XXVIII

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Uno degli animali si fermò e lanciò una specie di latrato lungo e stridulo, poi scappò via. L'altro continuò a caricare la cupola di magia, ma anche questo si lamentò e si dileguò seguendo il primo. Qualcuno si avvicinò oltre lo scudo e riconobbi Ragnar. Tra le mani reggeva una lunga lama che brillava di rosso, e dietro di lui vidi suo padre brandire la stessa arma. La ferita al ginocchio era già rimarginata e provai ad alzarmi in piedi, ma caddi tanto le mie gambe erano deboli e Loki mi prese tra le sue braccia.

-State bene?

Domandò il padre. Annuii. Frigga arrivò correndo.

-Loki! Aura! Come state? Siete feriti?

Era agitata ed ebbi un flash di me sul pavimento con le vesti sporche di sangue e Frigga che correva a darmi soccorso. Fu orribile. Loki mi posò lentamente sul terreno e andò da sua madre.

-Non temere, siamo salvi.

Fece il duro, ma sapevo che se non ci fosse stato il muro di magia a separarli, si sarebbero abbracciati. Si voltò verso di me e si mise in ginocchio. Era pallido di paura per quello che avevamo rischiato.

-Riesci ad alzarti?

Posai le mani sulle sue spalle e aiutò a mettermi in piedi.

-Non avevo mai corso così tanto in tutta la mia vita...

Ansimai cercando di calmarmi. Loki sorrise, poi si guardò intorno.

-Come usciamo da qui?

Domandò.

-Non sei stato tu a creare questa cupola?

Scosse il capo. Sentii le forze abbandonarmi.

-Oh...perfetto...

Loki andò verso Ragnar e il padre.

-Aiutateci, scavate un tunnel che possa raggiungerci, usciremo da lì.

Dopo mezz'ora, e anche con l'aiuto di Heimdall, riuscirono tutti e tre a scavare nel terreno e ad aprire un varco sotto la cupola abbastanza grande da farci passare. Mi rannicchiai e mi infilai nella fessura sporcandomi i capelli e l'abito. Riuscii ad uscire definitivamente dal buco quando qualcuno prese la mia mano e con forza mi sollevò. Come uscii e mi ressi in piedi, le gambe mi cedettero di nuovo e Ragnar mi strinse tra le muscolose braccia evitando che tornassi nel fossato. Lo guardai ed era molto vicino a me, potevo sentire l'odore del suo sudore e scorgere dettagli del suo viso che non avevo notato in precedenza, tra cui le tenere fossette del suo sorriso e le ciglia lunghe e folte. Loki dietro di me riemerse e andò ad abbracciare sua madre.

-Grazie, Ragnar.

Gli lasciai un bacio sulla guancia, poi guardai suo padre.

-Grazie anche a te...?

Non sapevo ancora il suo nome.

-Mia Signora, io sono Gunnar, figlio di Gunnar.

Allungai la mano verso di lui e me la strinse. Guardai Ragnar che continuava a reggermi al suo corpo.

-Lasciala, sudicio, sono io che faccio le veci di mio fratello.  

Il ragazzo mi lasciò e Loki subentrò a sostenermi. 

-Heimdall, raggiungi Odino e digli che deve immediatamente abbandonare la missione e tornare ad Asgard. Dobbiamo parlare di quanto è successo, non possiamo più stare tranquilli. 

Ordinò Frigga e Heimdall corse via. La donna inspirò e sentii le mani di Loki stringermi i fianchi. 

-Grazie per l'aiuto. I vostri nomi sono Gunnar figlio di Gunnar e Ragnar figlio di Gunnar, è corretto?

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now