LVII

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Durante i giorni successivi, iniziarono a girare voci di una presunta amante di Odino. Camminavo per i corridoi e sentivo serve, cuochi e guardie parlare di ciò che ogni notte si manifestava nel castello durante la notte e questo mi sembrava assurdo e splendido allo stesso momento: primo, "Odino" era sempre accompagnato dalla sua cerchia di donnette, quindi era chiaro che se le scopasse, non serviva tutto quel chiacchiericcio infantile; secondo, era meraviglioso sapere perfettamente la realtà dei fatti ed esserne la protagonista in incognito. La cosa più divertente in assoluto erano i commenti delle donne più giovani, le quali, sapendo delle grida di piacere della "fortunata bastarda", erano curiose di sapere se un uomo vecchio come Odino ancora riuscisse effettivamente  a darci dentro come sembrava. Giravano moltissime voci, tra cui la terrificante probabilità che un altro pretendente al Trono potesse essere in arrivo. "Odino" continuava ad ignorare quel vociare che animava l'intera Asgard. 

Un pomeriggio, Loki apparve in camera mia sfruttando la capacità di potersi trasformare anche in insetti piccolissimi. Non ci vedevamo mai nella mia stanza o nella sua per divertirci, ma qualche volta passavamo del tempo a parlare o dormire, e questo poteva essere fatto nei nostri appartamenti. Chiusi il libro e lo guardai. 

-Non mi aspettavo una tua visita. 

-Volevo coglierti di sorpresa. Non sei per caso di buon umore?

Si sedette ai piedi del letto e accarezzò la pancia di Paride. 

-Non riesco a dormire, ho i crampi da ciclo e non riesco a capire questo fottuto libro. 

Guardai la copertina e anche quella mi dava sui nervi, quindi lo lanciai dal letto. Mi girai a pancia in sotto e infilai un avambraccio sotto il cuscino. Stavo male quel periodo, Thor ormai se n'era andato da una settimana e mezzo, facevo sogni che mi impedivano rimanere serena e, in più, avevo praticamente finito la scorta di droghe che mi permettevano di stare con Loki. Si stese vicino a me e mi accarezzò la schiena. 

-Sai, ti capisco. So che dolore provi: una volta, mi sono tramutato in una donna per scoprire a quale inimmaginabile dolore siete sottoposte una volta al mese. Quei crampi mi hanno distrutto...

Trovai molto dolce quello che disse, mi girai su un fianco e mi lasciai baciare. 

-Il problema non è questo, ora come ora, ma i sogni che mi tormentano ogni notte.

Mi abbracciò e mi portò vicino a sé con molta dolcezza. 

-Parlami di questi incubi con tranquillità. 

Infilai il viso nell'incavo del suo collo e Loki iniziò ad accarezzarmi dolcemente i capelli. 

-Non ti piacerebbe ascoltarli, la maggior parte riguardano Thor. 

-Pensi che sia in pericolo? È giusto che tu sia preoccupata per lui: è il padre di tuo figlio. 

-Non è solo il padre di Magnus, Loki, tengo a Thor, è il mio ragazzo, mi sento legata a lui. Per questo non voglio parlarti dei miei incubi...

-Aura, i sogni non devono essere sottovalutati. Se senti che Thor sia in pericolo, probabilmente è così. Siamo déi, tutto quello che sogniamo ha un significato, che può essere più o meno rilevante. Parlami, voglio aiutarti. 

Decisi di farmi coraggio. 

-Ragnar è morto tra le mie braccia. Sono costretta a rivivere quella scena ogni notte: lo vedo sullo stipite della porta, con la spada nello stomaco che lo trapassa da parte a parte e il sangue scuro che macchia i suoi abiti. Zoppica da me e mi abbraccia forte, sento la lama spingere contro il mio petto, il suo corpo diventa pesante e si accascia sul pavimento portandomi con sé. Lo stringo al mio seno, ma quando vedo il suo viso pallido, non si tratta più di Ragnar, ma di Thor. Ho...paura...che gli déi mi vogliano portare via anche lui e questa volta potrei impazzire. 

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now