Capitolo 7: "Scheletri nell'armadio"

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Mi sveglio di soprassalto, nonostante avessi puntato la sveglia più tardi. Anche questa notte ho fatto lo stesso sogno degli angeli bianchi, mi chiedo cosa vogliono da me quei maledetti esseri. Perché mi rincorrono senza darmi una tregua? Forse dovrei rivolgermi a qualche interprete di sogni!
Inizio a credere a queste cose, anche se non è da me. Non è che sto impazzendo?
Forse dovrei rivolgermi veramente ad uno strizza cervelli.
Poi, il mio pensiero va immediatamente a Daniel; ho passato una serata bellissima, ma adesso mi trovo di nuovo al punto di partenza. Non so quando lo rivedrò e questo da una parte mi preoccupa, ma dall'altra mi affascina. Uno come lui può avere qualsiasi donna e se mi dovesse cercare di nuovo, magari è perché gli interesso. Sto iniziando a farmi troppi castelli, ma il vero problema è che lui non mi è per niente indifferente, mi piace e questo non sarebbe mai dovuto succedere. Io me ne devo andare via di qui.

Mi preparo velocemente, guardo fuori dalla finestra e il cielo, finalmente, è di un azzurro terso. Peccato che oggi non avrò tempo di godermi questa giornata, stasera devo andare anche a lavoro. Arrivata all'università, la lezione è già iniziata da un bel po', stamattina c'è storia dell'arte, una delle materie che più preferisco, mi siedo vicino a Bianca che mi guarda male, come tutti gli altri ragazzi, appena sono entrata. Tipico. Ogni volta che qualcuno arriva in ritardo, tutti all'unisono si girano, a parte i professori, ormai abituati, che continuano la loro lezione. Mi lascio ammaliare dalle opere d'arte che scorrono sulle slide, sotto i nostri occhi interessati.
Nella pausa pranzo, decido di chiamare Angy, starà morendo di curiosità!

<<Pronto...ciao So, finalmente ti sei fatta viva, stavo impazzendo!!>> esclama ad alta voce.

<<Ciao Angelo mio, non mi dire che anche tu hai bisogno di uno strizza cervelli?!>> gli domando prendendolo in giro.

<<Bhe, se fosse figo certooooo!!!>> mi risponde ridendo. È sempre il solito e per questo l'adoro!
<<Ma non cambiare discorso! Com'è andata ieri sera? Sappi che non basterà dirmi che è andata bene o cose del genere. Io voglio sapere tutti i dettagli>> mi dice impaziente.

<<È andata benissimo, magari domani pomeriggio possiamo vederci e ti racconto tutto, anche i dettagli.>>
Spero si accontenterà di questa risposta.

<<Per sabato, sono già lì da te, ma dimmi vi siete baciati? Dove ti ha portato? Com'eri vestita? Quando vi rivedrete?>> mi domanda, come al solito senza respirare.

Decido di raccontargli giusto qualcosa, altrimenti non mi lascerà più andare. Mi ha praticamente stordito un timpano.

<<Tesoro, ma quest'uomo è perfetto! Ti rendi conto dove ti ha portato...vorrei essere te in questo momento. Io starei già preparando i confetti per il matrimonio. E vi siete sentiti stamattina? Quando vi rivedrete?>> ci risiamo con l'interrogatorio.
Adesso cosa gli racconto, andrà su tutte le furie!

<<In realtà...Angy lo so può sembrare una pazzia, ma gli ho detto che...diciamo non possiamo più vederci. Però aspetta, non interrompermi, mi ha detto che non si arrenderà e che probabilmente ci rincontreremo. Sai come la penso su queste cose. Mi preoccupa anche il fatto che lui, se volesse, potrebbe avere il mondo e gli basterebbe solo un schiocco di dita. Se gli interesso mi cercherà, altrimenti meglio così>> gli dico, cercando di convincere più me stessa che lui.

<<Sophie amore mio, sei tu quella che ha bisogno di uno strizza cervelli! So quello che hai passato, ma anche tu meriti un po' di felicità, perché non lo capisci e ti lasci andare una volta per tutte! Però, se per te è stata la scelta giusta, va bene così, ma fidati ti verrà a cercare, sa dove trovarti e sarà bellissimo quel giorno! Adesso su il morale, ti ho portato un sacco di cose da Londra!>> è sempre così felice e nella mia mente, lo ringrazio per aver cambiato discorso.
Sono proprio fortunata ad avere un angelo custode in carne ed ossa accanto a me.

Anche le lezioni pomeridiane terminano e devo ammetterlo, per una volta, molto velocemente. Con lo studio sono anche abbastanza avanti e a metà aprile ci saranno i primi parziali, speriamo di superarli tutti. In metro, mi lascio trasportare dalla musica delle mie cuffie e penso ai suoi occhi, alle parole che mi ha detto, cercando di tirare fuori qualcos'altro in più. Vado nel parcheggio della palestra per riprendere il motorino e torno a casa. Una volta arrivata, essendo davvero stanca per la nottata appena passata, decido di sdraiarmi un po' sul divano prima di andare a lavoro. Mi addormento.
Quando mi sveglio, trovo un messaggio sul mio cellulare.

Angy: Cambia lavoro ti prego! Puoi fare tutto quello che vuoi

Me: Lo sai perché lo faccio!

Il mio migliore amico non accetterà mai il mio lavoro, ma in fondo io, non ci vedo nulla di male.
Sono quasi le 21, ceno e mi vesto velocemente, tanto mi preparerò una volta arrivata. Nonostante la bella giornata di oggi, questa sera fa più fresco rispetto a ieri, non so se è effettivamente così. Inizio a credere che il caldo che sentivo ieri sera, dipendesse da qualcos'altro, forse da Daniel. Ma che forse!
Ogni volta che mi è stato vicino, ho provato qualcosa di indescrivibile che scalda ogni centimetro della mia pelle fino ad arrivare nel più profondo.

Arrivata davanti al locale, saluto i buttafuori che mi fanno entrare subito e vado nei camerini a prepararmi. Appena entro trovo Jennifer, una mia collega, che si sta truccando. La osservo mentre si sta preparando, lei è veramente di una bellezza quasi eterea, in contrapposizione ai colori scuri, essendo di origine latina. Ha lunghi capelli neri liscissimi, labbra carnose e due grandi occhi neri quasi a mandorla. È più alta di me ed ha un corpo fantastico, curvo e tonico. Diciamo che, le poche volte che ci sono uscita, non è passata inosservata.

<<Ciao Sophie, è da due settimane che non ti vedo, come stai?>> mi chiede, guardandomi dallo specchio.

<<Ciao Jen, tutto bene, ma oggi sono più stanca del solito!>> ammetto, mentre cerco di truccarmi anche io.

<<Dai lascia fare a me, non imparerai mai a truccarti, vero?>> mi sorride e inizia a coccolarmi con il suo tocco delicato, mettendomi l'eye-liner e dell'ombretto scuro.

Una volta finito di truccarci, ci vestiamo, anche se non so se è proprio la parola giusta da usare e indossiamo le tante odiate scarpe.
<<Questi tacchi sono sempre più alti, ma com'è possibile?>> le dico scherzando. Lei sembra stare molto più a suo agio di me, io al contrario ogni volta, è come se fosse la prima.

<<Su andiamo, inizio prima io, poi entri tu va bene?>> mi chiede sorridendomi, facendo la sua entrata maestosa sul palco.
Annuisco.

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