XXIX

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Mi avvicinai a Loki. Sembrava molto interessato a quello che stava succedendo quella notte. 

-La nostra serata è finita male, ma sembra che ora stia lentamente decollando. 

Ammiccai.

-Sai che a Thor piace trattarti come se fossi un trofeo?

-Se io non fossi d'accordo secondo te glielo avrei permesso? 

Parve pensarci un attimo. Infilai un indice nel suo colletto, poi mi sedei sul tavolo e portai il suo bacino tra le mie gambe. 

-Credo che tua madre mi abbia drogato. Ho bevuto un intruglio di erbe per il mal di gambe, ma mi sento inebriata. Non riesco nemmeno ad aprire gli occhi più di così. 

Mi ero accorta che ormai era un po' che tenevo le palpebre leggermente strette tra di loro e nessun pensiero vagava nella mia mente. Sfiorai la sua guancia e Loki non provò dolore, quindi affondai il dito nella sua pelle e non si lamentò. Guardai il mio polpastrello e su di esso trovai una leggerissima patina fredda. 

-Oh questo è strano. 

Commentai. Loki mi afferrò il collo e iniziò a baciarmi, scesi dal tavolo, mi girò di schiena e mi fece salire a gattoni sulla superficie di vetro che proteggeva quella di legno. Alzò la mia gonna, schiacciai la guancia contro il tavolo e sollevai il posteriore. Loki mi baciò prima il gluteo sinistro e poi il destro, quindi mi allargò con entrambi i pollici. 

-Fermati, fermati, fermati. 

Lo supplicai, ma non mi ascoltò. Passò la lingua tra le mie gambe e gemetti cercando di afferrare qualcosa, ma la superficie era troppo liscia. 

-Loki...

Posò le sue labbra e iniziò a succhiare con intensità crescente. Non potevo credere che stava succedendo davvero, non avrei mai immaginato che sarebbe stato possibile. Loki mi lasciò e rimasi in quella posa ad ansimare. Thor non mi aveva mai preso in quel modo. Quando mi sollevai, rimasi di spalle in ginocchio sul tavolo con le gambe flesse che formavano una specie di M. Loki mi si avvicinò all'orecchio. 

-Questo Thor non può dartelo. 

Mi prese di nuovo per il collo, poi mi lasciò. Sentii delle risate, quindi mi alzai subito in piedi e tornai al centro del tavolo senza mai voltarmi verso Loki. Il portone si aprì ed entrarono i tre Re Magi carichi di doni sotto le ascelle: Thor portava birra e vino, Fandral cibo, e Ragnar coperte e pellicce. 

-Avete intenzione di fare una festa?

Chiesi guardandoli posare il tutto sul tavolo. Fandral rubò una ciambella con lo zucchero sopra e salì dov'ero io con un gesto atletico. 

-Thor ha rotto una bottiglia di birra lungo la strada. 

Confidò apertamente. 

-Fandral adesso fai anche la spia? E scendi dal tavolo, non posso immaginare cosa potrebbe succedere se si rovinasse. 

Borbottò Thor.

-Bla bla bla, sei così noioso quando fai il genitore preoccupato.   

Si infilò il dolce in bocca e mi approcciò come se dovessimo danzare. 

-Mi concedi questo ballo?

 Soffocò: con il naso inspirò lo zucchero dalla ciambella e iniziò a tossire.

-Però, ci sai fare. 

Mi presi gioco di lui e Ragnar rise. Il viso di Fandral era rosso, poi inghiottì il dolce e si riprese. Mi avvicinò a mi avvolse delicatamente la vita con un braccio, poi prese la mia mano con la sua. Iniziammo a volteggiare impacciati sul tavolo di Odino: nessuno sapeva come muoversi, l'importante era divertirsi. Iniziammo a ridere e ci abbracciammo. 

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now