Capitolo 13: "Il ragazzo di spalle"

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DANIEL

Tornato a casa, la prima cosa che faccio è farmi una doccia calda. Non mi piace arrivare in ritardo. Mi guardo allo specchio e poi capisco. Lei è così innocente! Una come lei non merita di stare con una persona sporca come me. Devo lasciarla andare adesso o sarà troppo tardi. Io non cambierò mai. Dall'angolo bar, prendo una bottiglia di bourbon, verso il liquido scuro in un bicchiere senza ghiaccio e inizio a bere. Sento bruciare prima la gola e subito dopo lo stomaco, non bevo quasi mai, ma quando inizio a farlo non mi fermo tanto facilmente.

Guardo l'ora, è quasi l'una, inizio a sentirmi in colpa, che mi sta succedendo?! Penso al suo abbraccio inaspettato sulla montagnetta, alla sua mano che mi accarezzava con cura le mie ferite, al suo sguardo davanti ai cigni neri, alle sue braccia che mi stringevano forte sulla moto, penso a lei. Non riesco a togliermela dalla testa.
Cosa voglio da Sophie?
Io so sempre tutto, ma a questa domanda non so rispondere. Non voglio rispondere.
Continuo a bere, fin quando sono assuefatto completamente dall'alcol che mi brucia dentro, che mi fa dimenticare tutto, tranne il suo volto. Neanche il whisky riesce a farmi dimenticare lei.

SOPHIE

In piena notte, mi sveglio di soprassalto, dallo squillo del citofono. Guardo il telefono, sono le 4 di notte. Mi sono dimenticata di rispondere ad Angy e sicuramente sarà lui che si sarà talmente preoccupato, che avrà deciso di vedere come sto. Sono una pessima amica. Il citofono continua a squillare e se continua così, sveglierà tutti i vicini.

<<Angy, scusa lo so che dovevo risponderti, ma non ti preoccupare sto bene>> dico a bassa voce. Non percepisco nessun suono dall'altra parte, come se non ci fosse nessuno.

Poi, sento la sua voce: <<Sono Daniel.>>
Cazzo no!
Cerco di sistemarmi il più possibile, ma tanto è inutile, i miei occhi sono troppo gonfi per farmi vedere in questo stato.
Non riesco neanche a rispondergli. Ho pianto così tanto che adesso, non ho neanche più la forza di parlare.

<<Lo so che è tardi, non ti chiederei mai di salire, ma almeno scendi. Ti devo spiegare>> la sua voce mi sembra strana. Non è il solito Daniel. Credo proprio abbia bevuto o qualcosa del genere.

Adesso che faccio?!
<<Daniel non scenderò, quindi puoi anche andartene!>> esclamo arrabbiata. Non voglio sentire nient'altro. Sono distrutta!

<<Sophie ho avuto dei problemi, ma l'importante è che sono qui adesso, perché non capisci! Dai scendi, non me ne andrò di qui>> insiste.

Gli chiudo il citofono in faccia. Non ha capito con chi ha a che fare! Il citofono continua a suonare. L'avrei detto che è anche orgoglioso e testardo! Non mi sorprende.

<<Non insistere ti prego!>> gli urlo sempre più nervosa.

<<Se non vuoi scendere, dammi almeno la possibilità di spiegarti, tanto non me ne andrò via>> continua ad insistere.

<<Daniel vattene! Perché non capisci! Non mi importa più!>> sento le lacrime calde, scendermi sulle mie guance.

<<Sophie perché vuoi scappare sempre via da tutto?>> mi domanda colpendomi in pieno petto. Ancora e ancora.
Mi vuole solo sfidare. Non devo stare al suo gioco!

<<Io scappo solo dalle persone come te!>> gli sputo queste parole senza pensare alle conseguenze.

<<Su questo non posso darti torto, ma voglio farmi perdonare.>>

<<Puoi stare tranquillo, tanto non ce n'è più bisogno, non voglio più vederti>> taglio corto.

<<Allora ti passo a prendere oggi alle 18, capirò se non scenderai. Però, sappi che io sarò qui ad aspettarti>> queste parole dette da lui, suonano così sensuali.

Non mi lascia neanche il tempo di rispondere, che sento la sua macchina sgommare via.
Che cosa faccio adesso?
Forse non dovrei essere così dura con lui, alla fine non è colpa sua, se non ha potuto avvertirmi. Poi è venuto qui, a quest'ora della notte per parlarmi. Inizio, come al solito, a tormentarmi di domande, ora che ho la mente più lucida.

Non ho più sonno e inizio a rispondere a qualche messaggio di Angy, ma poi, faccio qualcosa di inaspettato: inizio a disegnare. Non lo facevo da tantissimo tempo, non ricordo neanche più quando è stata l'ultima volta che l'avevo fatto. Da quando ho incontrato Daniel, ho iniziato a fare cose che non facevo da anni. Ho iniziato a vivere di nuovo. Ma allora, perché continuo a scappare?!
Sono sempre stata brava a mettere il dito sulle mie stesse ferite, ma adesso non voglio più farlo. Mi metto le cuffiette e inizio ad ascoltare la musica. Dopo qualche ora, guardo il foglio bianco e nero davanti a me e solo ora mi rendo conto di quello che ho disegnato. Un ragazzo di spalle che sta andando via.

Daniel.

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