Capitolo 8: "Balliamo..."

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Guardo Jennifer che balla disinvolta, il suo corpo perfetto viene illuminato dalle luci intermittenti della sala, sotto gli occhi dei soliti spettatori che la guardano a bocca aperta. A volte penso proprio di odiarli gli uomini, soprattutto dopo quello che ci è successo.
Arrivato il mio turno, entro cercando di non guardare oltre me e inizio a ballare con Jen.
Mentre ballo, sento qualcuno che mi urla: <<Jasmine sei bellissima, ma vogliamo vedere di più!>>
Jasmine è, diciamo, il nome d'arte che ho deciso di usare per non farmi riconoscere. Significa  fiore di gelso e non so esattamente perché ho scelto proprio questo, so solo che mi ispirava molto.
Ballo quasi sempre con parrucche diverse, lo ammetto a volte, non vado proprio fiera di questo lavoro e ho paura che qualcuno possa riconoscermi, anche se con tutto questo trucco sarebbe un'impresa!
Non voglio essere giudicata, ma lo faccio solo come una via di fuga, dopo quello che mi è successo, dopo la morte della mia migliore amica. Nessuno capirebbe certe scelte, ma alla fine non faccio nulla di male e soprattutto qui, nessuno può sfiorarmi o avvicinarsi. Questa è la cosa più importante! Ballo e basta e quando lo faccio non penso più a nulla, lascio che la musica entri dentro di me, trasportandomi con la mia mente dove voglio, come in questo momento. Chiudo gli occhi. Non sento più nulla. Mi è sempre piaciuto ballare!

FLASHBACK

<<Sophie era da troppo che non venivo al mare, grazie>> aveva detto la mia migliore amica, togliendosi le scarpe e correndo verso la spiaggia.

<<Hai ragione!>> avevo urlato, raggiungendo anche io il mare. Avevo sentito il fresco della sabbia sotto i miei piedi e mi aveva fatto strano, era passato così tanto tempo dall'ultima volta. Era già notte, ma non vedevano l'ora di venire in spiaggia e non avremmo potuto resistere fino il giorno dopo.

<<L'acqua è ancora troppo fredda per fare il bagno, peccato!>> le avevo detto.

<<Dai So che ci importa, mettiamo un po' di musica, tanto non c'è nessuno.>>

Lei era totalmente pazza e trovava sempre il modo per farci divertire.

<<Sì, dai balliamo!>> le avevo detto felice.

Così iniziammo a ballare, sotto il cielo stellato e il suono delle onde del mare che, ininterrottamente, ci bagnavano i piedi che si muovevano al suono di quelle note.

FINE FLASHBACK

Era il suo compleanno e avevo deciso di portarla al mare per qualche giorno. Dopo il viaggio in treno, con ancora i bagagli, la prima cosa che decidemmo di fare, fu andare subito nella prima spiaggia che avevamo visto da lontano. Era così piena di vita. Era così giovane.

Ritorno alla realtà. Anche questa serata è finita. Ho cercato per tutto il tempo di non pensare a lui, ma ogni tanto, guardavo il pubblico sperando di incontrare i suoi occhi. Se mi vedesse qui, sicuramente non vorrebbe più avere a che fare con me. Mi vesto e impiego almeno una decina di minuti per togliermi tutto il trucco che ho in faccia. Per levarmi questi brillantini addosso, dovrò stare come minimo un'ora in doccia. Saluto Jennifer e torno a casa sul motorino freddo.

Il giorno dopo, mi sveglio tardi, anche stasera dovrò lavorare, da una parte meglio così almeno non penserò a lui tutto il tempo, ma dall'altra, vorrei poter passare tutto il giorno a casa senza fare niente. Mi metto subito sui libri, guardo le slide sul computer per recuperare le parti che non avevo seguito e inizio a studiare. Più tardi, sento lo squillo del citofono.
Non dirmi che è lui? No, non può essere!!

WARMWhere stories live. Discover now