Capitolo 22: "Come un'oasi che sparisce nel deserto"

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Mi sembra quasi un miraggio, di scatto, mi fermo un attimo per vedere se è veramente lui, ma subito riprendo a ballare sensualmente.
Devo continuare non posso fermarmi. Lui è ancora lì che mi osserva, la sua faccia non lascia trapelare nessuna emozione, ma i suoi occhi mi hanno già detto tutto. Delusione.
Mi tolgo la maschera ed è come se lo stessi facendo anche metaforicamente. Continuo a muovermi. Lui è fermo nello stesso punto in cui l'ho visto, non muove un muscolo e continua a guardarmi. Sento alcuni uomini urlare il mio finto nome, Daniel non si gira verso di loro, continua ad osservarmi e dal suo labiale capisco che ha appena pronunciato il mio vero nome. Nessuno di noi due distoglie lo sguardo dall'altro, ma poi lo vedo allontanarsi e sparire dalla mia vista. Vorrei fermarlo ma non posso fare nulla.
Continuo a ballare per tutta la serata, ma sto andando a pezzi. Sto crollando, ma non posso smettere di muovermi. Avrei dovuto dirgli subito la verità, ma ormai è troppo tardi.

Finito di lavorare saluto le ragazze e senza togliermi il trucco dalla faccia, metto in moto il motorino e decido di non tornare a casa mia, ma di andare da Daniel. So in che quartiere abita e non dovrei avere difficoltà a trovare il grattacielo dove risiede, anche se sono negata ad orientarmi. Sono le 3 di notte passate, ma per le strade fortunatamente ci sono ancora alcune macchine che tornano dalla movida milanese.
Finalmente arrivo nel suo quartiere e riesco a raggiungere, con un po' di difficoltà, il suo grattacielo, mi accorgo che ci sono veramente tanti citofoni, ma il suo è uno degli unici con il nome e cognome singolo. Le lacrime stanno già facendo capolinea sul mio viso e sicuramente adesso, avrò tutto il trucco sbavato.
Provo a citofonare, ma nessuna risposta, sono le quattro passate dovrebbe essere a casa a quest'ora. Faccio altri tentativi, ma nessuna risposta. Daniel so che ci sei. Riprovo ancora, ma niente. Mi sembra di rivivere di nuovo, la sera in cui non si era presentato all'appuntamento, ma con l'unica differenza che questa volta sono io dall'altra parte che lo sta aspettando. Mentre sto per allontanarmi e ripartire, vedo l'interno della scala illuminarsi.
Decido di aspettare un attimo, poi lo vedo apparire davanti a me vestito con una tuta grigia e con il cappuccio alzato.

<<Daniel sei qui!>> gli urlo come se avessi appena visto un'oasi nel deserto e mi avvicino a lui, che con un gesto della mano, mi allontana via.

<<Sophie, io non scappo via, io i problemi gli affronto>> tuona freddo.

<<Daniel ti devo chiedere scusa, ti prego ascoltami...io ho avuto paura di dirti la verità, perché non volevo mi giudicassi per quello che faccio. Non potevo rovinare la serata, non era il momento giusto. Ma te l'avrei detto!>> gli dico cercando di trovare le parole giuste da dire.

<<Sophie o Jasmine come cazzo ti chiami! Io non ti avrei giudicato, ti ho dato l'opportunità di dirmi la verità più volte, ma hai continuato a prendermi in giro! Ora puoi anche andartene dalla mia vista, ti chiamo un taxi>> mi guarda schifato.

<<Aspetta non andare via, Daniel io...>> cerco di trattenere le lacrime.

<<Io cosa Sophie! Non voglio più perdere il mio tempo con te, pensavo fossi diversa>>.
Anche arrabbiato, è talmente bello da togliere il fiato!

<<Daniel ti prego, non andare via da me! Ho sbagliato a non dirti cosa faccio per mantenermi, ma non ne vado fiera e...>> non finisco la frase.
Sto piangendo, io ho bisogno di lui.

<<E perché lo fai allora!? Sai cosa...ho fatto bene a scoparmi quella hostess. Sophie ci si vede>> taglia corto.
Neanche il tempo di rispondergli, che rientra dentro, sbattendo la porta di vetro.

Sono sconvolta dalle sue parole, da tutto quello che sta succedendo, mi sento come se qualcuno mi avesse appena dato una pugnalata, sento una fitta al petto. Non sono nelle condizioni di fare niente. Sotto quell'edificio enorme, mi sento così piccola.
È tutta colpa mia. È sempre colpa mia!
Vedo le luci dell'ultimo piano illuminarsi, sono quelle dell'appartamento di Daniel.
Metto in moto il motorino e parto. Non voglio più pensare a niente, in questo momento voglio solo dormire e lasciarmi tutto alle spalle.

WARMWhere stories live. Discover now