LXXIV

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-Sei pronta?
Annuii. Loki era esageratamente agitato anche se dovevo semplicemente tornare momentaneamente a Midgard. Eravamo nel Bifrost e Skurge era con noi: sapeva dell'inganno di Loki, quindi potevamo essere noi stessi. Mi avvicinai a Loki e lo baciai tenendo una mano sul suo petto.
-Mi mancherai, amore mio.
Sussurrai sulle sue labbra. Mi strinse una chiappa e scese vicino al mio orecchio.
-Non finire a letto con Rogers...
-Se continuerai a rifiutarmi, aspettati che prima o poi succederà.
-Sai perché non voglio giacere con te.
Mi sfiorò la pancia.
-Continui a trovare problemi che non sussistono...lui sta bene, io sto bene e ho bisogno di qualcosa in più rispetto alle tue dita o alla tua lingua.
-Non ti piacciono?
Sorrisi e lo baciai. Mi avvicinai a Skurge.
-Questa volta fa' di portarmi dove devo andare: se arrivo in un altro bagno di un ristorante chiederò a Loki ti farti licenziare.
Impugnò la spada dall'elsa e fece un sorriso leggermente spaventato.
-Ai tuoi ordini, mia signora.
Guardai Loki per un'ultima volta e lo salutai con la mano mentre fui avvolta dal Bifrost. Arrivai su Midgard ed era notte: mi trovai in un prato in mezzo al nulla.
-Maledetto Skurge.
Lo dannai. Mi guardai in giro e vidi una casa in lontananza e decisi di andare a chiedere informazioni. Arrivai fino al porticato di legno e bussai alla porta. Mi aprì una bambina con gli occhioni marroni.
-Ciao, piccola, sai dirmi se i tuoi genitori sono a casa?
Subito arrivò una donna che preoccupata prese le spalle di sua figlia.
-C'è qualche problema?
-Sì, scusa l'ora, ma sto cercando la base degli Avengers, è lontana da qui?
Da dentro la casa arrivò una voce familiare.
-Amore, chi è alla porta?
-Una ragazza, Clint; chiede indicazioni per l'Avengers Tower.
L'uomo arrivò e si affacciò. Ci guardammo qualche secondo prima di realizzare. Il suo volto si plasmò in un sorriso.
-Non ci credo...sei tornata.
-Avrei mai potuto abbandonarvi?
Uscì e mi abbracciò.
-Forza, vieni dentro...
Mi prese per mano e mi fece entrare.
-Clint, chi è?
Chiese la donna mentre ci seguiva assieme a sua figlia.
-Un'amica!
Rispose lui. Arrivammo in un salotto, ma prima di rivelarmi, mi nascose dalla vista altrui.
-Ehi, ragazzi...ho una sorpresa per voi.
Annunciò Clint.
-Sì, tua moglie è incinta, lo sappiamo benissimo.
Disse Stark senza entusiasmo. Mi girai e guardai il pancione della donna, poi sfiorai la mia ancora piatta. Clint si girò verso di me e mi fece cenno di avvicinarmi. Mi affacciai imbarazzata e vidi gli Avengers seduti in parti diverse della casa. Natasha si alzò in piedi e ci corremmo in contro. Mi strinse a lei.
-Oh! Mi sei mancata, Aura...amica mia...pensavo non ti saresti mai più fatta rivedere!
Sciolse l'abbraccio e mi guardò sorridente.
-Sono scesa per un rapido saluto.
Nat si spostò e vidi Steve arrivare dietro di lei. Arrossii.
-Oh-oh, qui non si mette bene...
Disse Stark a bassa voce. Presi il viso di Steve tra le mani mentre gli occhi mi prudevano per l'emozione. Era così dannatamente bello che a stento riuscii a fare appello alla mia fedeltà. Gli saltai in braccio e lui mi trattenne con tutta la forza possibile.
-Mi sei mancata...
-Sshh...
Accarezzai la sua nuca più volte. Lentamente mi posò con i piedi per terra, poi mi allontanai leggermente. Bruce mi salutò con una mano guardandomi di sbieco per l'imbarazzo e decisi di rispettare la sua privacy.
-Quanto rimarrai qui, Aura?
Chiese Natasha.
-Purtroppo devo tornare ad Asgard in serata...ma come mai vi trovate tutti in questa dolce dimora? Pausa per ricalibrare?
-Esattamente...ci serviva uno stacco da robot pazzi e i gemelli posseduti.
Spiegò Tony bevendo da una cannuccia rosa tutta curve.
-Ci sono stati altri attacchi?
Domandai preoccupata. Natasha annuì.
-E questa volta non ci sono andati piano...
Mormorò. Sembrava turbata e bisognosa di un abbraccio. La strinsi di nuovo a me, poi mi accomodai vicino Bruce. Notai però l'assenza di una persona importante.
-Thor?
-Pensavamo fosse ad Asgard.
Rispose Steve.
-Se ci fosse, si starebbe nascondendo molto bene...vi assicuro che non è ad Asgard. L'ultima volta che lo avete visto?
-Ieri, e stava bene.
Disse Bruce. Sorrisi.
-Bene...speravo di incontrarlo almeno qui, ma so di non dovermi preoccupare.
-Come va lo spazio?
Chiese Natasha. Incrociai le braccia.
-Lo spazio sta bene, ma è stato un periodo piuttosto pesante.
-Scusami, anche tu sei di Asgard?
Domandò la moglie di Clint e non riuscii a non guardare il suo pancione.
-Sì, sono amica di Thor. Piacere, Aura, figlia di Freya e Apollo.
Sorrisi e le strinsi la mano. Sembrava stralunata.
-Freya e...Apollo? Questa è nuova.
-Be', agli déi piace divertirsi anche se è proibito. Posso chiederti di quanto...
Indicai la sua pancia, lei si accarezzò.
-Otto mesi, sarà un maschietto.
-Come fai a saperlo? Hai delle abilità magiche che riescono a predire il sesso del nascituro?
Arricciò leggermente il naso.
-No, si chiama ecografia, non l'avete su Asgard?
Scossi il capo.
-Ad Asgard abbiamo la magia, ma in realtà siamo dei primitivi.
Clint si alzò in piedi.
-Vogliamo fare a cambio? Un po' di magia mi farebbe comodo...qualcuno vuole una birra? Aura, vino?
Sollevai una mano e scossi il capo.
-Sto bene così.
-Io, una birra, grazie.
Chiese Natasha.
-Una anche per me.
Disse Steve guardandomi. Approfittai del momento.
-Ti va di...parlare?
Proposi.
-Sì, parlate piano, ci sono dei bambini in questa casa.
Disse Stark continuando a succhiare dall'ambigua cannuccia. Clint tornò e diede la birra a Steve.
-Sì, parlate piano e non sporcate le lenzuola...
Commentò a bassa voce. Steve si alzò e andò verso la porta di uscita, quindi lo seguii. Rimanemmo sul porticato alla luce debole di una lanterna. Mi avvicinai a lui.
-Come stai, Aura?
-Potrebbe andare meglio...ti vedo più serio del solito, tutto bene?
Irrigidì le mascelle e guardò da un'altra parte portandosi la birra alle labbra.
-Non so più di chi fidarmi. I miei amici mi nascondono cose...prima Stark e Bruce con l'armatura a protezione del mondo, poi la famiglia di Barton. Non ha senso essere una squadra se si hanno dei segreti.
Accarezzai la sua schiena e posai il capo sulla sua spalla.
-Non sapevi dei figli di Clint?
-No, nessuno lo sapeva tranne Natasha.
-Forse...lo ha fatto per tenere al sicuro la sua famiglia...
Mi toccai la pancia e pensai a Magnus.
-Al sicuro da me?
-Le notizie trapelano, Steve.
Bevve ancora.
-Vorrei solo più correttezza da parte di tutti.
Lo guardai e gli lasciai un bacio sulla sua guancia. Mi bruciava il petto per quante cose mi tenevo dentro, non ne potevo più di nascondergli la verità.
-Steve.
Mi guardò e posò la bottiglia.
-Ti ascolto.
-Steve, io...mi odierai, ma devo dirtelo o mi sentirei ancora peggio. Thor mi ha detto di non parlarne con nessuno, ma mi sento in dovere di dirtelo.
Chiusi gli occhi.
-Aura, non temere: qualsiasi cosa mi dirai, io apprezzerò il gesto.
Sorrise dolcemente.
-Steve, io ho...un figlio.
Dissi esitando più volte. Lo guardai e vidi lo sconcerto sul suo viso.
-Un figlio?
Annuii. Guardò verso l'alto e bevve dalla bottiglia.
-Non ci posso credere...devi dirmi altro?
Ormai gli avevo spezzato il cuore, quindi potevo dirgli qualsiasi cosa.
-È di Thor.
Mi guardò e si posò le mani sui fianchi.
-Sì, lo avevo capito...
Sembrava più dispiaciuto che arrabbiato.
-E...aspetto un bambino.
Mi cucii subito la bocca. Iniziò a respirare pesantemente.
-Quindi...quando mi hai detto che temevi di essere incinta...non era solo un'impressione. È-è nostro?
Tirai le labbra all'interno della bocca e abbassai gli occhi.
-Non sei tu il padre.
Rimase in silenzio.
-È di nuovo Thor?
Chiese in un sussurro. Scossi il capo.
-Non...non lo conosci.
Indugiò un attimo, poi si avvicinò e mi abbracciò. Rimasi sorpresa da quell'atto, ma poi ricambiai.
-Grazie per avermi detto la verità, Aura. Io devo dirti che mi sono innamorato di te dal primo momento che ti ho vista. È una mia caratteristica questa.
-Cupido è dalla tua parte.
-Probabilmente no...ogni volta che mi innamoro, tutto va a finire nel peggiore dei modi.
Lo guardai e accarezzai il suo viso.
-Il padre del bambino che porto in grembo è speciale per me. Io mi stavo invaghendo di te quando...stavamo insieme, ma nella mia mente vagava sempre il nome di quell'uomo. Se non fossi dovuta tornare ad Asgard per cause di forza maggiore, sarei caduta ai tuoi piedi.
-Ti ho detto che avresti dovuto fare quelle benedette analisi dal medico, magari saresti dovuta rimanere.
Ci guardammo e sorridemmo. Alzai gli occhi sulle stelle e sospirai.
-Devo andare...
-Così presto?
Annuii.
-Posso darti un bacio di addio?
Domandai in imbarazzo. Si avvicinò a me, portai le braccia al suo collo e lo baciai, poi mi allontanai leggermente. Mi asciugai le lacrime e sorrisi guardando il suo pacco.
-Usalo bene...potresti far impazzire tante donne.
Rise e bevve.
-Salutami Nat...e Bruce, Clint e Tony...
Mi strinse a sé.
-Lo farò, Aura.
Lo baciai sulla guancia e scesi dal porticato. Lo salutai con una mano continuando a piangere, poi chiamai Skurge e fui investita dal Ponte dell'Arcobaleno. Arrivai nel Bifrost e mi guardai attorno.
-Loki?
Domandai. Il Guardiano sollevò le spalle, ma non mi preoccupai troppo credendo volesse farmi una sorpresa. Tornai a piedi a palazzo e, una volta arrivata, l'istinto mi disse di andare a controllare se Loki avesse deciso di dormire nella stanza del Re, ma mi pentii subito: appena aprii lentamente la porta fui colta dall'orrore vedendo Loki dormire sul suo letto in compagnia di tre donne nude. Persi un battito. Uscii subito dalla stanza e rimasi in corridoio a piangere e respirare. Stavo male: perché Loki diceva di amarmi? Perché era felice di avere un figlio con me? Perché mi aveva tradito lo stesso giorno in cui me n'ero andata? Tirai un pugno al muro e il marmo si crepò. Evocai i miei poteri; mi trovai con due sfere fiammanti in mano e guardavo la porta di legno con il cuore che mi trottava in petto, ma non avrebbe avuto senso bruciarla. Ritirai i miei poteri e decisi di ripagare Loki con la sua stessa moneta.
  
Andai verso la mia camera e lì davanti trovai uno dei gemelli. Mi sorrise e capii che si trattava di Kristian. Il suo buonumore scemò quando mi vide irritata.
-Ehi, è successo qualcosa?
Lo presi per mano e lo feci entrare nella mia stanza. Lasciò cadere la sua arma quando gli tolsi l'elmo. Aprii la sua corazza e lo spinsi sul mio letto. Mi spogliai e lui si tolse la maglia.
-Hai litigato con il tuo uomo?
-Non c'è mai stato un uomo.
Salii su di lui, aprii i suoi pantaloni e lo inserii al mio interno scendendo su di esso. Ansimai.
-Pare che questa caratteristica sia di famiglia...
Apprezzai il suo membro e iniziai a muovermi. Mi strinse le mani sui fianchi e mi guardò negli occhi.
-Kristian...
Gemei mentre continuavo a cavalcarlo. Presi il suo viso e lo baciai allontanando il pensiero di Loki. Arrivai sull'orlo delle lacrime sia per il piacere che per la tristezza. Mi prese e mi schiacciò sul materasso a pancia in giù, e per un attimo mi parve di essere toccata da Ragnar. Scoppiai a piangere dopo aver raggiunto l'orgasmo.
-Aura...
Si stese al mio fianco.
-Perché piangi? Ti ho fatto male?
Scossi il capo e salii su di lui. Lo feci entrare di nuovo, contrai la mia cavità e lo indussi a venire con il bacio di Singapore. Gemette a voce alta e si aggrappò ai miei glutei. Iniziò ad ansimare.
-Cosa...come hai fatto a farmi provare quella sensazione? Era come se...
Era ancora duro, quindi lo feci di nuovo e questa volta ci mise poco di più. Posai la testa sul suo petto lasciandolo dentro di me e ricominciai a piangere silenziosamente. Mi accarezzò la schiena con due dita.
-Aura, spiegami cosa succede...
Quel piccolo atto di compassione mi legò un nodo alla gola.
-L'uomo che credevo mi amasse...mi ha tradita...
Guardai Kristian e mi asciugò le lacrime con le dita. Mi sedei compostamente su di lui e lo baciai.
-Porta anche tuo fratello, domani...
-Non credo lo farò.
-Ancora non vi parlate?
Scosse il capo, poi mi fece scendere da lui e allo stesso tempo si sfilò da me. Mi guardò e accarezzò la mia pancia.
-Bene...adesso potresti aspettare un bambino da me.
Scossi il capo.
-Aspetto già un bambino, e non è tuo.
Alzò capo e busto e mi guardò spaventato.
-Perché non lo sapevo?
-Perché nessuno ti ha informato...non ti preoccupare, non ti mangia.
Abbassò gli occhi. Sembrava preoccupato. Mi avvicinai e accarezzai i suoi addominali.
-Non ti dovrai prendere cura di lui: ho allevato Magnus da sola e penso mi sia riuscito molto bene; se ci fosse una persona ad aiutarmi, sarebbe solo d'impiccio. Credevo che quell'uomo mi amasse e tenesse al nostro bambino, ma...mi sono illusa e non mi stupisco: è pur sempre il dio dell'Inganno.
-Pensavo che Loki fosse morto...
Mi pentii per non aver tenuto a freno la lingua.
-Loki è morto, ma sembra che si sia trasfigurato nell'uomo che amo...o che amavo...
Mi sfiorò il seno.
-Prova a non pensarci.
Lo guardai e accarezzai la sua barba rossa.
-Tu dovresti farmelo dimenticare...
Mi baciò sulle labbra e sentii il pianto irrompere di nuovo.

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora