IX

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Aprii lentamente gli occhi. Non ero nella mia stanza, mi trovavo in un luogo dove non ero mai stata: era una camera da letto, non troppo grande, ma molto accogliente. Mi ruotai a pancia in giù e salii sul braccio di Thor senza nemmeno accorgermi che fosse lì. Avevo un maledettissimo mal di testa, ma ricordavo chiaramente che Loki mi aveva fatto qualcosa, forse drogato, e poi ero come svenuta. Pizzicai la spalla nuda di Thor.

-Thor, svegliati.

Lo chiamai un paio di volte e finalmente aprì gli occhi. Fece uno scatto con il capo quando mi vide, sembrava spaventato.

-Aura, cosa...come ci sei arrivata qui?

La sua voce era profonda e impastata.

-Non ne ho idea.

Si alzò dal letto reggendosi lo stomaco, sfondò la porta del bagno e si svuotò del post-sbornia. Mi guardai un po' in giro aspettando che finisse, ma come aprii un cassetto del comodino trovai un tris di preservativi colorati e decisi di chiudere e iniziare a farmi gli affari miei. Uscì dal bagno e rotolò sul letto versandosi un bicchiere d'acqua sul volto non temendo di infradiciare la moquette o il piumone. Mi sedei a gambe incrociate posando il cuscino ancora caldo sopra le cosce. Si lamentò e si stropicciò gli occhi con i pugni.

-Quanto hai bevuto ieri?

Domandai in tono assertivo. Si girò verso di me.

-Cosa? Oh ehm...quindici birre? Non lo so, non sono molto forti, dovrei rubare dalle scorte di mio padre.

Lo guardai stringendo le labbra e allungando il collo. Sospirai profondamente.

-Sai cos'è successo ieri sera?

-Ricordo che...la tua amica, quella con gli occhi sproporzionatamente grandi ha aperto la cintura di Fandral con-

-Non ti ricordi di nient'altro?

Incrociai le braccia stringendo la mandibola. Finalmente capì che c'era qualcosa che non andava, quindi si incupì e si mosse a gattoni fino a me.

-Amore mio, cos'è successo di tanto grave? Perché sembri così arrabbiata con me?

Gli tirai una manata sul naso, e poi un calcio con la pianta del piede in pieno petto.

-Hai baciato Sif ignorandomi completamente, e hai anche detto che vi sareste sposati subito.

Aprì leggermente la bocca e fece una faccia addoloratissima.

-Cosa?

Domandò con un filo di voce.

-Va bene, eri ubriaco e magari non eri in te, ma lo hai fatto. Puoi chiedere a chi ti pare, Fandral, Gunnhild, Ingrid, Hogun, Loki!

Thor abbassò la testa.

-Devo smettere di bere. Devo smettere.

Scandì. Mi alzai dal letto e diedi le spalle a Thor. Ero molto delusa dal suo comportamento.

-Ti prego, prova a perdonarmi...non ero in me, io-io non lo avrei mai fatto se fossi stato cosciente delle mie azioni.

Mi voltai verso di lui. Teneva il capo chino e gli occhi chiusi, si era messo seduto con le mani strette tra loro e una smorfia di dolore sulle labbra. Esitai un attimo, ma poi salii sulle sue gambe come era mio solito fare, con molta lentezza, come se non volessi che Thor se ne accorgesse. Cercai di guardarlo negli occhi, ma lui continuava a rifiutare il contatto visivo. Presi il suo volto con le mie mani e lo obbligai a guardarmi. I suoi occhi erano stupendi nonostante il leggero rossore.

-Tu dovresti controllarti.

Sussurrai. Lo spinsi con la mia esile figura verso il materasso, costringendolo a stendersi completamente. Eravamo uno sopra all'altro, la mia pancia schiacciava la sua, le mie gambe erano tra le sue, il mio seno premeva sul suo petto largo e forte. Mi abbracciò la parte bassa della schiena stringendomi al suo corpo. Lo guardai negli occhi molto intensamente.

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora