Capitolo 31: "Combattente"

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DANIEL

Dopo averla lasciata, parto a tutta velocità, mancano solo due ore all'incontro e ho giusto il tempo di andare a casa mia a prepararmi. Sono stato benissimo questi due giorni con Sophie ed è l'unica che ha la capacità di non farmi pensare a tutti i miei fottuti problemi.
È stato bellissimo farlo con lei, l'ho avuta finalmente, ma so che questa volta non mi basterà solo questo. Ora non devo pensare a lei, devo essere concentrato per stasera, non posso permettermi di commettere errori. Si tratta di soldi e quando si tratta di soldi non si può sbagliare per nessun motivo al mondo.

Appena accendo le luci, mi rendo conto che è passata Anita, perché non è di certo così che avevo lasciato casa mia, adesso nulla è più fuori posto. Devo ricordarmi di ringraziarla, ha sempre troppa pazienza con me. Mi preparo e indosso una tuta che avevo lasciato da qualche parte e che adesso trovo pulita e piegata perfettamente nel mio armadio.
Sì, dovrò decisamente portarla fuori a cena.

Esco di casa in perfetto orario e prendo la moto per evitare il traffico che a quest'ora intasa sempre le strade di Milano. Non ho molta pazienza e devo essere al massimo per questa sera.
Quando arrivo al solito posto, parcheggio la moto e raggiungo il luogo dell'incontro che è un locale notturno, simile a un pub, ma dove dentro può succedere qualsiasi cosa. Da fuori si sente della musica alta, suono al citofono nascosto vicino alla porta del locale e un uomo vestito di nero, che non promette nulla di buono, riconoscendomi mi fa entrare subito. Le forze dell'ordine non devono sapere quello che accade qui dentro, perché non tutto quello che succede è legale.

Soprattutto quello che faccio io.

Non vado verso il locale, scendo giù dalle scale nascoste dentro un apparente ripostiglio, senza guardare nessuno.
Due ragazze completamente svestite, che non lasciano nulla all'immaginazione, mi guardano maliziose e mi invitano ad andare con loro. Le lascio perdere, per un attimo, penso alla mia piccola Sophie e non so il perché lo faccio, credo sia qualcosa di involontario, qualcosa di più forte di me, qualcosa che non posso controllare.
Di sfuggita, guardo il grande spiazzo che è in mezzo alla sala sotterranea, vedo già tutti gli spettatori ben vestiti che hanno fatto le loro scommesse e sono pronti per assistere all'incontro, molti di loro sono abbracciati a prostitute in intimo. Vado a prepararmi negli spogliatoi e sento già il vociare del pubblico che aumenta con il passare del tempo. Per queste persone le scommesse di questo tipo sono come una droga, non possono farne a meno.

Neanche io posso farne più a meno, ma decisamente per motivi diversi dai loro.

FLASHBACK

<<Daniel devi venire con noi, vedrai starai bene ci saranno tanti bambini della tua età con cui potrai giocare!>> mi aveva detto una signora sconosciuta.

<<No, voglio stare qui a casa mia, devo aspettare la mia mamma>> le avevo detto intimorito, nascosto sotto al tavolo della cucina.

Era da due giorni che la stavo aspettando, ma non era più tornata dopo la spesa. Non potevo andarmene, altrimenti al suo ritorno si sarebbe spaventata se non mi avesse trovato a casa.
Mi sentivo molto debole, non mangiavo da due giorni e quando la signora mi porse un pezzo di cioccolato, dopo un po', mi convinsi ed uscii dal mio nascondino. Altri due uomini, all'improvviso, mi presero e mi portarono via con loro.

<<Vedrai nel posto dove ti stiamo portando ci saranno tanti dolci>> mi aveva detto uno dei due uomini.

Non avevo creduto a niente di quello che mi avevano detto, ma avevo deciso comunque, di non fare storie, ero troppo debole. Avevo tanta fame!
Eravamo entrati in una macchina scura.
<<Dov'è la mia mamma?>> avevo pronunciato con tono flebile.

Nessuna risposta.
<<Dov'è la mia mamma, voglio vederla!>>, avevo iniziato ad urlare.

<<Tua mamma è morta, dimenticala!>> mi aveva risposto acida la signora di prima.

<<No, non è vero! Voglio tornare indietro>> avevo iniziato a dimenarmi.

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