Capitolo 12: "Il passato che ritorna"

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DANIEL

Sono sull'aereo, per me ormai è quasi una seconda casa. Sto riguardando la mia presentazione, gli americani accetteranno sicuramente di fare questo investimento. Un'hostess bionda dagli occhi chiarissimi e un culo "che parla", continua a fissarmi e a mandarmi segnali. Credo proprio che vorrebbe essere "sbattuta". Finito il lavoro e spento il pc, stiamo quasi per atterrare. Con una scusa banale, la biondina si avvicina...e il gioco è fatto!

SOPHIE

<<Dai Angy! Non ho voglia di un altro film romantico!>>
Siamo al cinema e stiamo impiegando una vita, come sempre, a scegliere il film da vedere.

<<Noooo tesoro non farmi questo! Non voglio perdermelo, questo film sarà candidato sicuramente nella categoria miglior bacio di tutti i tempi!>> esclama ad alta voce.
Ci stanno guardando tutti.

<<Va bene mi hai convinto. Anche se è da tanto che non vediamo un film horror>> mi arrendo, non potrò mai dirgli di no.

Angy ha praticamente già svaligiato il banco delle caramelle e come al solito ha comprato le mie preferite, per farsi perdonare e una montagna di pop-corn. Durante il film continuo a pensare a Daniel e conto già le ore che ci separano. Il mio migliore amico, nell'ultima scena, si commuove e si abbandona alle lacrime, lo abbraccio. Vorrei avere la sua sensibilità.

DANIEL

L'incontro con gli americani è appena finito nel miglior dei modi, sto per tornare in albergo. Questa città mi piace particolarmente di notte, perché puoi lasciarti tutto alle spalle. Ricordi compresi. Arrivato nella hall, mi avvicino alla bionda seduta vicino al bancone: la hostess dell'aereo. Devo ammetterlo sa il fatto suo. Mi siedo vicino a lei e inizia a provocarmi con le olive del suo cocktail Martini. Non ci impego molto a convincerla a salire in camera mia, in fondo è quello che vuole anche lei. Entrati in camera ottengo quello che voglio e lascio che prevalga l'animale che c'è in me. Ma la mia testa è da un'altra parte. Dopo averla rispedita a casa, mi faccio una doccia.
Mi sembra di vedere il suo viso. Che sto facendo!

SOPHIE

Sono nel parcheggio della palestra e penso al giorno in cui l'ho visto per la prima volta. Sto studiando pochissimo e sono sempre distratta. Non mi riconosco più. È già venerdì sera e domani finalmente ci rivedremo. Raggiungo il locale dove lavoro e per una volta non ho alcuna esitazione nel ballare davanti a tutti. Ballo come se davanti a me ci fosse solo Daniel.

<<Sophie sei stata magnifica questa sera!>> mi dice Jennifer.

<<Grazie, devo dire che ho pensato solo a divertirmi e basta>> le rispondo uscendo dal mio mondo.

Torno a casa ed è tardissimo. Prima di addormentarmi prendo i bigliettini di Daniel che ho conservato.
Sorrido.

DANIEL

Sto per prendere l'areo per tornare a casa. Ho appena sentito Carlos che mi ha detto che ci sono stati dei problemi con il nostro locale. Gli ho detto che dovrà vedersela lui, ma tanto sa che alla fine lo aiuterò, per me è come un fratello. La sua famiglia è la mia famiglia. Da una tasca nascosta dello zaino prendo la cosa che ho più cara al mondo: la collana di mia madre.


FLASHBACK

Mia madre quel giorno, sembrava più bella del solito, indossava un lungo vestito rosso con dei fiori bianchi, i suoi capelli neri e mossi come le onde, facevano risaltare ancor di più, i suoi occhi verde bosco. Lei era sempre stata molto solare, nonostante la nostra vita non ci avesse fatto sconti. in Brasile, eravamo solo io e lei. La sua famiglia l'aveva abbandonata quando aveva scoperto che aspettava me, da una relazione con un gringo.

<<Dai su Daniel preparati! Oggi ti farò conoscere una persona>> aveva esclamato felice. Non l'avevo mai vista così!

Mi aveva fatto indossare i vestiti più belli che avevo e avevamo preparato dei Brigadeiros, dei dolcetti al cioccolato, tipici della nostra terra.

<<Non mangiarli tutti adesso, tra poco arriverà>> mi aveva detto, allontanandomi il piatto dalle mani.

Avevamo aspettato per tutto il pomeriggio, poi ad un certo punto l'avevo sentita piangere. Non glielo avevo mai visto fare. Nella stessa giornata, per la prima volta, era stata veramente felice e triste.

Quella persona non l'ho mai conosciuta.

SOPHIE

È sabato, ammetto di aver fatto il conto alla rovescia, sono davanti al mio armadio e sto cercando di capire cosa mettere stasera. Non ho idea di dove andremo, Mister so tutto io è imprevedibile e non so se indossare un vestito o dei pantaloni. Angy è ad un evento di lavoro e non voglio disturbarlo, ma tanto non è difficile immaginare la sua risposta: "OSA".
Sì, ha proprio ragione: osiamo!
Mi metto un vestito bellissimo non troppo scollato e degli stivali alti al ginocchio. Decido di farmi qualche onda nei capelli troppo lisci, un tocco leggero di trucco e sono pronta.

Finalmente è arrivato il momento di scendere, ma prima di farlo guardo fuori dalla finestra. Non è ancora arrivato. Strano mi aveva detto che lui odia arrivare in ritardo e i ritardatari. Magari avrà avuto un contrattempo di lavoro o un ritardo con l'aereo. Decido di scendere. Guardo la strada nella speranza di vedere la sua macchina bianca o di sentire il rombo della sua moto, ma niente. Si sarà dimenticato? Sembrava tenerci. Aspetto per più di un'ora e decido di rientrare in casa. Vorrei avere il suo numero. Faccio avanti in dietro dalla finestra per almeno un'altra ora. Poi capisco, ma chi voglio prendere in giro: lui non arriverà stasera.

Vado in camera mia e crollo. Sono sola, sento un vuoto aprirsi dentro di me e inizio a piangere. Perché ho questo potere di autodistruggermi! Senza forze mi abbandono nel letto. Vorrei che ci fosse qui al mio fianco, la mia mia migliore amica: Aurora.

FlASHBACK

La scuola era appena finita da una settimana, finalmente erano cominciate le vacanze estive e ci stavamo preparando per andare a ballare in un locale. Io e Aurora, chiuse in camera sua, avevano impiegato tutto il pomeriggio a provare e riprovare varie tipologie di abbinamenti per quella sera.
Alla fine, avevamo optato entrambe, per due vestitini neri molto simili con l'immancabile tacco 12. Per il trucco ci aveva pensato il nostro Angelo custode, così lo chiamavamo noi! Noi tre eravamo inseparabili.
Ci eravamo trovati subito, il primo giorno di scuola, me lo ricordo ancora. Angy e lei si conoscevano già, per un caso mi ero seduta vicino a loro: <<Che bello zaino!>, mi aveva detto lui e da lì non ci eravamo più separati. Sua mamma, dopo ore a truccarci, ci aveva accompagnato davanti alla discoteca.
Eravamo troppo felici!
Ballammo e bevemmo per tutto il tempo, non eravamo abituate e ci piaceva quella nuova sensazione. Poi iniziammo a ballare con dei ragazzi, sembravano simpatici ed erano molto carini, erano sicuramente più grandi di noi, che avevamo appena 17 anni.
La mia migliore amica si era allontanata con uno di loro, avevo deciso di seguirla, ma il ragazzo davanti a me mi disse di non preoccuparmi e di lasciarli andare e che tanto stavano andando a fumare solo una sigaretta. A lei non piaceva fumare.

Dopo più di un'ora, non avendola vista ritornare, l'avevo cercata ovunque, poi la trovai lì. Nel bagno, seduta in un angolo, aveva tutto il trucco colato e le calze rotte.

<<Che è successo?>> le avevo chiesto, avvicinandomi a lei.

<<Ti prego non dirlo a nessuno>> ed era scoppiata a piangere.





Credo che questo capitolo non abbia bisogno di altre parole.

Non so quante volte l'ho riletto.
Grazie a voi, che siete arrivati fino a qui!

WARMWhere stories live. Discover now