Capitolo 16: "Ci sono io con te"

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DANIEL

Lei non sa a cosa mi riferisco.

<<Non ti preoccupare, ti ho già perdonato! Pensavo che non mi avresti mai chiesto scusa, ma mi devo ricredere>> mi sorride. Il suo viso è ancora caldo. I suoi occhi sono illuminati dalla luce della luna.

Non so perché l'ho detto, ma quando sono vicino a lei, non penso più in modo razionale. Per una volta ho anche difficoltà a risponderle. Io che ho sempre una risposta a tutto e con tutti. Che mi succede!

<<Ti ricrederai su di me e su tante altre cose>> le sussurro ed in parte è la verità.

La stringo forte tra le mie braccia, come se avessi paura che qualcuno potesse portarmela via da un momento all'altro. Sulle mie labbra sento ancora il suo sapore, sono riuscito a controllarmi per questa volta. I suoi occhi sono così innocenti, mi fanno impazzire. Le accarezzo i suoi lunghi capelli morbidi, lei me lo lascia fare e stranamente sembra a suo agio, è tranquilla finalmente. Mi guarda senza dire più nulla. Consapevolmente le sfioro il seno e lei si sposta di scatto, ma poi mi lascia continuare. Si addormenta tra le mie braccia.

Decido di portarla in macchina, perchè inizia a fare freddo e starà molto più comoda dentro.
Mentre sto per aprire la portiera gelida, si sveglia e mi guarda stranita: <<Sophie non ti preoccupare adesso torniamo a casa>>, ma lei mi ferma: <<No, ti prego non voglio tornare, dormiamo qui!>> mi sorprende la sua richiesta.

<<Sei ancora bagnata, ti devo portare a casa, tu continua a dormire>> riesco a convincerla.

Neanche il tempo di accendere il riscaldamento che si è addormentata. Mi sento in colpa per non averla fatta dormire la scorsa notte, sono un gran bastardo, ma non ci posso fare niente. La mia natura predomina sempre, tranne adesso.

Guido a tutta velocità per l'autostrada, non c'è nessuno e me ne fotto dei limiti di velocità. Con gli auricolari, sento la musica a tutto volume per tenermi sveglio, ho dormito poco ieri sera. Ogni tanto mi giro e la guardo dormire. Sembra avere freddo, povera piccola. Alzo il riscaldamento e la copro con la mia giacca, facendo attenzione a non svegliarla. È bella anche quando dorme.

Siamo quasi arrivati ed il sole sta per uscire dall'orizzonte, diffondendo la sua luce gradualmente. Lei continua a dormire, allungo la mano verso la sua guancia e quando la tocco mi accorgo che è calda. Spero solo che non si sia ammalata per colpa mia. Decido di portarla a casa mia, non voglio svegliarla. La prendo in braccio come se fosse una bambina. Sì, ha decisamente la febbre. Faccio attenzione a non svegliarla, per fortuna sembra dormire come un sasso.
La porto in camera mia, non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando si sveglierà, ma questa è stata una giusta causa. Le tolgo delicatamente i vestiti e le faccio indossare una mia felpa che uso quando mi alleno. Non posso non soffermarmi sul suo corpo. So che si arrabbierà e per questo, istintivamente, distolgo il mio sguardo dalle sue gambe. La rispetto troppo, ma l'ho capito solo ieri.

Si sveglia: <<Daniel non mi sento tanto bene>> mi dice flebile, mentre si tocca la fronte calda.

<<Lo so adesso stai tranquilla, riposati.>>
Si guarda in torno: <<Dove siamo?>> sembra spaesata.

<<A casa mia, adesso ti lascio qui e vado a dormire sul divano, se hai bisogno puoi chiamarmi quando vuoi>> la rassicuro.
Ma lei mi ferma: <<Non lasciarmi qui sola. Dormi con me.>>

Le sue parole mi sorprendono completamente. Non mi lascio pregare. Mi sdraio sul letto con lei cercando di non fare strani pensieri. 
<<Grazie>> sussurra e appoggia la sua testa sull'incavo del mio collo e ci addormentiamo.

WARMWhere stories live. Discover now