LXIII

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Caddi in ginocchio sul pavimento a stringermi lo stomaco per il dolore che provavo. Non stavo bene per niente, ma non volevo far preoccupare Steve più del necessario.

-Padre, aiutami...cosa mi sta succedendo?

Piagnucolai risalendo sul letto. La crisi finì dopo qualche minuto, poi andai in bagno e feci quella che scoprii chiamarsi "doccia" utilizzando gli strani saponi liquidi e viscosi di Steve; quando uscii, profumavo immensamente di lui, da uomo e questo mi intorpidì le narici godendo di quell'odore così eccitante e fresco. Mi vestii e osai indossare i suoi boxer come pantaloncini, una canottiera bianca, il reggiseno di pizzo del completo che mi aveva regalato e una felpa larga e nera con la zip. Uscii dalla camera non avendo idea di dove andare, magari potevo sfruttare quel momento per curiosare in giro nella Stark Tower praticamente deserta. Da una delle cinque palestre, proveniva il suono di qualcosa o qualcuno che veniva preso a pugni, quindi mi addentrai per controllare se tutto fosse sotto controllo: trovai un Thor sudato e a petto nudo, di schiena, con i capelli sciolti che si sfogava sullo stesso oggetto con il quale Natasha si stava allenando. Con un colpo ben assestato, la sacca si lancerò e iniziarono ad uscire granelli di sabbia; Thor la sganciò dall'appiglio e la lanciò grugnendo in un angolo assieme ad altre sacche rotte.

-Siamo frustrati?

Lo spaventai e si girò immediatamente. I suoi muscoli erano lucidi e brillavano per il sudore, sembravano anche più grossi e scultorei.

-Mi sto solo allenando, ho bisogno di scaricare la tensione nervosa. Tu come stai?

Ansimava, e questo non faceva altro che mettermi sotto pressione.

-Meglio. Steve se n'è andato.

-L'ho visto uscire.

Mi sedei su una panca.

-Continua quello che stavi facendo, io non ti disturberò.

Thor si guardò in giro e poi venne verso di me.

-Le tue cose sono nella mia stanza.

-E quindi?

Sfiorai con un dito i suoi addominali.

-E quindi dovresti venirle a prendere o le butterò via.

-Ho proprio paura.

Una luce pericolosa apparve nei suoi occhi.

-Aura, giuro sugli déi che lo faccio.

Guardai la patta rigonfia dei suoi pantaloni morbidi e grigi che era davanti il mio viso.

-Come mai sei così duro? Lo sforzo fisico ti eccita?

Chiuse gli occhi e mi posò una mano sulla testa.

-Averti attorno e...vestita in questo modo mi fa impazzire...

Sorrisi e baciai l'erezione, poi mi alzai in piedi.

-Vedi di contenerti, Thor.

I nostri corpi erano schiacciati insieme, chiusi gli occhi e iniziai a respirare pesantemente come stava facendo lui per cercare di calmarmi.

-So che anche tu mi vuoi, vedo i tuoi bottoncini turgidi.

Abbassai il capo e notai che aveva ragione. Mi allontanai.

-Vado a prendere le mie cose.

-Vengo con te.

-No, non lo farai.

-Hai paura di rimanere sola con me?

Esitai, poi mi girai di spalle e me ne andai. Fortunatamente non mi seguì. Arrivai fino alla sua camera, sistemai le mie poche cose e controllai la spada in oro nella custodia assieme alla mia armatura. Tornai nella stanza di Steve carica di buste, aprii la porta con il gomito ed entrai di spalle, posai la mia roba sul pavimento. Con la coda dell'occhio vidi un'ombra, presi lentamente la mia spada e mi voltai puntandola davanti a me. Seduto sul letto vidi Loki e feci un salto all'indietro. Lasciai cadere l'arma, lui si alzò e lo abbracciai.

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now