Capitolo 40: "Salvami!"

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SOPHIE

Non può essere lui, è impossibile!

Appena i miei occhi si sono posati sui suoi, ho come avvertito una morsa al petto, il mio cuore ha come avuto un sussulto per il timore. L'ho visto una sola volta nella mia vita, ma mi è bastata per imprimere il suo volto nella mia memoria. Non potrò mai dimenticarmi di quella notte.
Lo guardo attraversare la piscina proprio davanti ai miei occhi, non vedo più nulla intorno a me, tutto sembra appannato, sono completamente focalizzata su di lui. Quando distolgo lo sguardo, vedo Daniel osservarmi preoccupato, Carlos e Jen, al contrario, continuano a parlare, non sembrano essersi accorti del mio cambio repentino. Ma so che a Daniel non è sfuggito.
Mi invento la scusa del bagno, che è sempre quella che funziona meglio e mi alzo immediatamente, anche Daniel stranamente sembra crederci.
Una volta lontana da loro, lo inseguo senza farmi notare e lo osservo mentre entra dentro con un'andatura sicura e svelta. Al mio passaggio, noto gli sguardi di alcuni presenti spogliarmi con gli occhi, ma non bado a loro, la mia testa pensa solo a quella dannata notte.
Lo scruto mentre si avvicina al bancone e ordina qualcosa da bere al barman.
È davanti a me, è di spalle, è il momento giusto.
Mi avvicino a lui, si gira immediatamente verso di me e mi guarda con lussuria.

<<Buonasera bellezza... posso offrirle qualcosa da bere?>> mi chiede squadrandomi con i suoi occhi chiari e freddi come il ghiaccio.
Non mi ha riconosciuto, sono passati più di quattro anni e sarebbe stato difficile il contrario, ma a quanto pare non ha perso il suo vizio di provarci con chiunque abbia un buco più del suo.

<<Buonasera...certo, molto gentile!>> esclamo sedendomi in uno sgabello vicino al suo. Adesso che è davanti a me, mi rendo conto che a parte i capelli più corti è rimasto lo stesso, bello fuori, ma un mostro dentro.

<<Cosa desidera?>> mi chiede gentilmente il ragazzo al banco.

<<Un calice di vino rosso, grazie>> rispondo sicura di me e accentuando ancora di più un tono sensuale.

<<Mi sembra di averla già vista da qualche parte. Una donna così bella non si può dimenticare. Qual è il suo nome?>> mi rivolge un sorriso ammiccante, ma ai miei occhi sgradevole.
Si sta rinfrescando la memoria a quanto pare!

<<Ecco a lei, prego>> mi dice il barman, porgendomi il calice di rosso.

<<Grazie>> e gli faccio un cenno di ringraziamento.

Prendo il mio vino con estrema delicatezza, ma poi con forza, lancio il contenuto rosso addosso a quel gran figlio di puttana.
Lo osservo imprecare a bassa voce, mentre il liquido vermiglio dal suo volto cola sulla camicia bianca, ormai lercia come lui.
Non a caso ho scelto il vino rosso.
Rosso come il sangue, lo stesso colore di cui lui si è macchiato, perché lui è macchiato di sangue.

<<Magari così ti rinfreschi le idee! Comunque mi chiamo Sophie e non credo che te lo dimenticherai questa volta!>> gli dico con tono aggressivo.
<<Adesso tutti possono vedere quanto sei sporco...dentro e fuori!>> gli urlo, come uno schiaffo in pieno viso.

Tutti, intorno a noi, ci stanno guardando, qualcuno lo sta perfino deridendo. So quanto sono importanti questi uomini, Daniel me l'ha spiegato e sicuramente, gli ho dato una bella lezione che non dimenticherà nessuno.

<<Maledetta....>>, non ha il tempo di finire la frase che arriva Daniel, che lo incenerisce con lo sguardo.

<<Maledetta cosa?>> gli chiede con un tono talmente freddo e duro, da far paura al diavolo in persona.

Il ragazzo non risponde e Daniel si rivolge a me: <<Andiamo>> e mi prende la mano.

Non so come, ma solo adesso realizzo tutto, solo adesso che tutta l'adrenalina che ho nel corpo mi ha abbandonato.

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