizia a nascere dentro di me, la consapevolezza che lo rivedrò veramente, mi sento più felice. Inizio a pensare anche che forse, quella moto era veramente la sua. Dentro di me inizia a crescere la speranza.
Ho anche deciso che la prossima volta, se ci sarà, metterò il mio orgoglio e la mia testa dura da parte. Lui è diverso. Se chiudo gli occhi, mi sembra di sentire ancora il suo profumo su questo stupido pezzo di carta.

Finalmente anche sabato è arrivato, ieri sera ho lavorato e sono tornata tardissimo quindi, decido di riposarmi un po' nel pomeriggio, per essere al massimo per la festa. In questo momento sembro più un bradipo che una ragazza di vent'anni. Arrivata la sera, inizio a prepararmi per la festa, cercando di perdere meno tempo possibile perché tra poco passerà a prendermi Jennifer, la mia collega, per accompagnarmi al locale.
Angy probabilmente vorrà arrivare in ritardo e fare la sua entrata trionfale, quindi dovremo essere tutti in perfetto orario. Chissà cosa avrà in mente!
Decido di indossare un vestito rosso con le maniche lunghe, corto appena sopra le ginocchia. La stoffa di questo vestito è morbidissima, mi ricordo quando l'avevo visto in una vetrina qui vicino, con la mia migliore amica, me ne ero innamorata subito. Mi ricordo ancora la sua faccia, ma soprattutto i suoi occhi brillanti come gemme di prima mattina.
Poi, mi trucco velocemente e decido di mettere il rossetto rosso rubino che mi ha portato Angy da Londra, sarà sicuramente felicissimo quando lo vedrà, è pur sempre il suo compleanno!
Quando arriva un messaggio di Jen che mi dice che è già giù, prendo velocemente i tacchi che metterò solo una volta fatte le scale e facendo ancora fresco, prima di scendere, indosso il mio solito giubbotto di pelle nera. Gli ascensori cerco sempre di evitarli, per la paura dei luoghi chiusi che ho avuto fin da bambina. Raggiunto il pianerottolo davanti all'uscita, indosso i tacchi e mi sembra di sentire ancora il fresco del marmo delle scale sotto la pianta dei miei piedi. Poi, raggiungo la mia amica fuori, facendo attenzione a non slogarmi una caviglia.

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