XXXIX

535 24 2
                                    

Era mattina e mi trovavo al primo piano del palazzo, in una sala conosciuta in tutti i Nove Regni per essere la più inutile e ingombrante mai esistita: era vuota, ma ad ogni due metri sorgeva una colonna. Si diceva che quelle colonne rappresentavano il numero di stelle che illuminavano ogni notte il cielo di Asgard, ma io onestamente non ci credevo: Odino aveva il gusto dell'imponenza, quindi fece costruire un'intera sala retta da pilastri imponenti, i quali probabilmente non avevano alcuna valenza architettonica. Agli Elfi oscuri questo primato del "salone con più colonne mai costruito" non piaceva, quindi pensarono bene di sventrare per metà quel luogo parcheggiandoci la loro mostruosa nave spaziale. Era stata sorvegliata, e niente di vivo era rimasto al suo interno, ma sarebbe stato un rischio spostarla da lì dato che, sempre secondo Odino, alcune delle colonne portanti del palazzo erano state danneggiate e avevano trovato la loro stabilità posandosi sul tetto della nave. Ripeto che, secondo la mia umile opinione, quei pilastri erano inutili e la loro presenza era solo pura decorazione, ma ad Odino piaceva far credere. 

-Non dovresti essere qui. 

Mi rimproverò Ragnar. Era di turno di guardia alla nave spaziale degli elfi, e io avevo deciso di essere lì solo per fargli compagnia. Con noi c'era un'altra guardia, quindi dovevo comportarmi bene e far passare Ragnar come un capo professionale. 

-Lo so, ma vorrei studiare la struttura di questa nave...è interessante la sua aerodinamicità, fende l'aria con la cresta davanti. 

Ragnar sorrise e si girò di spalle. Non gli donava quell'elmo con le strane corna a doppia mezzaluna perché non potevo guardare il suo bellissimo viso per intero. Decisi di lasciarlo un po' in pace. Saltellai delicatamente verso l'altra guardia che sembrava essere molto giovane, forse un apprendista. 

-Come ti chiami? 

Domandai. Lui sorrise. 

-Pjotil, figlio di Tør.

-Non ci credo, sei il fratello di Gunnhild? 

Annuì. 

-Come sta? Vorrei venirla a trovare se è possibile. 

Ero così sorpresa, non avevo pensato alle mie vecchie amiche e ancora non le avevo nemmeno incontrate. 

-Se vuoi, finito il turno posso portar-

-Pjotil, se vuoi diventare una guardia reale devi mantenere il silenzio e parlare il meno possibile. 

Borbottò Ragnar. Il ragazzo abbassò il capo e anche lui si girò di schiena. Misi il broncio e iniziai a camminare e girare attorno a Ragnare, ma riusciva perfettamente ad ignorarmi. Decisi di avvicinarmi ad una colonna e iniziare a spogliarmi. Ragnar non poteva più far finta di niente, i suoi occhi furiosi erano fuori dalle orbite e aveva iniziato a stringere la mano attorno la sua arma. "Smettila immediatamente o dovrò fare rapporto" lessi dalle sue labbra. Iniziai a strusciarmi contro la colonna al mio fianco, al che fece uno scatto silenzioso verso di me, mi nascose dietro la nave, mi spinse contro uno dei portelloni e mi sollevò la gonna pizzicandomi i glutei. 

-Vuoi smetterla? 

-In realtà, voglio iniziare. Sappi che questo è molto poco professionale, farò rapporto ad Odino e...

Si spinse dentro di me e non riuscii a finire la frase. Era veloce per limitare qualsiasi suono potessimo produrre e io facevo di tutto per non gemere. Quando venne, mi ressi alla parete della nave spaziale e chiusi le ginocchia in preda al picco di piacere. Fu una botta rapida, ma intensa per entrambi. Mi voltai e sistemai il mio abito, mi prese per le guance e mi baciò. Gli tolsi l'elmo mentre mordeva le mie labbra e giocava con la mia lingua. Si allontanò. 

-Come ti sei permessa? Restituiscimi immediatamente il simbolo del mio ordine!

Gridò minaccioso, ma il suo volto era divertito. Capii di dovergli reggere il gioco. Scappai via con l'elmo tra le mani. 

La Regina degli déiOnde histórias criam vida. Descubra agora